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La leadership all'opera

Fin dal primo giorno di lezione l’aula ha esercitato su di me un grande fascino. È un luogo unico dove diverse personalità e esperienze convergono con un obiettivo comune: mettersi in gioco per nutrire se stessi e la società a cui appartengono. Ciascuno portando con sé un bagaglio unico di conoscenze, prospettive e aspirazioni. Discutendo di leadership la persona viene messa al centro e ogni volta assisto ad un intrecciarsi di storie di vita e percorsi educativi, dove il desiderio di apprendere si coniuga con la volontà di contribuire al bene comune, formando individui consapevoli del proprio ruolo nella società. L'aula diventa un luogo di scambio continuo, dove le idee si mescolano, le opinioni si confrontano e la collaborazione diventa la linfa vitale per il nutrimento reciproco.

 

Abbiamo appena concluso la Human Capital Concentration Week, settimana che dedichiamo a riflettere con i nostri Executive MBA sul capitale umano, ovvero sul valore della persona all’interno delle organizzazioni. È una settimana disegnata con l’idea di approfondire il ruolo della leadership nel contesto attuale e discutere delle sfide inerenti alla gestione delle persone. Ma la Human Capital Concentration Week non è stata solo questo. Si è andati oltre.  È successo, come altre volte (ancora non così frequenti come ci si auspicherebbe) l’inaspettato. Ovvero il cambiamento è iniziato già in aula. Abbiamo visto accadere la leadership di cui parliamo (e purtroppo spesso restano solo parole) davanti a noi.

 

In altre parole, il processo formativo si è trasformato in un'esperienza arricchente in cui ciascun partecipante, grazie alla propria unicità, ha contribuito attivamente a tessere una trama educativa che è andata oltre i confini dell'aula stessa, influenzando positivamente il tessuto sociale a cui ognuno appartiene. L’abbiamo visto succedere mentre eravamo in aula e attraverso i racconti di ciò che succedeva a valle di ogni giornata nelle proprie case, con i propri colleghi ed amici. L’ho letto in alcune email ricevute durante il weekend, che riassumerei con l’espressione usata da un partecipante “roba che cambia la vita”.

Come è potuto succedere? Di sicuro non per magia. Quarantasei persone hanno dimostrato in aula la propria leadership e hanno lasciato che questa fiorisse. Come?

In primis attraverso l’umiltà. Sono tutte persone con alle spalle almeno quindici/vent’anni di esperienza in ambito professionale. Certamente in questi anni hanno sviluppato e consolidato la propria esperienza, le proprie opinioni, la propria prospettiva. Hanno però deciso di usare questa esperienza non come strumento per opporsi al cambiamento, cercando di difendere una propria posizione, ma l’hanno messa al servizio dell’intera aula portando esempi, idee, vita vissuta, dubbi. Sempre con l’obiettivo finale e il desiderio di essere sfidati e di comprendere più a fondo ciò di cui stavamo parlando. A questo si lega la curiosità che hanno messo in campo fin dal primo istante. Curiosità di imparare da noi docenti ma anche curiosità di imparare dai propri colleghi, l’uno dall’altro. Si sono messi in ascolto, un ascolto attivo, attento all’esperienza altrui, alla diversità altrui e a lasciarsi portare dove l’altra persona desiderava per poi avviare un confronto, in cui nessuna delle parti si è “risparmiata”. Hanno dimostrato empatia e compassione, accogliendo il punto da cui l’altro partiva, senza pretese ma con il desiderio di costruire insieme una nuova consapevolezza. In questa classe abbiamo trovato e stabilito insieme un obiettivo comune ma contemporaneamente abbiamo considerato e provato a valorizzare gli obiettivi di ognuno, quelli individuali. Sono tutti rimasti presenti - non parlo solo dell’essere fisicamente presenti in aula - ma presenti con mente e corpo per tutta la durata del corso con tenacia (i temi affrontati spesso erano tutt’altro che “leggeri”), accettando di stare a regole condivise per il benessere collettivo e dimostrando disponibilità a cambiare i propri piani e le proprie priorità per raggiungerlo. Infine hanno trovato il tempo e il modo di ringraziare chi li ha accompagnati in questa intensa settimana. La leadership non avviene nel vuoto cosmico, ma avviene con e attraverso le persone. Raggiungiamo i nostri obiettivi, cresciamo come esseri umani, spesso in virtù di un rapporto e quindi è bene sapere anche come esprimere la propria gratitudine, specialmente per ciò che scontato non è.

Insegniamo la leadership nelle nostre aule ma a volte abbiamo il grande privilegio di vederla all’opera.

Un grazie di cuore a questa bellissima aula.

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