
- Data inizio
- Durata
- Formato
- Lingua
- 21 mag 2025
- 3 giorni
- Class
- Italiano
Definire e sviluppare strategie di mercato vincenti in contesti ipercompetitivi e iperconnessi, rafforzando creatività e metodi di analisi della domanda.
Non intendo riproporre quanto già scritto in questo blog, tempo addietro, su argomenti diversi tra loro ma “comunque” attinenti alle collab.
Capsule collection, limited edition o ingredient branding, intesi come strategie, strumenti, iniziative, forme di …al cui interno erano sottesi, sovente non direttamente esplicitati, i concetti di collaborazione, co-branding, alleanze e così via
Capsule collection
https://www.sdabocconi.it/it/sda-bocconi-insight/capsule-collection-si-grazie
Limited edition
https://www.sdabocconi.it/it/sda-bocconi-insight/drop-e-limited-edition-strategie-per-cult-brand
Ingredient branding
Le Collaborazioni o, meglio, le “collab” (denominazione giovane e moderna!), sono un tema “in fashion”, nonché uno strumento o una strategia ampiamente sviluppatea in tempi recenti. Una ricerca condotta da Bcg e Altagamma (2019) ha indicato le collaborazioni come un «fenomeno» in ascesa, definendolo un vero e proprio «trend dominante», in particolare per i consumatori più giovani.
Le nuove generazioni (i Millennial e la Generazione Z) sembrerebbero richiedere proprio alle marche del lusso (forse proprio da ciò la crescita di interesse: il glamour è sempre glamour!) di reinventarsi, di modernizzare il loro passato e, al contempo, di rendere tali scelte quanto mai evidenti.
Le collaborazioni assumerebbero il ruolo di “chiavistello” per ideare prodotti unici che, da un lato, rifletterebbero il patrimonio genetico dei brand e, dall’altro, dimostrerebbero la volontà di interpretare le tendenze del momento attraverso processi “creativi” innovativi (Ostillio, Barbieri, 2022).
Attualmente non appare più un trend (!) sebbene, come spesso accade, la crescita smisurata e proprio la relativa varietà e l’ampia differenziazione nelle sue “formule” (se di formula si può parlare!) richiede che ne vengano chiariti confini e caratterizzazioni.
E’ interessante quindi osservare come essendo divenute le “collab” una formula quanto mai usuale e spesso necessaria per le marche, sembrano aver assunto il ruolo driver di una macchina: la “collaboration machine”, così come titolava, non meno di una settimana fa, l’articolo https://www.thedrum.com/search?articles%5Bquery%5D=lush dedicato a Lush (quale brand divenuto una collaboration machine) apparso su The Drum (rivista online su tematiche di marketing, comunicazione, branding etc.).
Proprio questo termine “machine” mi ha particolarmente incuriosito!
Orecchie tese ed occhi sempre aperti …
Proviamo a connotare da un punto di vista strategico e manageriale le Collab!
Le collaborazioni rientrano nell’ampia categoria delle alleanze fra marche proprio perchè
«potenti strategie finalizzate al raggiungimento di una visione forte e unica, altrimenti non perseguibile quando le entità indipendenti lavorano da sole» (Gajda, 2005, p. 65) e, pertanto, lo sforzo collaborativo fra i partner viene identificato quale «via» per raggiungere obiettivi, a breve e/o lungo termine, che non sarebbero altrimenti raggiungibili qualora ognuna agisse in modo indipendente (Ostillio, Barbieri, 2022).
E proprio da ciò si genera la confusione spesso proveniente più dal “management” delle collab che dalla vera e propria collocazione di queste ultime all’interno dell’ampia brand machine. Poiché, poste le basi della brand equity, è naturale che le collaborazioni come qualsiasi altro strumento di marketing debba perseguire brand knowledge e risultati differenziali sul e dal mercato!
Alcune tra le principali questioni manageriali che occorre considerare – e su cui è necessario soffermarsi con estrema attenzione - attengono:
Vi lascio questa domanda...
...ma rispetto a tutte le collab che ci avvolgono, in diverse forme e per diversi settori e categorie, il loro “vero” successo da cosa dipende?