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Natale: tradizioni, rituali e…

Il Natale, come suggerisce la parola stessa, celebra la Natività che, come tutti sappiamo, cade il 25 dicembre.

 

E’ una delle ricorrenze più importanti, che anticipa la chiusura di un anno, per cui ci si prepara - o si cerca di prepararsi - con il dovuto anticipo, realizzando alcuni rituali che possono cambiare in funzione di latitudine o longitudine di provenienza. Sì, provenienza, perché spesso, non è la residenza che incide sulle “pratiche” natalizie - benché ne possa influenzare i comportamenti assorbendo le liturgie locali per una convivenza più adattiva - quanto piuttosto l’intento di reiterare le tradizioni che abbiamo spesso appreso, osservato e/o messo in atto nel corso del tempo. E di cui ci piace ricordare (forse nostalgicamente?).

 

Per “praticare” l’attesa, osserviamo alcune fasi del processo (che termine manageriale!!) e le relative simbologie preparatorie e rituali di ciò che accadrà o è già accaduto e di come i brand (altrimenti che Branded World saremmo!), di diversa natura, possono rientrare al loro interno!

 

Ho pensato a quattro fasi: l’attesa, l’addobbo, l’impacchettamento e il pranzo o cenone.

Mi fermo a questi pur consapevole che il processo può estendersi ben oltre, anche con tantissime attività e micro-attività!

Fase 1 – L’attesa

Con l’inizio di dicembre si parte con il countdown verso il Natale e proprio l’attesa di quest’ultimo si materializza davanti ai nostri occhi con il Calendario dell’Avvento!

 

Esso assume forme e modelli diversi: casa, albero, quadro, scatola e così via; con decorazioni bianche e rosse o multicolore e tipiche natalizie; trapelanti lusso, super-lusso e prestigio, ovvero per un utilizzo semplice, quotidiano; con tasche, cassetti e con grandi o piccoli numeri che riprendono le date sino al 24 dicembre; con o senza piccoli doni o delizie di cioccolata e/o preziose e magnifiche sorprese, spesso scelte “ad hoc”; di tessuto, di carta e con QRcode e, pertanto, modernissimi e digitali o più classici. Il rituale si celebra ogni giorno: si scandisce la data e il numero di giorni che mancano al Natale.

 

E i brand? Tantissimi: di lusso, glamour, preziosi, di prestigio, quotidiani, divertenti… L’obiettivo è “essere vicini” con l’Avvento!

 

Ne cito volutamente solo due.

 

Un parent brand come Ferrero segmenta e posiziona i suoi brand in portafoglio con una value proposition che si esprime anche attraverso il Calendario Kinder per i bambini e quello Prestige per gli adulti. E, sempre per questi ultimi, Durex insieme aventiquattro diverse “dolcezze” - rappresentate dai cioccolatini presenti in ogni casella del suo calendario - dispensa ventiquattro consigli e piccole curiosità “hot”!

Fase 2 – L’addobbo

Preparazione dell’albero di Natale e del presepe.

Cronologicamente, l’8 dicembre - la ricorrenza dell’Immacolata Concezione - è un indelebile momento durante il quale si addobba l’albero e si prepara il presepe che rievochi la Natività, entrambe liturgie preparatorie del Natale nel nostro Paese. Alcuni sono “addicted” dell’albero, altri, ma sempre meno, del presepe! In America, nelle case, l’albero viene addobbato molto dopo l’Immacolata; io, che americana non sono, ad oggi, sto ancora attendendo che “i miei” prendano le scatole con gli addobbi dalla cantina per poter essere pronti … per l’ultima settimana!

 

Addobbi monocromatici o ricchi di colori, luci sfavillanti o ad intermittenza adornano alberi veri e di varie dimensioni che, così come ci ha insegnato Ikea, una volta addobbati e utilizzati possono essere restituiti e rientrare così in percorsi di circolarità e sostenibilità attraverso interventi di riforestazione e recupero ambientale, affinché il brand-Ikea possa ripiantare gli alberi e prendersi cura di boschi e foreste. Ad  esempio, quest’anno Ikea propone Picea come albero di Natale a 15 euro!

 

Gli addobbi e, ancor più i presepi, passano di generazione in generazione, e comunque durano decenni! E ogni anno, a seconda delle mete raggiunte, se ne aggiungono ulteriori pezzi.

