Teoria in pratica

Minacce e promesse: come l’AI incide sull’identità dei professionisti

L’intelligenza artificiale (AI) sta rivoluzionando il mondo del lavoro, automatizzando non solo attività routinarie, ma anche quelle ad elevato contenuto professionale. Questo determinerà un impatto importante sull’identità e sul ruolo dei professionisti. Un’analisi della letteratura organizzativa esistente evidenzia un quadro sfaccettato e, in molti casi, contraddittorio: se da un lato l’AI promette di migliorare efficienza, precisione e accessibilità dei servizi professionali, dall’altro rischia di minare competenze, autonomia e senso di appartenenza alle professioni.

Il contesto

Non è la prima volta che la tecnologia ridefinisce il lavoro dei professionisti. Dall’introduzione delle TAC che hanno modificato il ruolo dei radiologi, all’arrivo di internet che ha trasformato il lavoro dei bibliotecari, l’innovazione tecnologica è da sempre un motore di cambiamento. Tuttavia, l’AI si distingue perché non si limita ad automatizzare compiti ripetitivi, ma ha il potenziale di sostituire conoscenze specializzate. Per ora le poche esperienze più mature sono limitate ai campi del giornalismo o della diagnostica medica, ma in altri contesti professionali, come ad esempio il diritto, l’architettura o la revisione contabile sono in fase di rapido sviluppo.

 

La letteratura analizzata mette in luce come l’AI impatti su due livelli distinti: l’identità professionale individuale e l’identità collettiva di una professione, prospettando opportunità e minacce. Anzitutto, il cambiamento riguarda il modo in cui i professionisti vedono sé stessi e il loro ruolo, con particolare riferimento alle dimensioni di competenza, servizio, etica e autonomia.

 

In secondo luogo, l’AI ha il potenziale di ridefinire i confini tra le professioni, di modificarne la rilevanza sociale e la legittimità, e di ridefinire la numerosità dei professionisti necessari per erogare i servizi.

La ricerca

L’analisi della letteratura mostra che uno degli effetti positivi più evidenti dell’AI è la possibilità di qualificare le competenze liberando tempo per compiti a più alto valore aggiunto grazie alla possibilità di delegare delle attività ripetitive.

 

In ambito medico, ad esempio, le tecnologie di AI possono supportare la diagnosi, ridurre gli errori e ottimizzare la gestione dei pazienti, consentendo ai professionisti di concentrarsi su attività a maggior valore aggiunto e alla relazione con il paziente. Inoltre, l’AI può essere un valido strumento di supporto per i professionisti meno esperti, ad esempio suggerendo soluzioni più specialistiche o creative, o mettendo a disposizione competenze avanzate a medici generalisti che operano in contesti rurali, incrementando così l’equità di accesso dei pazienti. Oppure, può guidare le decisioni e migliorare il livello di preparazione dei giovani professionisti, accelerandone i percorsi formativi e riducendo il rischio di errori. Può inoltre favorire la personalizzazione e la velocità dei servizi offerti agli utenti, valorizzando così anche la professionalità degli operatori.

 

Anche nel settore legale, l’AI può automatizzare la revisione di documenti, incrementando l’efficienza e riducendo il carico di lavoro amministrativo.

 

Tuttavia, se da un lato l’AI può essere un prezioso alleato, dall’altro può anche rappresentare una minaccia alla professionalità. Uno dei rischi principali è il cosiddetto “deskilling”, ovvero la perdita di competenze dovuta a un’eccessiva dipendenza dalla tecnologia, che porta gradualmente a perdere la capacità di esercitare il proprio giudizio, affidandosi ciecamente alle soluzioni generate dagli algoritmi. Inoltre, il lavoro potrebbe diventare ripetitivo laddove si limitasse a controllare e validare quanto prodotto dall’AI. Anche la relazione con i clienti potrebbe risentirne: la possibile riduzione delle interazioni umane dirette e la difficoltà dell’AI nel comprendere le sfumature emotive rischiano di impoverire la qualità del servizio. Ulteriori elementi potenzialmente critici sono, inoltre, quello della responsabilità dei servizi professionali offerti dall’AI, con le evidenti implicazioni etiche.

 

Oltre a trasformare l’identità individuale dei professionisti, l’AI ha il potenziale di ridefinire l’identità collettiva e il posizionamento stesso delle professioni. Se in alcuni casi, l’introduzione dell’AI potrebbe rafforzare la legittimità di una professione, migliorandone la reputazione, in altri, la perdita di competenze chiave potrebbe portare a una riduzione della loro rilevanza, oltre che del numero dei posti di lavoro.

 

Probabilmente, i due fenomeni si verificheranno in parallelo, con una progressiva re-stratificazione delle professioni. Un esempio evidente riguarda il giornalismo, dove l’AI può generare articoli compilativi in tempi record, ma non può sostituire il valore dell’inchiesta sul campo e della sensibilità umana nel raccontare le notizie. Di conseguenza, si ridurrà il numero dei giornalisti, ma la rilevanza sociale del giornalismo di qualità e il lavoro dei giornalisti ne risulterà valorizzato. Lo stesso accadrà con i revisori contabili, dove si prevede una qualificazione della professione accompagnata però da una riduzione complessiva degli organici molto rilevante.

Conclusioni e implicazioni

L’impatto dell’AI sulle professioni dipenderà da diversi fattori. L’accoglienza sarà positiva e favorita quando l’AI è vista come supporto alla professionalità o alla qualità del servizio e come riduzione delle attività a basso valore aggiunto. Viceversa, la resistenza sarà più alta se l’AI è percepita come uno strumento volto unicamente alla riduzione dei costi o all’aumento della produttività. Anche le caratteristiche individuali dei professionisti giocheranno un ruolo chiave: coloro che possiedono già competenze tecnologiche o un’attitudine all’innovazione tendono ad accettare più facilmente l’adozione dell’AI. Infine, il contesto organizzativo e normativo sarà determinante, e l’accettabilità è ad esempio favorita ove esistano ad esempio solidi framework etici e deontologici per l’utilizzo dell’AI.

 

Il potenziale dell’AI nell’incrementare efficienza ed efficacia del lavoro, anche nei contesti professionali, è straordinario. Tuttavia, ciò genererà in tempi molto brevi la ridefinizione delle identità dei professionisti, la trasformazione delle professioni, e la scomparsa di posti di lavoro in attività tradizionali. Il fenomeno è ancora agli inizi e serve sviluppare solide evidenze empiriche in diversi settori per comprendere l'impatto sui lavoratori professionisti nei contesti organizzativi, e poterlo così governare efficacemente da un punto di vista organizzativo e di policy.

 

Ciò che è certo, è che il futuro delle professioni dipenderà dalla capacità di trovare un equilibrio tra l’adozione dell’AI e il mantenimento dei valori fondamentali della professionalità quali la competenza, il servizio, l’etica e l’autonomia, che continueranno a essere gli elementi qualificanti del lavoro professionale agli occhi dei professionisti, dei clienti/utenti, e della società nel suo complesso.

 

Sartirana, M., Salvatore D., (2025) “The Impact of Artificial Intelligence on Professionalism in Organizations: A Literature Review.” In Prospettive in organizzazione. 28: 43-56,  https://prospettiveinorganizzazione.assioa.it/the-impact-of-artificial-intelligence-on-professionalism-in-organizations-a-literature-review/.

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