
- Data inizio
- Durata
- Formato
- Lingua
- 21 mag 2025
- 17 giorni
- Blended
- Italiano
Fornisce le conoscenze e gli strumenti fondamentali per un effettivo esercizio della funzione di direzione della PA.
Non sarei sorpresa se gli storici del futuro guardassero agli anni presenti della PA come quelli del possibile. Prima di un lungo nuovo inverno dei concorsi.
Dopo anni di blocco del turnover e prima di una nuova fase di controllo della spesa pubblica, inclusa quella del personale (che già si intravede all’orizzonte), questo tempo rappresenta ancora una finestra di opportunità. Non si tratta solo di poter tornare ad assumere, ma di farlo meglio, anche grazie alle nuove norme, pensando al futuro delle istituzioni pubbliche.
Una ricerca SDA Bocconi presentata alla fine del 2023 ci mostrava che a distanza di oltre due anni dall’adozione delle prime innovazioni normative in tema reclutamento nella PA, le amministrazioni refrattarie ad implementare le riforme erano ancora in gran numero. In occasione di quell’incontro era emerso in modo evidente che, rimossi gli ostacoli economici e normativi, restavano attivi quelli culturali: come fare a guidare il cambiamento possibile?
È nata attorno a queste conversazioni l’idea di supportare la nascita di una comunità di pratica di direttori HR degli enti pubblici regionali e locali che si confrontasse su come cogliere questa finestra di opportunità e innovare i concorsi. Abbiamo scelto di condividere questo investimento con Randstad e il suo branch nell’executive search, Keystone, per poter offrire agli iscritti un’occasione di sviluppo gratuita, ma allo stesso tempo di alta qualità, capace di combinare visione strategica e supporto alla progettazione di strumenti operativi. Hanno aderito i vertici delle risorse umane di 10 comuni, tra cui Milano, Torino, Genova, Bologna e Firenze, 6 regioni, supportate dalla Conferenza Stato Regione, e 5 tra città metropolitane, province e unioni di comuni. Abbiamo avuto ospiti eccellenti, tra cui Antonio Naddeo, Presidente ARAN, Valentina Galli, Presidente Office Italia, Valerio Iossa, Direttore HR dell’Agenzia del Demanio, dopo esserlo stato a Milano e Firenze.
Il metodo di lavoro ha alternato momenti di proposta di logiche e strumenti, con altri di applicazione operativa, grazie ai momenti di confronto guidato in sottogruppi. Gli esiti di questi incontri si possono sintetizzare in tre grandi apprendimenti condivisi.
No, non è solo un fatto economico, che pure conta. Ma tanto, diciamoci la verità, su questo fronte non c’è margine di fare granché. E non è neppure solo un problema di comunicazione. Ciò che rende attrattivo un impiego – soprattutto per i giovani talenti – è la qualità del lavoro stesso, ovvero una combinazione di tre ingredienti cruciali, come dice un’altra ricerca SDA Bocconi: un contesto sereno e che consenta un buon bilanciamento vita lavoro; un ambiente stimolante che alimenti costante interesse per le attività quotidiane; un contenuto che permetta di vedere applicare e crescere le proprie competenze in un’ottica di sviluppo e apprendimento continuo. Non è impossibile nelle nostre amministrazioni, se si coglie la sfida di ripensare in chiave strategica ogni aspetto della gestione delle persone. Continuare a dire che il problema sono gli stipendi – che pur sono UN tema, ma non IL tema – rischia di diventare l’alibi per non mettere mano a quanto occorre senza perdere altro tempo.
La qualità del lavoro che abbiamo scoperto essere al centro dei fattori di attrazione dell’impiego pubblico è in larga misura un prodotto della leadership: le persone che hanno una relazione soddisfacente col proprio capo – perché si sentono valorizzate, riconosciute, ricompensate con opportunità di sviluppo – restano e non vanno via. A costo di rinunciare a stipendi migliori. È la leadership a trattenere i migliori (e la mancanza di buona leadership a farli fuggire). Ecco perché serve qualificare in modo profondo la classe dirigente. A partire dai concorsi per l’accesso. Ora le norme per centrare il concorso tutto sulla valutazione della leadership ci sono già: il principale ostacolo alla loro implementazione è la scarsa dimestichezza con questo costrutto e con gli strumenti collegati. Le competenze tecniche nei concorsi dirigenziali sono la copertina di Linus di chi in fondo non si fida della reale selettività degli strumenti di leadership assessment, forse perché poco li conosce. Su questo occorre forse più coraggio e un’alleanza più forte tra gli enti che vogliono sperimentare.
Il 10% dei neo assunti di comuni medi, province e città metropolitane e il 17% nei grandi comuni lascia l’impiego entro 6 mesi: il dato scende a 6% nei piccoli comuni. Dove vanno? Posto che i concorsi sono tutti molto simili (normativa privacy, codice appalti, etc…) una volta preparato quello del comune non è impossibile passare quello in un’agenzia fiscale o ente previdenziale, dove le retribuzioni sono più interessanti. E se proprio devo lavorare in comune, meglio in quello di residenza che in una grande città, dove i costi di vita lievitano, ma lo stipendio rimane uguale. Questo gioco al ‘ruba-mazzetto’ dei neo assunti è una pratica che distrugge valore per tutti: per i candidati, che perdono tempo in concorsi fotocopia, per gli enti, che si sottraggono personale a vicenda, usando come unica leva chi può pagare di più. Almeno all’interno del comparto delle funzioni locali trovare forme di gestione degli accessi in chiave collaborativa (a partire dalle norme introdotte dall’art 3bis DL 80/2021) e le esperienze condivise in aula sono incoraggianti. Molto altro si può fare e oggi in aula sono nate eccellenti idee.
Oggi questo primo ciclo di incontri si conclude. Ma la rete costituita è appena nata! Stay tuned…