 

Il Place-branding trova la sua più vera applicazione proprio con il Presepe. Le statuette o i “pupi” (come li chiamano a Lecce) di cartapesta o di terracotta, di legno o di ceramica, sono realizzati con materiali diversi a seconda dei luoghi d’origine e di lavorazione, seguendo i “mastri presepai”. Nelle diverse città e all’interno dei numerosi “Mercatini”, che si dispiegano in giro per borghi e città italiane nel periodo natalizio (ormai divenuti una tradizione, ma presenti in tutto il mondo, in Germania, ad esempio, basta pensare a quello di Stoccarda!), i presepi vengono esposti come delle opere artistiche, ovvero espressione dell’arte artigiana che rappresentano. Difficile non pensare a San Gregorio Armeno, la via dei presepi napoletani in cui l’ambientazione della nascita è nella Napoli del Settecento, con i personaggi abbigliati secondo la moda napoletana di quell’epoca, a cui si aggiungono alcune star: l’immancabile Diego Armando Maradona, Pino Daniele e così via. In altre città si assiste al presepe vivente, composto da persone reali che inscenano la natività.

 

In alcune case ci si limita a disporre le figure di Maria, Giuseppe con il Bambino Gesù, in altre si creano delle vere e proprie scenografie con i Re Magi e i molti personaggi della Natività. Ogni famiglia si esprime!

Fase 3 – L’impacchettamento

Impachettare e preparare i doni da mettere sotto l’albero…è anch’essa un’arte!

 

Quante volte ci si ferma ad osservare il commesso o la commessa dedicati all’atto di impacchettare. E quanti “creativi” sono nati e cresciuti con quest’arte nelle loro mani e, sovente, quale punto di partenza della loro carriera! Personalmente ne conosco almeno tre o quattro, tutti accomunati da questo momento di inizio.

 

Dalla carta al fiocco si esprime quel “cimentarsi” con amore nel donare.

Difficile non legarsi a questo rituale!

Così come difficile risulta il non associare al Natale il dono e la sua confezione, la box....

Per alcune riflessioni sull’argomento, vi rimanderei al pezzo sulle box., molto natalizio, di un paio di settimane fa! Eccolo…

https://www.sdabocconi.it/it/sda-bocconi-insight/branded-world/marketing-e-vendite/box-per

 

 

Fase 4 – Pranzo o Cenone?

Il cenone o il pranzo si lega al cibo ma quest’ultimo si accompagna a rituali di consumo di ciascuna regione che mostra “usi e consumi” molto differenti tra loro:

  • prevalenza della cena (da cui la denominazione di cenone) versus il pranzo natalizio;
  • preparazione di una cena a base di pesce (da cui la cosiddetta “cena di magro”) versus minestre o brodo di carne;
  • fritture di differenti pietanze versus pasta al forno e pasta ripiena:
  • lesso e bollito con verdure e condimenti diversi versus capitone fritto, in umido etc..

 

I rituali del cenone o del pranzo natalizio, combinando al loro interno tempi, spazi, oggetti e azioni, divengono snodi essenziali che rendono unico questo rituale perché caratteristico della cultura e della regione, del gruppo con cui si trascorre la festività, del tempo per preparare e da trascorrere intorno al desco, del prevalere della cena versus il pranzo o viceversa e dello spazio in cui si realizza. Attraverso il cibo e gli alimenti della cena o del pranzo (orecchiette, capitone, bigoli, zuppe etc.) le modalità di preparazione e le liturgie di consumo (a pranzo o a cena) e di preparazione ogni cultura, regione, famiglia esprime la sua storia, la sua identità e la sua unicità. La complessità dei rituali, con le specifiche regole di combinazione degli alimenti, dei sapori, della preparazione, della mescita e delle sequenze (dal salato al dolce, dal caldo al freddo, dal solido al liquido, dal vegetale all’animale e così via) rappresentano il complesso linguaggio attraverso il quale ogni gruppo, ogni cultura esprime la propria individualità e unicità. Ciò vuol dire riscontrare nei consumi natalizi un modo per affrontare ed affermare, attraverso i rituali di consumo alimentare, l’identità di italiani, ma anche di lombardi, pugliesi, trentini e così via, cercando quel radicamento culturale di una tradizione ricca di significati profondi quale la nostra.

 

Al Sud si dice che durante le festività ci si siede a tavola la sera della vigilia di Natale e ci si alza dopo Capodanno….:-))))

Buon Natale e Buone Feste a tutti voi e se non siamo riusciti a seguire le prime due o tre fasi, sono certa che sull’ultima ci arriviamo tutti.

Ci rivediamo a gennaio.

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