Il wealthtech e le nuove dimensioni nell’asset/ wealth management

Allfunds Academy

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Milano, 21 gennaio 2020
“Quali sono le dimensioni rilevanti nell’asset/ wealth management del futuro? E come fa la tecnologia ad aiutare le aziende nel perseguire l’eccellenza nelle varie dimensioni?”
. Queste le domande che sono state poste da Andrea Beltratti, Direttore assieme ad Alessia Bezzecchi della Allfunds Academy, nel corso di un pomeriggio di riflessione su uno dei settori più importanti dell’economia italiana, il cui scopo è contribuire alla gestione di un patrimonio finanziario che supera i 4.000 miliardi di euro (secondo alcune delle voci presenti ciò che è rilevante è il patrimonio complessivo, vicino ai 10.000 miliardi di euro). Un aumento di rendimento medio annuo di 1% su una tale dimensione di asset genererebbe un surplus di 40 miliardi all’anno, superiore a quello delle “manovre fiscali” di cui si parla alla fine di ogni anno.

 

Il pomeriggio è stato organizzato secondo un formato variabile, comprendente due sezioni iniziali trasmesse in diretta web, una conversazione con Mario Nava Direttore di FISMA, e una sezione finale a porte chiuse, in un dibattito moderato da Andrea Beltratti e Giuditta Marvelli, giornalista di Economia del Corriere, media partner di Allfunds Academy, comprendente i Chief delle principali aziende italiane attive nell’asset/ wealth management: Lorenzo Alfieri, Country Head – Italy di JP Morgan Asset Management, Vittorio Ambrogi, Country Head – Italy di Morgan Stanley Investment Management, Emanuele Bellingeri, Managing Director Head of Credit Suisse Asset Management, Giovanni Bertino, Direttore Generale CA Indosuez Wealth, Giambattista Bruni Conter, Presidente Credito Lombardo Veneto, Tommaso Corcos, Direttore Generale e Amministratore Delegato, Eurizon Capital e Presidente di Assogestioni, Alessandro Gandolfi Country Head – Italy PIMCO, Frederik Geertman, Vice Direttore Generale UBI Banca,  Carlo Giausa Direttore Servizi di Investimento e Private Banking Sella Group, Paolo Magnani Vice Direttore Centrale e Coordinatore Area Wealth Management Gruppo CREDEM, Marco Mazzucchelli, Director Kredietbank Luxembourg, Licia Megliani Country Head – Italy Allfunds, Paolo Molesini Amministratore Delegato Fideuram Intesa Sanpaolo Private Banking e Presidente Assoreti, Dario Moltrasio Amministratore Delegato Zurich Investments Life, Bruno Pennino Head of Investment Solutions Southern Europe & EEC Allfunds, Saverio Perissinotto Direttore Generale Intesa Sanpaolo Private Banking, Gianluca Renzini Deputy general Manager e Chief Commercial Officer Allfunds, Giuseppe Soda Dean SDA Bocconi, Luca Tenani Country Head Asset Management – Italy Schroders, Sergio Trezzi Head of EMEA Retail Distribution & LATAM Invesco, Andrea Viganò Executive Chairman BlackRock Italy.

 

Il business model di Allfunds

La prima sezione comprendeva un’intervista di Andrea Beltratti a Gianluca Renzini, in cui si è parlato della storia di Allfunds, nata nel 2000 su iniziativa di Santander e affermatasi rapidamente come operatore prima europeo e poi mondiale per diventare la piattaforma di riferimento per le transazioni in fondi comuni di investimento. Ma quale è il modello di business di Allfunds? “Allfunds si muove verso ottica di copertura di tutta la value chain, con una infrastruttura in grado di offrire servizi e strumenti di supporto e soluzioni integrate per aiutare distributori e case di asset management ad essere funzionali alle esigenze dell’investitore” risponde Renzini per poi aggiungere “grazie alla crescita organica e inorganica e ai continui investimenti nella piattaforma, Allfunds è in grado di offrire un servizio front to back a intermediari finanziari ed asset owners”. Renzini offe commenti molto interessanti, ed originali, su una serie di altri elementi dal punto di vista di una piattaforma, notando che le sfide possono essere trasformate in gradi opportunità. “La regolamentazione? E’ un’opportunità e non una minaccia, e consente sempre nuovi spunti al nostro modello di business al fine di integrarne le novità e metterle al servizio dei player che possono sfruttarla come occasione di vantaggio competitivo”. “Le crisi del 2008 e del 2011? Sono state per Allfunds un momento di opportunità perché hanno permesso di inserire sulla piattaforma meccanismi di controllo e servizio che hanno aiutato le realtà distributive a rendere meno rischioso il processo di open architecture erogato all’investitore finale”.

