Branded World

Sustainability & Brands in the Fashion Industry

Prendo spunto da un incontro dal titolo “Sustainability & Brands in the Fashion Industry”, in lingua inglese - perché l’indirizzo internazionale lo richiede (!) - con ospiti (“monster-brand”!) nazionali o dall’imprinting italiano per sostenibilità (Ferragamo), fashion (Valentino) e strategie trasformative e circolari che partono dall’India (I was a Sari).

 

Il Convegno era dedicato ai nostri studenti del Master of Science in Marketing Management della Bocconi, che hanno mostrato un crescente interesse ai temi della sostenibilità, nel corso del tempo, come del resto accade nel business, nel branding e nella comunicazione!

Sostenibilità: per chi?

Sono numerosi i termini e la frequenza di attività, divenute parte del “gergo e delle pratiche manageriali” (dell’organizzazione, del management, di comunicazione, di branding, etc.) per imprenditori, manager, investitori, dipendenti, persone – basti pensare a tutto ciò che con crescente inistenza si ascolta, di cui siamo ormai avvezzi a parlare o a cui far riferimento: emissioni di gas serra, raccolta differenziata, riciclo, economia circolare, bilancio di sostenibilità, disclosure non finanziaria, matrice di materialità, stakeholder engagement, tracciabilità di filiera, life cycle assessment, etc.

 

A conferma che il percorso alla sostenibilità (il cui cappello è quanto mai ampio e impervio!) è ormai avviato, per alcuni brand già da tempo, risultando da sempre ben presente nella propria agenda, sebbene non venendo esplicitamente specificato quale elemento/strumento/attività di sostenibilità; per altri brand, ancora, è divenuto il DNA, l'essenza di marca sin dalla nascita, recente o recentissima; per altri ancora è apparso come il "quid" necessario e da affrontare, sviluppare, affiancare ad altri valori e/o scelte strategiche.

 

Tutto ciò va di pari passo al crescente interesse nei confronti della sostenibilità. Argomentazioni e strategie a “sostegno della sostenibilità” sono ampiamente recepite dalle giovani generazioni, sempre più attente e sensibili ai temi ambientali e sociali; vengono vissute quale opportunità di trasformazione tecnologica aperta dal Green Deal; sono divenute una componente valutativa (rischi ESG) fondamentale per la sopravvivenza stessa dell’impresa a fronte dei processi valutativi sui profili di rischio di banche e investitori.

 

L’obiettivo è chiaro: coinvolgere i diversi interlocutori all’interno o all’esterno d’impresa (stakeholder è il termine propriamente utilizzato da anni, in ambito accademico e non, ogniqualvolta si affronti il tema della Sostenibilità!) e avviare una “promessa” (così cara al branding!), realizzare con essi un “patto”, costruire un commitment che diventi guida e indirizzo nelle strategie delle marche sostenibili.

E nel fashion?

Le grandi sfide globali ambientali e sociali sono diventate questioni strategiche per le imprese di tutto il mondo; da un lato, politiche e nuovi piani di investimento europei perseguono l’obiettivo di incrementare la sostenibilità e creare un’economia climaticamente neutra, competitiva e inclusiva; dall’altro, la sostenibilità – così come affermato dal collega Francesco Perrini: “è ormai divenuta un’importante – basilare e necessaria - scelta strategica per le imprese”, tanto da passare ed essere acclamata quale uno dei valori fondanti di impresa affinché essa stessa si nutra e si alimenti di quelli che sono e/o hanno rappresentato nel tempo il DNA dell’impresa stessa.

 

Non desta meraviglia, quindi, che:

 

Ferragamo sia e rimanga uno dei principali branchmark in termini di sostenibilità. Proprio perché ha dichiarato e preso atto di questa scelta incontrovertibile sin dal 2014, primo anno in cui è stato realizzato il Bilancio di Sostenibilità e avviato un Green Team aziendale, allora agli albori, portando avanti un commitment basato sui valori aziendali di creatività, innovazione e artigianalità e costellando la sua strategia con innumerevoli iniziative nel corso del decennio (https://sustainability.ferragamo.com/it), sino ad inserire il bilancio di sostenibilità all’interno dell’Annual Report (già dal 2020), ancor prima che esso divenisse una “combined” richiesta e obbligatoria a partire dall'imminente futuro;

 

I was a sari è divenuto un caso di studio all’interno della nostra Scuola (https://www.sdabocconi.it/it/sda-bocconi-insight/casi-di-management/moda-design-e-lusso-sostenibilita-gestione-delle-operations-e-della-tecnologia/iwasasari-lupcycling-competitivo-e-sostenibile) e un brand pluripremiato a livello mondiale, nonché partner “strategico e operativo” di numerose aziende (es. Gucci) e ONG. Il suo operato deve essere da monito per tutte le imprese, i brand e le start-up che intendano indirizzarsi alla sostenibilità ed alla circolarità;

 

Valentino, oltre ad evidenziare nel suo “shared value” valori portanti quali “etica e sostenibilità”(https://jobs.valentino.com/content/OUR-VALUES/?locale=it_IT#:~:text=In%20Maison%20Valentino%20la%20maestria,di%20crescita%20personali%20e%20professionali), ha creato un percorso sostenibile (dal “me” al “noi”) dall’atelier alla Community, con l’obiettivo di progredire e prosperare nel rispetto dei tre pilastri dell’operato della maison: “people, product, planet”.

Quindi?

In conclusione, facendo tesoro di quanto ascoltato e appreso durante l’incontro, possiamo affermare che nel fashion, così come per molte altre imprese e numerosi brand appartenenti ai diversi settori, la sostenibilità significa competizione,  partecipazione al “gioco internazionale” richiedente attività, progetti e iniziative che sempre più si innestino all’interno di comunità globali (dal "me" al "noi" di Valentino) con prodotti di lunga durata (da “I was” a “I am”, così come dichiara I was a sari), partnership strategiche e forti connessioni con le persone interne ed esterne all'azienda (stakeholder rappresentati da: artigiani, dipendenti, clienti e consumatori di tutte le generazioni, classi agiate o disagiate, …) gestendo relazioni a 360° e nel day-by-day all’interno di business model diversi purché sostenibili (come nel caso di Ferragamo che ha intrapreso questo percorso a partire da circa un decennio), per essere sempre un passo avanti!

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