Branded World

La fascinazione del fatto a mano (Terza e ultima puntata)

Il valore percepito: presenza, progettualità e intenzionalità

Eccoci giunti all’ultima puntata della serie.

Non gioite così presto, non sapete cosa verrà dopo!

 

Non riprendo quanto già illustrato nelle puntate precedenti, cui rimando per chi non fosse riuscito a seguire il flusso!

Prima puntata

https://www.sdabocconi.it/it/sda-bocconi-insight/branded-world/marketing-e-vendite/la-fascinazione-del-fatto-a-mano-prima-puntata

Seconda puntata 

https://www.sdabocconi.it/it/sda-bocconi-insight/branded-world/marketing-e-vendite/la-fascinazione-del-fatto-a-mano-seconda-puntata

 

Con oggi, le tre evidenze, a cui faremo riferimento nel seguito, rappresentano brand con prodotti e servizi in cui il “fatto a mano”, l’umano e l’umanizzato risultano basilari nel farsi riconoscere e preferire per l’evidente intenzionalità positiva delle proposte di valore in termini di significato degli oggetti e delle esperienze.

Esperimenti e significati per Brand, Botteghe, Retail e Manufatti

Attraverso una serie di esperimenti - condotti pochi anni fa (Winner et al., 2011; Snapper et al., 2014) e volti a capire se e come venissero percepite le differenti opere d’arte realizzate da artisti, bambini ed animali - ha evidenziato come tutti i test-maker (conoscitori/esperti/studenti d’arte vs. persone/studenti di altre discipline) oltre a riconoscere le opere realizzate dall'uomo con estrema precisione, le preferissero in base all’intenzionalità sottostante. Intenzione/presenza umana realizzativa dell’opera oltre a vedersi e “segnalarne” la presenza, a sua volta creava valore, accrescendo non solo il significato degli oggetti (apprezzati per la qualità intrinseca e la cura realizzativa) ma anche il significato delle esperienze (progettate dalla mente e dall’abilità “dietro” le opere: pensate, generate ed animate grazie ad altre persone/artisti).

 

Parla Come Mangi – Rapallo. Difficile non citare “Parla Come Mangi”, che in molti – anzi tantissimi, in Italia e all’estero – conoscono e riconoscono e di cui ho avuto la personale possibilità di approfondire la conoscenza e alimentare un immaginario quanto mai ricco e sfaccettato durante un’intervista (divertentissima!) con Guido Porrati.

Guido, cui piace chiamarsi “botteggaio” perché nato in bottega, rappresenta la quarta generazione di retailer/imprenditore; ex-attore di teatro (e credo che questo sia stato determinante!), ha fatto rientro a Rapallo ventisei anni fa (dopo il teatro!), con lo scopo di presidiare e sviluppare l’attività di famiglia (da 4 persone iniziali, oggi sono in 23!) costituita da una tradizionale e premiata gastronomia italiana del centro del borgo (affaccia con i suoi ingressi sul porto e su di un carrugio), in cui si era cimentato precedentemente e che si "dedica a fare tanta ricerca”. La ricerca non verte sui prodotti ma sulle persone che li realizzano, che poi vengono rivenduti in bottega, anticipandone gli arrivi e creando l’attesa con whatsapp, social, etc.: i drop! La relazione con il produttore e il creatore è fondamentale, per offrire un valore unico al cliente, accorciando la filiera e rendendo il bottegaio l’interprete della musica del produttore nel raggiungere il consumatore. L’ambientazione della bottega, con il suo banco, è un teatro-palcoscenico naturale, divenuto un vero e proprio mondo di espressione e rappresentazione.

Da più di vent’anni Guido ha creato l’Entertasting, per condividere esperienze e prelibatezze della Liguria e dell'Italia con gli ospiti, e far così scoprire lo stile di vita unico della piccola cittadina e della vita di bottega. Il “format” così concepito offre degustazioni personalizzate, visite guidate, purché gastronomiche, con un condimento umano fondamentale: il divertimento! Entertasting serve per vivere e far vivere la terra ligure e italiana attraverso eventi, incontri, assaggi, degustazioni e tanto altro, come: The Pesto Show, The Rapallo Foodie Tour, Cooking Class, Wine Tastings, Hospitality a BottegaLife con l’obiettivo di fornire un'esperienza che oltre che divertire, sia piacevole e memorabile da assaporare (e portare con sé) per tutta la vita. Ad esempio, con Spesaman e con le consegne a domicilio - durante e post-covid - sono riusciti ad alimentare un sistema CRM che congiungesse le persone e gli agricoltori, lontani e locali, acquisendo una matrice agricola valoriale nuova e profonda nell’offerta e per la relazione della bottega.