 

Wealthtech: la tecnologia al servizio di asset/ wealth management

Il programma è proseguito con la seconda sezione, un panel in cui Andrea Beltratti ha posto domande a Lorenzo Alfieri, Tommaso Corcos, Paolo Molesini, Andrea Viganò, rappresentanti di alcune tra le più importanti aziende internazionali operanti in Italia. Come si muovono gli asset manager nel nuovo contesto economico? Alfieri nota che “in una stagione in cui tassi e rendimenti saranno “lower for longer”, occorre saper costruire nuovi portafogli e modulare i prodotti in relazione alle esigenze dei clienti, aiutandoli nella loro attività di pianificazione finanziaria”. La tecnologia serve per comunicare meglio con gli investitori? Corcos ne è certo: “l’azienda di asset management deve sfruttare la tecnologia per interagire nel continuo con tutti i propri clienti, dalle reti distributive agli investitori istituzionali a quelli retail, dando informazioni e concetti di educazione finanziaria”. E aggiunge Molesini, ampliando la stessa ragion d’essere delle aziende di wealth management: “esistiamo per aiutare il cliente a dare disciplina al processo di gestione del patrimonio, non limitandoci semplicemente agli asset finanziari. Dobbiamo aiutare il cliente a non ragionare per compartimenti stagni e a pensare al patrimonio nel suo complesso”. Viganò concorde e sintetizza in questo modo il tema di wealthtech, vale a dire della tecnologia al servizio del wealth management: “la tecnologia è un canale fondamentale per migliorare il servizio, consente di ridisegnare i di business e soddisfare la domanda proveniente da cluster sempre più fini di clientela, ad esempio le nuove generazioni che hanno una forte domanda di trasparenza su tematiche ESG”

 

Nava: come spingere la finanza sostenibile

Cosa fanno i policy-maker per aumentare il contenuto “verde” degli investimenti finanziari? Mario Nava spiega che “il progetto europeo è rappresentato dai nuovi Regolamenti sulla “finanza sostenibile”, il cui obiettivo è quello di riorientare il sistema finanziario verso la selezione di progetti di investimento che possano contribuire a diminuire le esternalità negative, soprattutto di tipo ambientale, generate da un modello produttivo che ha sino ad ora largamente ignorato la produzione di inquinamento, la riduzione dello stock di risorse naturali, la perdita di diversità nell’eco-sistema”. L’Europa, aggiunge Nava, “si presenta a questa impegnativa sfida da una posizione relativamente virtuosa: con il 7% della popolazione mondiale, produce il 22% del Prodotto Interno Lordo mondiale ma contribuisce solo al 9% dell’inquinamento”. Come possiamo contribuire alla sostenibilità? Secondo Nava “il sistema finanziario è una cinghia di trasmissione per favorire il contagio positivo di comportamenti virtuosi. L’idea è semplice: chiedere ad asset manager e wealth manager di essere attivi e incentivare i comportamenti virtuosi da parte delle aziende presenti nei loro portafogli, eventualmente utilizzando anche politiche di engagement per modificare le strategie delle imprese. La nuova normativa si articola in tre Regolamenti riguardanti rispettivamente le fasi di pre-investimento, investimento e post-investimento. La prima riguarda la politica di disclosure e consulenza finanziaria: si chiede ai money manager di aumentare la trasparenza delle loro azioni di scelta di portafoglio dal punto di vista dell’impatto ambientale. La seconda riguarda la costruzione di una tassonomia per una classificazione migliore ed omogenea di che cosa sono gli “investimenti verdi”, anche al fine di superare l’attuale molteplicità di definizioni presente tra gli operatori di mercato. La terza riguarda la creazione di benchmark che siano in grado di comunicare all’investitore quali sono state le conseguenze delle sue scelte non solo dal punto di vista monetario ma anche di impatto ambientale”.

