
- Data inizio
- Durata
- Formato
- Lingua
- 21 mag 2025
- 17 giorni
- Blended
- Italiano
Fornisce le conoscenze e gli strumenti fondamentali per un effettivo esercizio della funzione di direzione della PA.
Chi pensa che sia un privilegio solo di Harry Potter e degli altri aspiranti maghi poter studiare in un posto fiabesco, si sbaglia: anche gli allievi del corso concorso della Scuola Nazionale di Amministrazione hanno il loro castello. Anzi, di più: una reggia! Quella di Caserta. Un’ala del principesco palazzo, infatti, ospita da ormai diverse edizioni il prestigioso corso di preparazione alla carriera della dirigenza nello Stato. Non ci sono il Grifondoro, il Tassorosso, il Corvonero o il Serpeverde, ma anche gli oltre 130 allievi che prendono parte a questa ottava edizione del corso sono divisi in “classi” che, dopo alcuni mesi, hanno consolidato la loro personalità di gruppo e quel poco di competizione goliardica che rimanda subito ai tempi dell’Università.
Ma gli allievi non sono dei ragazzi: hanno quasi 40 anni di media, in genere una discreta ed eterogena esperienza di pubblica amministrazione e le magie stanno imparando a farle a forza di conciliare questo corso con le proprie vite di prima (case, mogli, mariti e figli inclusi) radicate in ogni angolo d’Italia.
Anche in questa edizione, una piccola delegazione di docenti di SDA Bocconi (Marta Barbieri, Lorenza Micacchi, Giovanni Valotti e la sottoscritta) ha avuto l’onore di contribuire al ricco ed eterogeneo programma di studio con alcune lezioni di management pubblico e gestione delle persone nella PA: temi che per alcuni hanno un fascino ancora vagamente alchemico, mentre per altri sono più familiari. Immersi in questa atmosfera fuori dal tempo, con lo sguardo perso nei giardini regali dove si affacciano le aule, sopraggiunge una domanda:
non sarà un po’ demodé selezionare e formare così la dirigenza pubblica del futuro?
L’archetipo di riferimento è stato a lungo il concorso dell’ENA, la scuola francese smantellata da Macron suo (infedele?) allievo dall’inizio del 2022. L’ENA, nata per dotare la Repubblica francese del secondo dopoguerra di una classe dirigente pubblica unica, forte e coesa, non più frammentata nei mille rivoli delle corporazioni pubbliche, è diventata nel corso dei decenni uno strumento di riproduzione endogena dell’élite francese. Una sorta di club para-dinastico. Il luogo di trasmissione della conservazione: dello spirito di corpo, ma anche delle logiche corporative. È troppo presto per valutare gli esiti della recente riforma e per capire quanto l’operazione sia stata di sostanza o solo di superficie. Per altro, i mali della Francia non sono i nostri: del modello italiano non si può dire che la sua dirigenza sia stata affetta da elitismo, essendo tutt’oggi tra i pochi ascensori sociali disponibili.
Ma se si guarda all’evoluzione dei modelli di reclutamento della dirigenza pubblica, ovunque il concorso pubblico tradizionale è in smantellamento
a vantaggio di strumenti che – senza perdere in trasparenza e terzietà – siano in grado di valutare con più attendibilità il profilo di leadership dei candidati a tutto tondo: esempio paradigmatico è la riforma del concorso per l’accesso alle carriere europee e all’adozione di logiche di assessment center in EPSO. Ma anche la dirigenza pubblica del Regno Unito, Irlanda, Portogallo, Belgio arriva da percorsi di selezione meno novecenteschi. Se poi si porta l’attenzione sulla formazione, l’idea che sia necessario un grande investimento iniziale e poi nessun ulteriore obbligo formativo è del tutto superata: le traiettorie di carriera sono collegate a percorsi di formazione strutturati e connessi all’esercizio del ruolo, offerti grazie ad un sistema di intensa collaborazione con i poli universitari di eccellenza e centri specializzati nell’executive education, anche con un respiro internazionale.
E in Italia? È da accogliere con grande entusiasmo la strada che ha da qualche tempo intrapreso la SNA, che ha rinnovato e ampliato la sua offerta formativa e che sta investendo su strumenti di accesso alla dirigenza innovativi e d’avanguardia, dal promettente bando del 9 Corso Concorso alle Linee guida sull’accesso alla dirigenza di cui è stata promotrice.
In questa ondata di riforme, anche il Corso concorso è destinato nel tempo a sparire? È davvero ormai démodé?
C’è un aspetto del corso concorso che richiede di essere conservato e forse persino potenziato.
I mesi passati a Caserta (purtroppo sempre meno, edizione dopo edizione) non servono tanto a fornire strumenti pret-à-porter: molto di ciò che serve e che manca si impara sul campo. Ma solo quei mesi offrono la possibilità di aprire ed alimentare una conversazione che da interna diventa pubblica e istituzionalizzata sulla costruzione dell’identità di ruolo, fatta non solo da una sommatoria di competenze tecniche, ma anche da valori e visioni la cui proposta non può essere lasciata al caso. Questi mesi saranno stati utili se saranno serviti a ciascuna/o allieva/o anche a chiedersi che dirigente voglio diventare, sapendo che è un mestiere che si può svolgere in molti modi. E a imparare a non smettere di chiederselo lungo tutto l’arco della vita. Questi mesi servono per prepararsi alla sua complessità e a rivedere alcune aspettative un po’ idealizzate che rischiano di generare non poca frustrazione, ma anche per imparare ad apprezzarne tutta la bellezza. E anche per pensarsi meno soli nell’affrontare le complessità quotidiane, parte di un gruppo di colleghe e colleghi con cui aprire un confronto e cercare soluzioni convergenti. In aula e negli anni a venire. Per quanto possa sembrare démodé, per custodire, arricchire, alimentare e anche per rinnovare l’identità di ruolo della dirigenza pubblica serve proprio una Scuola, con o senza castello o reggia. Ma serve un luogo aperto, plurale e dinamico, capace di restare nel tempo un riferimento per la classe dirigente, da cui partire e, ogni tanto, ritornare.
Buon lavoro Allieve ed Allievi dell’8 Corso Concorso: che possiate essere protagonisti di storie di pubblica amministrazione di successo e di valore e che, un giorno, possiate trasmetterle a vostra volta ai nuovi Allievi delle edizioni future.