Andrea Bonini, CFO e Executive Director Gruppo Prada: il CFO e il giusto bilanciamento tra breve e lungo termine

EMF - Executive Master in Finance CFO Series

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Il CFO deve essere preoccupato di tutto, deve pensare a tutte le variabili per anticipare gli eventi invece di essere costretto a reagire in maniera affrettata. Allo stesso tempo, deve interagire con il management, CEO in testa, per bilanciare le esigenze di breve periodo e le opportunità di crescita di lungo periodo che, specie in un’azienda a controllo familiare, hanno un’estrema rilevanza. Questi alcuni dei messaggi importanti emersi dalla CFO Series di Andrea Bonini, CFO e Executive Director del Gruppo Prada, che ha incontrato i partecipanti di EMF - Executive Master in Finance , diretto da Andrea Beltratti, EMF Academic Director e Alessia Bezzecchi, EMF Program Director in occasione della EMF CFO Series organizzata nell’ambito dello Strategic Finance Lab del Professor Claudio Scardovi Equity Partner Deloitte.

 

Il background professionale. “Quali i punti salienti della tua carriera professionale?” chiede il Direttore dello Strategic Finance Lab. “Dopo la laurea in Bocconi e un’esperienza in una boutique di M&A ho lavorato per 17 anni a Goldman Sachs a Londra. Nei primi anni mi occupavo in maniera trasversale di aziende di tutti i settori, e successivamente mi sono concentrato su consumer retail con responsabilità europea del mondo brand. Tra i miei clienti c’era il Gruppo Prada che nel 2021 ho aiutato a preparare un importante Capital Markets Day, organizzato per la prima volta dall’IPO fatta a Hong Kong. In seguito a quell’esperienza ho deciso di accettare una nuova sfida professionale proprio presso il Gruppo Prada di cui sono Chief Financial Officer”. Quali le principali motivazioni della tua scelta professionale?”. “Dopo tanti anni in investment banking sentivo la curiosità di esplorare altri ambiti professionali e proseguire il mio percorso con elementi nuovi. In più c’era la passione per il settore del lusso, ammirazione e convinzione che il Gruppo Prada avesse un potenziale ancora largamente inespresso.”

 

Il settore del lusso e il contesto internazionale. “Quali sono gli elementi rilevanti dell’attuale contesto dal punto di vista del settore del lusso?” “Il livello di incertezza è elevato come non mai per via delle tensioni geopolitiche, le recenti dinamiche sui dazi, ma dobbiamo anche considerare le peculiarità della crescita elevata degli ultimi anni. Post Covid ci sono stati anni di domanda straordinaria, i prezzi sono aumentati molto. Se guardiamo alla domanda da clientela cinese, pesano sia i fattori macroeconomici, sia il crescente desiderio dei consumatori di vivere esperienze come i viaggi, dopo anni di limitazioni. Tuttavia, in ottica di lungo periodo, il settore ha mostrato dinamiche storiche molto attraenti, con tasso di crescita pari al doppio di quello del prodotto interno lordo mondiale e marginalità elevate. In tutto questo è interessante notare come la scala sia diventata un fattore critico di successo sempre più importante, e la concentrazione sia aumentata; i player del lusso con scala rilevante sono pochi nel contesto internazionale.” “Cosa potrebbe succedere nel futuro?” “Credo la situazione possa normalizzarsi ma il consolidamento potrebbe continuare. Tra i motivi di questa crescente importanza delle economie di scala troviamo anche l’evoluzione del modello di distribuzione, che nel tempo è diventata in misura crescente diretta, invece che wholesale”.

 

Il Gruppo Prada. “Il Gruppo realizza circa 5,6 miliardi di euro di ricavi, la capitalizzazione alla Borsa di Hong Kong è di circa 13 miliardi di euro, e gli occupati globali sono oltre 15.000 di cui circa un terzo impiegato direttamente nelle nostre 25 unità produttive, quasi interamente in Italia. Il know-how manifatturiero è un elemento chiave del DNA del Gruppo. La recente acquisizione di Versace è un’opportunità seguita da tempo e maturata al momento giusto, per tre motivi fondamentali: 1. Versace ha un brand la cui notorietà lo colloca tra i primi a livello mondiale, 2. è un brand complementare al portafoglio esistente dal punto di vista di posizionamento e 3. può essere integrato nell’infrastruttura e piattaforma industriale del Gruppo Prada.

 

La quotazione sul mercato azionario: “Che cosa pensi in termini generali della relazione tra quotazione sul mercato azionario e creazione di valore per l’impresa?“. “Il mio parere è positivo. È vero, come molti notano, che essere quotati aggiunge vincoli e aumenta in una certa misura i costi, ma la quotazione porta disciplina, ad esempio in termini di processi decisionali, di pianificazione e programmazione, nonché risonanza a strumenti per attrarre talenti. Il Gruppo Prada si era quotato in Asia anche per visibilità e relazione con un importante mercato di sbocco”.

 

Il ruolo del Chief Financial Officer: “Il CFO deve preoccuparsi di tutto, ma nel senso letterale della parola, guardando avanti alle diverse variabili e cercando di anticipare gli eventi invece di essere costretto a reagire in maniera affrettata. E’ un ruolo in cui la disciplina è importante e altrettanto importante è la capacità di bilanciare in modo corretto le esigenze di breve periodo con le opportunità di lungo periodo. In tutto questo il CFO deve essere un interlocutore chiave per il CEO e per tutti gli altri manager dell’azienda”. 

 

I consigli per i partecipanti EMF: la EMF CFO Series si chiude con la domanda di rito, che pur essendo molto generale ha in questo caso una risposta piuttosto precisa: “Una carriera professionale di successo a mio parere è molto legata a una forte ownership dei progetti, al senso di responsabilità. Occorre capire cosa fare e poi lavorare al meglio delle proprie possibilità, trattando anche gli interlocutori interni ed i propri capi come dei clienti.

Tre consigli:

  1. mantenere la voglia di imparare e l’entusiasmo per il lavoro quotidiano.
  2. creare una squadra e una comunità con le persone con cui si lavora quotidianamente per avere un rapporto che sia basato su stima, rispetto e anche su momenti più leggeri di svago.
  3. mostrare la propria voglia di crescere. La timidezza non aiuta e rischia invece di penalizzare persone che hanno invece legittime ambizioni di crescita e tutte le possibilità per raggiungere i propri obiettivi”.

 

SDA Bocconi School of Management

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