La scelta europea è importante anche a livello di implicazioni per le aziende europee, conclude Beltratti. Una politica di tassazione, o una politica industriale di intervento diretto e di divieti, avrebbe un impatto smisurato proprio sulle aziende domestiche, potrebbe agire su quel 9% di inquinamento ma senza un effetto-leva in grado di coinvolgere altre aree geografiche. Anzi, riducendo la competitività delle aziende europee, potrebbe farle uscire dal mercato per lasciare spazio a concorrenti meno efficienti e quindi con un impatto più negativo sull’ambiente. L’utilizzo del settore dell’asset/ wealth management quale cinghia di trasmissione consente all’Europa di estendere il proprio impatto oltre i confini geografici e di avere un effetto proporzionale alla globalità dei capitali in gestione. Un secondo vantaggio della scelta regolatoria europea è la spinta per il progresso del settore finanziario, che potrà presentarsi agli investitori di tutto il mondo, in particolare a quelli istituzionali, come attore competente ed esperto che persegue l’obiettivo di migliorare la qualità dello sviluppo economico internazionale, con benefici che si estendono ben oltre la tematica di riduzione della probabilità di cambiamento climatico.

 

Allfunds Academy C-Suite Forum: le dimensioni del valore per l’asset/ wealth management

La parte finale si è svolta a porte chiuse, e ha riguardato il dibattito, sotto regole di Chatham House, tra i Chief delle aziende sulle dimensioni rilevanti per il money manager del futuro (e del presente): Social, Green, Innovation & Tehcnology, e Value Added (dal punto di vista del valore creato per il cliente finale”). Andrea Beltratti e Alessia Bezzecchi hanno avviato la discussione. Come in un film d’azione, 2 ore di dibattito sono passate in pochi minuti, consentendo ai presenti di capire meglio come agire sulle leve aziendali per trasformare le proprie aziende e guadagnarsi sempre di più la “social license”, che è ormai più importante delle licenze formalmente concesse dai regolatori.

 

Wealthtech e ESG investing: Opening conference 24 gennaio 2020

I risultati di ricerca della Allfunds Academy verranno presentati in occasione del convegno su “Wealthtech e ESG investing” in occasione della Opening ceremony del Executive Master in Finance (EMF) che si terrà il 24 gennaio 2020. Il convegno analizza le caratteristiche e le modalità dell’investimento ESG nel contesto dell’utilizzo delle nuove tecnologie nel wealth management, discutendone l’impatto sulle scelte degli investitori, i mercati e le scelte produttive. Durante il convegno, che vedrà la partecipazione di Mario Nava Direttore FISMA, di Giuseppe Soda Dean di SDA Bocconi School of Management e di Gianluca Renzini Deputy General Manager di Allfunds, oltre a un panel composto da Lorenzo Alfieri, Country Head di JP Morgan Asset Management, Emanuele Bellingeri, MD e Head of Italy di Credit Suisse Asset Management, Fabio Carniol, Amministratore Delegato di Helvetia Vita, Gian Maria Mossa, Amministratore Delegato di Banca Generali e Alessandro Varaldo, Amministratore Delegato di Banca Aletti, sarà svolta una presentazione dei risultati della ricerca condotta nell’ambito di Allfunds Academy. Al termine saranno assegnati gli Allfunds Award ai player che si distinguono per l’eccellenza nelle dimensioni Social, Green, Innovation & technology, Value Added.

 

SDA Bocconi School of Management

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