
- Data di inizio
- Durata
- Formato
- Lingua
- 4 giu 2025
- 3 giorni
- Class
- Italiano
Questo programma può offrirti i metodi analitici e gli strumenti pratici per conoscere e governare in modo efficace la tua area di vendita.
Quando l'Organizzazione Internazionale per la Standardizzazione (ISO) introdusse le certificazioni di qualità ISO 9001 alla fine degli anni '80, chi avrebbe immaginato che aziende di ogni dimensione, incluse le leader di mercato, sarebbero state disposte a sottoporsi a ispezioni, valutazioni e a riconoscere la responsabilità delle proprie azioni? le prime aziende ad adottarle compresero che conformarsi ai requisiti e certificare le proprie pratiche aziendali poteva offrire un vantaggio competitivo nei mercati in cui i clienti danno valore alla qualità e cercano informazioni verificate per valutare i fornitori.
Un nuovo studio suggerisce di affiancare alla regolamentazione un sistema di certificazione delle pratiche aziendali e degli algoritmi delle piattaforme digitali per affrontare le distorsioni economiche, sociali e psicologiche causate da alcune delle piattaforme digitali dominanti. La certificazione offrirebbe un incentivo di mercato affinché le piattaforme rispondano meglio alle esigenze degli stakeholder, affiancandosi all'effetto deterrente delle normative.
Le preoccupazioni riguardo le pratiche e l'influenza delle piattaforme digitali dominanti sono in crescita. Queste piattaforme sono spesso accusate di manipolare il comportamento degli utenti per aumentarne l’engagement, polarizzando la società o causando danni psicologici ai più giovani. Al contempo, gli utenti fruiscono di servizi digitali che percepiscono come gratuiti, ignorando che il prezzo pagato è costituito dai loro dati personali.
L'efficacia delle normative è limitata dalla difficoltà di monitorare e far rispettare le regole. Inoltre, le piattaforme possono occultare le proprie pratiche o adottare tattiche elusive per evitare restrizioni.
Negli Stati Uniti, la difesa intransigente del libero mercato rischia di trasformare il settore in una partita di Monopoly, in cui rimangono pochi attori, sempre più grandi ed egemoni. L'Europa ha cercato di regolamentare le piattaforme attraverso normative come il Digital Services Act (DSA) e il Digital Markets Act (DMA), ma queste misure hanno mostrato alcuni limiti. Risorse limitate per il controllo, tempi lunghi di intervento e la dipendenza dall'autoregolamentazione minano l'efficacia anche delle normative più avanzate.
Lo studio solleva dunque la questione di come incentivare le piattaforme digitali a operare in modo più trasparente e responsabile.
I tre autori uniscono competenze provenienti da discipline diverse: un esperto di management con un forte interesse per le implicazioni sociali del comportamento aziendale, un giurista specializzato in regolamentazione delle tecnologie digitali e un economista con esperienza pratica in casi antitrust. Questo approccio multidisciplinare porta a un'analisi completa e a una soluzione innovativa.
Gli autori propongono un sistema di certificazione volontaria che stabilisca standard chiari per le pratiche aziendali desiderabili e indesiderabili, valutandole tramite ispezioni indipendenti. La certificazione andrebbe oltre le pratiche auto-dichiarate dalle piattaforme, estendendosi agli algoritmi per garantire maggiore trasparenza nel loro funzionamento interno.
I ricercatori si ispirano a sistemi di certificazione consolidati come ISO 9001 e B Corp, adattandone i principi al contesto delle piattaforme digitali. Il processo di certificazione prevede diverse fasi:
Oltre a garantire una maggiore trasparenza, questo approccio potrebbe ridurre l'asimmetria informativa tra piattaforme e utenti, favorendo una maggiore fiducia nell'ecosistema digitale.
La certificazione delle piattaforme digitali potrebbe avere un impatto significativo sul mercato. Sebbene le piattaforme dominanti possano inizialmente resistere a una certificazione volontaria, le piattaforme emergenti potrebbero utilizzarla per differenziarsi e guadagnare credibilità presso utenti, investitori e regolatori. Con l'aumento della loro quota di mercato, questa pressione competitiva potrebbe spingere anche le piattaforme dominanti a rivedere le proprie pratiche.
Per i decisori politici, la certificazione potrebbe rappresentare uno strumento complementare alla regolamentazione, incentivando comportamenti virtuosi anziché limitarsi a punire le pratiche dannose. Inoltre, incentivi pubblici potrebbero sostenere gli sforzi di certificazione, come finanziamenti per startup certificate che adottano pratiche prosociali o la priorità nell'ottenere appalti pubblici per le piattaforme certificate.
Un ulteriore vantaggio della certificazione è la sua flessibilità: mentre le normative possono richiedere anni per essere sviluppate e applicate, le schede di valutazione della certificazione possono essere aggiornate rapidamente per tenere il passo con l'evoluzione del mercato e delle pratiche.
Dovev Lavie, Oreste Pollicino, Tommaso Valletti. “Certification of business practices and algorithms as a complementary approach to platform regulation.” Academy of Management Perspectives Special Issue on Platform Regulation. DOI: https://journals.aom.org/doi/abs/10.5465/amp.2023.0421.
Guarda questo explainer video.