#ValorePubblico

Frammenti di Discorsi Costituenti sul Concorso Pubblico

Mentre si discute su come saranno i concorsi ai tempi di distanziamento sociale, sono andata alla ricerca delle loro origini. Per una non costituzionalista (ma nemmeno giurista) come me è stata una bella scoperta. Il 24 ottobre 1947, nella seduta pomeridiana, l'Assemblea Costituente discute così quello che poi diventerà l’art. 97, quarto comma della Costituzione Italiana: «Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge».

 

Presidente Terracini: Passiamo al secondo comma: «Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni e negli enti di diritto pubblico si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge».

Fabbri: Chiedo di parlare.

Presidente Terracini: Ne ha facoltà.

Fabbri: Io pregherei di mettere questo comma ai voti per divisione, in quanto sono d'accordo per il concorso agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni, ma credo eccessivo, e credo anche che possa essere un grave errore, quello di rendere obbligatorio il concorso anche per gli impiegati degli enti di diritto pubblico, perché con l'espressione generica di enti di diritto pubblico si abbraccia un'infinità di enti, molti dei quali, fra l'altro, regolano il rapporto di impiego con i loro dipendenti in base alla legge sull'impiego privato, con la competenza, quindi, dei tribunali ordinari per le relative controversie, le quali non rientrano nella competenza del Consiglio di Stato. Se, ad esempio l'Ente per la protezione degli animali, per cambiare un cassiere o un usciere, dovesse fare un pubblico concorso, la spesa per il pubblico concorso sarebbe superiore allo stipendio di molti mesi dell'impiegato. L'espressione «enti pubblici» è di una genericità tale che vi sarebbero compresi innumerevoli enti: è inutile fare un'esemplificazione. Comunque, se per ogni impiegato si dovesse fare un concorso, sarebbe la fine del mondo.

Se, ad esempio l'Ente per la protezione degli animali, per cambiare un cassiere o un usciere, dovesse fare un pubblico concorso, la spesa per il pubblico concorso sarebbe superiore allo stipendio di molti mesi dell'impiegato.

Tosato: Chiedo di parlare.

Presidente Terracini: Ne ha facoltà.

Tosato: Indubbiamente l'osservazione dell'onorevole Fabbri è pertinente date la molteplicità e la varietà degli enti di diritto pubblico. Noi ci rendiamo perfettamente conto del fondamento della obiezione da lui sollevata. Vorrei pregare però l'onorevole Fabbri di trasformare la sua richiesta in suggerimento alla Commissione, la quale cercherà una formula più esatta. Sul principio generale che per gli uffici pubblici, intesi in senso stretto, occorra un pubblico concorso, credo siamo tutti d'accordo, perché esso rappresenta una garanzia.

Fabbri: Chiedo di parlare.

Presidente Terracini: Ne ha facoltà.

Fabbri: Il mio spirito è il più vicino possibile alla richiesta dell'onorevole Tosato; solo mi domando se è una questione di coordinazione e di sola opportunità di dicitura, che possa rientrare nella competenza del Comitato di redazione, quella di far sparire gli enti pubblici, oppure di farne una precisazione tale di determinate categorie, onde per lo meno si comprenda che si tratta di quegli enti pubblici, ad esempio, i cui dipendenti sono soggetti alla giurisdizione del Consiglio di Stato. Stabilendo un criterio direttivo si potrà pervenire in senso lato ad una certa classificazione, ma, in difetto, varianti di pura forma alla norma potrebbero far nascere un pasticcetto. Mi rimetto comunque al parere dell'Assemblea.

Stabilendo un criterio direttivo si potrà pervenire in senso lato ad una certa classificazione, ma, in difetto, varianti di pura forma alla norma potrebbero far nascere un pasticcetto.

Tosato: Chiedo di parlare.

Presidente Terracini: Ne ha facoltà.

Tosato: Volevo accennare appunto alla possibilità e al compito della Commissione di trovare una formula restrittiva rispetto a quella generica e amplissima di «enti di diritto pubblico». Comunque, mi permetto di far osservare all'onorevole Fabbri che nell'ultima proposizione del comma si dice «salvo i casi stabiliti dalla legge»; in questa formula si ha precisamente la possibilità di venire incontro alle difficoltà sollevate dallo stesso onorevole Fabbri.

Presidente Terracini: Di fronte alla richiesta dell'onorevole Fabbri, occorre comunque votare per divisione.

Pongo in votazione le parole: «Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni».

(Sono approvate).

Pongo in votazione le parole: «e negli enti di diritto pubblico»

(Non sono approvate).

Pongo in votazione le restanti parole: «si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge».

(Sono approvate).


 

Nell'ultima proposizione del comma si dice «salvo i casi stabiliti dalla legge», in questa formula si ha precisamente la possibilità di venire incontro alle difficoltà sollevate dallo stesso onorevole Fabbri.

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