
- Data inizio
- Durata
- Formato
- Lingua
- 21 mag 2025
- 17 giorni
- Blended
- Italiano
Fornisce le conoscenze e gli strumenti fondamentali per un effettivo esercizio della funzione di direzione della PA.
La scorsa settimana si è tenuta per la prima volta in Italia (nella Reggia di Caserta, sede della SNA) una riunione del Gruppo di Esperti per la Pubblica Amministrazione e la Governance, presieduto dalla DG Reform della Commissione Europea che riunisce i Ministeri della Funzione Pubblica degli Stati Membri UE e - a titolo di osservatori - le istituzioni internazionali (a partire dall’OCSE) e altri esperti e stakeholder impegnati nella modernizzazione della PA. Tra i promotori, il diplomatico bocconiano Francesco Leone, esperto di collaborazione multilaterale europea, e Daniele Dotto, Vice Direttore Governance e Pubblica Amministrazione nella Commissione Europea, esperto di lunga data di programmi di supporto tecnico allo sviluppo della capacità amministrativa dei paesi membri dell’Unione.
Abbiamo iniziato un percorso comune per definire assieme i contenuti del ComPAct, la prima Comunicazione in materia di pubblica amministrazione che la Commissione presenterà in autunno, ai sensi dell’art. 197 del Trattato TFUE, e che rappresenterà il nostro quadro di riferimento strategico per i prossimi anni. Su proposta del Ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo, è stato avviato un “Dialogo di Caserta” per avviare fin da subito alcuni progetti concreti, ancor prima dell’adozione formale del ComPAct.
In che modo per l’Italia e la sua Pubblica Amministrazione la collaborazione europea è un’opportunità?
È una grande opportunità perché - su iniziativa anche dell’Italia - intendiamo promuovere almeno tre progetti qualificanti nei prossimi mesi: la creazione di un Passaporto Europeo delle Competenze che rappresenti una sorta di tassonomia dei competency frameworks adottati a livello europeo e nazionale, e che sia di incentivo alla mobilità del pubblico impiego fra istituzioni europee e Stati Membri, una sorta di “Erasmus” della Pubblica Amministrazione. E poi anche la costituzione di una rete di centri di eccellenza e innovazione per l’alta formazione, a partire dalla SNA e una nuova iniziativa europea per la leadership dei dirigenti apicali. Così come con il Bologna Process venticinque anni fa si posero le basi per uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore, l’ambizione è quello di avviare ora, nel rispetto delle diversità nazionali, un autentico Spazio Europeo della Formazione per il pubblico impiego.
Dal tuo punto di vista, che beneficio trarrebbe l’Italia da una dirigenza pubblica più europea e internazionale?
Penso che già oggi, anche grazie al ruolo propulsivo del Dipartimento della Funzione Pubblica e della SNA in questo ambito, la dirigenza pubblica italiana sia già fortemente interconnessa con i vari network europei e multilaterali: penso alla nostra assidua partecipazione all’EUPAN - European Public Administration Network - alle nostre attività in seno al Public Governance Committee dell’OCSE, di cui proprio a Caserta ospitiamo da dieci anni un Centro di Formazione, ma anche agli oltre 200 funzionari italiani che lavorano come Esperti Nazionali Distaccati presso le istituzioni europee, e che questa settimana si riuniranno per la tradizionale Assemblea annuale di CLENAD Italia. Secondo me il beneficio principale che trarremo dal ComPAct è l’opportunità di disporre di nuovi strumenti permanenti di accompagnamento e di interconnessione reciproca: a partire dal programma PACE – Public Administration Cooperation Exchange, a cui già partecipiamo in un progetto multi-Paese assieme alla Francia e a una decina di altri Paesi.
Il meeting è andato molto bene, nel senso che ci ha consentito di rinforzare il gruppo di esperti nel suo ruolo consultivo in merito alle attività della Commissione nel campo della PA. Gli esperti hanno fatto presente le loro necessità in materia di azione europea per la PA, le aree dove non vedono necessariamente valore aggiunto, ma anche le “linee rosse” di un eventuale intervento comunitario. Da parte nostra abbiamo avuto modo di presentare le principali linee tematiche della nostra futura Comunicazione in materia di PA, reiterando la nostra visione e comprensione del nostro ruolo e valore aggiunto. Quindi, un dialogo aperto e costruttivo, che tiene conto delle esigenze istituzionali ma che ha dimostrato grande pragmatismo dalle due parti, Commissione e Stati Membri. Ho avuto modo di constatare un vero spirito di cooperazione, nel rispetto dei rispettivi mandati e ruoli.
Dalla prospettiva di Bruxelles, come sta andando l’agenda di riforma della PA italiana?
Non posso parlare a nome di Bruxelles ovviamente. Quello che posso comunque condividere è il mio sentimento – totalmente apolitico – basato su quanto osservo da alcuni anni.
Esiste in Italia una vera complessità istituzionale, che non sarà facile risolvere completamente sul breve periodo; ma penso che i Ministri Brunetta e Zangrillo, in ordine cronologico, abbiano messo e stiano mettendo in atto sforzi mirati ed al passo coi tempi per modernizzare la PA italiana.
Il PNRR prevede diverse azioni che stanno prendendo piede; dalla semplificazione, al miglioramento del capitale umano alla digitalizzazione, passi avanti notevoli – e notati – sono stati compiuti. In quanto “addetto ai lavori” non ho dubbi sulle intenzioni né sui risultati conseguiti e a venire.
Dal tuo punto di vista, che beneficio trarrebbe l’Europa da una maggiore collaborazione delle dirigenze pubbliche dei paesi membri?
Le transizioni epocali alle quali stiamo facendo fronte – verde e digitale in primis – pongono l’insieme delle PA europee di fronte a sfide comuni. A queste possiamo aggiungere elementi quali la piramide d’età della PA (all’opposto di una piramide egizia), le tensioni di bilancio, la concorrenza con il settore privato e le aspirazioni dei ”millenials” … Insomma, sfide comuni e condivise. Penso che non ci sia un solo Stato Membro che non abbia lezioni da condividere: storie di successo ma anche tentativi di riforma che non sono andati come desiderato; punti di blocco per i quali la soluzione non sembra a portata di mano. La collaborazione tra dirigenze permette senza dubbio di identificare risposte comuni a sfide comuni, ma anche di rinforzare la conoscenza gli uni degli altri e capirsi meglio. Tutto ciò a vantaggio della creazione di uno Spazio Amministrativo Europeo e quindi del progetto Europa.
Le opinioni presentate in questa intervista sono esclusivamente quelle degli intervistati e non riflettono necessariamente quelle della DG REFORM/Commissione europea.