 

Eccellenza nello shopping di prossimità

Non più di un paio di settimane fa, SDA Bocconi per American Express ha presentato i risultati di una ricerca su “L’eccellenza nello shopping di prossimità” che, analizzando come e perché il punto vendita di prossimità rappresenti, anche nell’era dell’e-commerce, un elemento d’eccellenza nella “nostra Italia”, ha confermato alcuni fattori critici per il successo degli small brand retailer in: artigianalità (abilità nel fare e nel creare), competenza (nella scelta di assortimenti, esposizione, ambientazione e comunicazione del e nel punto di vendita, etc.) in un mondo fatto di dettagli (“retail is detail”, si cita in una delle prime slide della presentazione; frase che ha subito catturato la mia attenzione!), in cui le “persone fanno la differenza” e contribuiscono a “generare un’experience ricca e umana” trasmessa continuamente nella relazione con la clientela. Del resto, la rilevanza e l’influenza della benevola intenzionalità umana nell’esperienza è stata rilevata in alcuni esperimenti relativi sia all’assaggio di caramelle (scelte casualmente vs. selezionate da persone per persone, da umani per consumatori!) sia a invio/ricevimento di messaggi elettronici (somministrati da un essere umano vs. un computer) (Gray, 2012). La consapevolezza della presenza e dell'intenzione umana rendeva più piacevole l'esperienza, cioè piaceva di più e procurava “più piacere” ai consumatori, al punto da indurli a giudicare l’oggetto, prima, e l’esperienza nella fruizione dell’oggetto, poi, come “migliore, superiore e più appagante”.

 

Tra i retail-brand premiati da American Express - risultati dalla nomination dei clienti e valutati tramite la ricerca field estensiva in cinque città (Milano, Roma, Firenze, Napoli e Venezia) - mi piace citarne due che, tra gli altri, nutrono ed illustrano i valori fortemente radicati nel territorio Italia e nei luoghi in cui risiedono, con una storia fatta di lavoro e tradizioni umane, nonché di profondo e costante apprendimento - nel fare e nel trasferire verso gli altri - quanto mai significative. Ancora una volta, i risultati ottenuti evidenziano come le persone (i clienti) attribuiscano un significato alle intenzioni e apprezzino gli oggetti creati dall'uomo sia se l'oggetto sia destinato a comunicare qualcosa sia quando si comprende, si intravvede e si percepisce la presenza di un creatore o una persona che realizza e crea quel particolare oggetto (Kreuzbauer et al., 2015).

Ombrelli TalaricoNapoli. La ditta sorge nel 1860, a Napoli; la storia racconta di una passione generazionale (quest’anno giunta alla quinta generazione) e porta con sé il fascino di un lavoro artigianale unico, dedito alla costruzione di ombrelli montati su legni interi, sete, manici pregiati come il vero corno, il bambù, il limone di Sorrento, il ciliegio, etc., con una indelebile impronta napoletana. Il laboratorio e la vendita sono, oggi, in zona Toledo e dal 2006 il proprietario è Mario Talarico Jr. Sin da giovanissimo, Mario Jr. ha deciso di proseguire il mestiere di famiglia, facendo tesoro di insegnamenti e segreti nel cucire e confezionare tutti i modelli, ma divenendo, al contempo, un propulsore instancabile di innovazione, aprendosi al mondo digitale e social, per consentire una maggiore visibilità al lavoro e ai prodotti tramandati nella sua famiglia. Tutto ciò che è “nuovo” si alimenta del passato, dell’artigianalità appresa dai genitori, dai genitori dei genitori, mecc.; l’ambientazione del laboratorio-punto di vendita sembra un teatro, in cui affiatamento e fiducia tra i componenti del team è l’elemento chiave nelle relazioni interaziendali. Il luogo, ma soprattutto le persone e la proprietà si impegnano nella relazione con il cliente per creare un’esperienza unica. La bottega ha prodotto ombrelli per il Papa Benedetto, Papa Francesco, i Principi Carlo e William d'Inghilterra, attori di Hollywood, vip e cantanti internazionali, sportivi e così via…a casa mia ci sono ben due ombrelli provenienti da questo incredibile laboratorio!

 

NT Murano GlassVenezia. L’azienda si occupa di creazione di manufatti in vetro: il prodotto iconico sono i gioielli in perla, ma anche manufatti come bicchieri, sculture e così via. Oggetti unici, realizzati a mano da 15 artisti coinvolti nel progetto. Nicolò Trabuio, 28 anni, è il giovane imprenditore nato e cresciuto sull'isola di Murano, dove tuttora vive e lavora; un luogo “magico” in cui si è svolta la vita personale e imprenditoriale, in perfetto equilibrio con quella della famiglia. Tutti i prodotti offerti da NT Murano Glass sono creati sull'isola di Murano e sono lavorati secondo la più antica tradizione vetraria. La tradizione produttiva e creativa, connessa alla tecnica di lavorazione del vetro, quale espressione simbolica del lavoro umano, rende l'oggettistica significativa e preziosa. L’isola di Murano contraddistingue e nutre l'elevata esperienza per il cliente. Il processo produttivo del brand si rifà soprattutto ad artigiani, artisti e creatori locali, seguendo da vicino quanto accaduto dal XX secolo, periodo segnato dalla importante svolta nella lavorazione del vetro a Murano che iniziò ad avvalersi nella produzione e nella realizzazione della creatività di artisti, pittori e designer grandi e piccoli, contemporanei, dando vita a pezzi di assoluta eccellenza. Nel punto di vendita e all’interno del laboratorio NT Murano Glass si realizza un vasto assortimento costantemente innovato con le idee creative giovani e artistiche, difendendosi dalla minaccia di contraffazione. L’immagine del brand, forte e consolidata a livello locale e internazionale e il competitivo rapporto prezzo-qualità sono risultate leve fondamentali per creare una relazione fiduciaria con il cliente e per aumentarne la loyalty.

La presenza congiunta di espressione simbolica e azione umana spiega perché le persone preferiscono il “fatto a mano”.

Ricerche ed evidenze tutte italiane.

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