Sotto la lente

Assistenza agli anziani: che cosa imparare dagli altri

L’invecchiamento della popolazione italiana rende inevitabile l’aumento del bisogno di assistenza a lungo termine (long-term care o LTC). Nel 2021, la popolazione over 65 era il 23% del totale e i non autosufficienti circa 4 milioni (quasi un terzo degli individui in quella fascia d’età). Le proiezioni per il 2030 prevedono che gli over 65 saranno il 30% della popolazione.

 

Eppure, il sistema LTC italiano appare ancora frammentato, sottofinanziato e bisognoso di personale qualificato, ha recentemente ricordato il 6° Rapporto dell'Osservatorio Long Term Care (OLTC) di CERGAS SDA Bocconi, che dipinge un settore bisognoso di interventi strutturali.

 

 

L'Italia: passi avanti, ma non ancora sufficienti

 

La Riforma italiana per la non autosufficienza (Legge n.33 del 23 marzo 2023), pur rappresentando un passo avanti, non affronta in modo strutturato le sfide del futuro. In particolare, sembra mancare ancora una visione d'insieme che integri i tre pilastri della sostenibilità: economica, del personale e dei modelli di servizio.

 

  • Sostenibilità economica: la Riforma non prevede un aumento delle risorse dedicate al LTC, né un'integrazione tra fondi pubblici e privati. Un'occasione persa per garantire stabilità al sistema nel lungo periodo.
  • Sostenibilità del personale: il problema della carenza di personale non viene affrontato. Mancano misure concrete per attrarre e trattenere professionisti qualificati, compromettendo la qualità dei servizi.
  • Sostenibilità dei modelli di servizio: la Riforma non definisce un chiaro rapporto tra setting domiciliare e residenziale, né delinea l'evoluzione della filiera dei servizi. Un'incertezza che rischia di ostacolare l'efficacia degli interventi.

 

L'analisi dei modelli di altri paesi europei, come Francia, Germania e Svezia, può allora essere un punto di partenza interessante per individuare soluzioni efficaci e sostenibili per il futuro del sistema LTC in Italia.

 

 

Guardando oltreconfine: modelli a confronto

 

Francia, Germania e Svezia, per aspetti diversi, rappresentano esempi virtuosi da cui trarre ispirazione. Ecco alcuni punti di forza dei tre sistemi.

 

  • Francia: flessibilità e sostegno ai caregiver (di solito, famigliari del non-autosufficiente). L'indennità economica APA offre agli utenti libertà nella scelta dei servizi o nell'assunzione di badanti. Inoltre, misure come il “caregiver sostituito” e il congedo aggiuntivo valorizzano il ruolo fondamentale di chi si prende cura dei propri cari.
  • Germania: valutazione multidimensionale e incentivi alla cura a domicilio. Un sistema completo che considera sia lo stato di salute che la rete sociale del beneficiario per un'assistenza personalizzata. Inoltre, la Germania incentiva i servizi domiciliari con coperture assicurative e flessibilità nella combinazione dei servizi, alleggerendo la pressione sulle strutture residenziali.
  • Svezia: focus sull'invecchiamento attivo e sulla prevenzione. Un modello che privilegia l'assistenza domiciliare e l'invecchiamento attivo, promuovendo la permanenza nell'ambiente familiare il più a lungo possibile. Investimenti consistenti nel personale e una governance semplice e chiara completano il quadro.

 

 

Lezioni apprese e spunti di riflessione

 

Il confronto con i modelli di Francia, Germania e Svezia offre spunti preziosi per l'Italia, a partire dalla considerazione che, per finanziare il sistema LTC in modo adeguato e sostenibile, si devono diversificare le fonti di finanziamento, integrando risorse pubbliche e private.

 

Il ruolo dei caregiver deve essere valorizzato. Riconoscere il contributo insostituibile dei caregiver e sostenerli con misure concrete è un dovere morale e un investimento per il futuro.

 

Dobbiamo investire nella formazione e nella professionalizzazione del personale. Migliorare le condizioni di lavoro e creare percorsi di carriera attrattivi sono elementi chiave per attrarre e trattenere professionisti qualificati nel settore LTC.

 

L'assistenza domiciliare e l'invecchiamento attivo dovrebbero essere promossi con maggiore decisione. Investire in servizi domiciliari flessibili e di qualità, supportando l'invecchiamento attivo e la prevenzione, può ridurre la pressione sulle strutture residenziali e migliorare la qualità della vita degli utenti.

 

I bisogni dovrebbero essere valutati secondo un approccio multidimensionale. Considerare sia lo stato di salute che la rete sociale del beneficiario è fondamentale per garantire un'assistenza personalizzata ed efficace.

 

In definitiva, nessun modello è perfetto e la loro applicabilità in contesti diversi da quello in cui si sviluppano è tutt’altro che scontata. Sta di fatto, però, che altri paesi europei hanno avviato percorsi di riforma che intercettano i temi legati alla sostenibilità economica, del personale e dei modelli di servizio, mentre il sistema italiano è ancora lontano dall’intraprendere cambiamenti orientati in tale direzione.

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