Casi di management

I was a Sari: l’upcycling competitivo e sostenibile

I principi della sostenibilità ambientale e sociale possano generare vantaggi economici e di forte impatto sul territorio. Lo conferma il caso di un’azienda di moda nata a Mumbai nel 2013, che dimostra anche come modelli di business inclusivi e basati su partnership locali offrano ottimi esempi di economia circolare.

La sfida

I principi della sostenibilità sociale e ambientale possono contribuire alla creazione e alla crescita di un’impresa? È possibile imprimere un cambiamento ispirato a tali principi attraverso un modello di business che coniughi competitività, inclusione e rispetto dei canoni dell’economia circolare?
Tali sono le sfide alla base dell’impegno di I was a Sari (IWAS), un’azienda di moda nata a Mumbai dall’idea dell’imprenditore italiano Stefano Funari. L’obiettivo di IWAS è offrire una linea unica di prodotti (accessori moda, borse, gioielli, abbigliamento, scarpe e prodotti per la casa) realizzati attraverso l’upcycling del sari, il tradizionale indumento indiano, e tramite la formazione e il lavoro artigianale di donne provenienti dai quartieri più poveri della città.

I numeri del caso

 

Settore: tessile e abbigliamento

Proprietà: 100% di proprietà di 2nd Innings Handicrafts Private Limited

Sede: Mumbai, India

Fondazione: 2013

Partner: Gucci, Oxfam Italia, ONG locali

 

Alla fine del 2012 Stefano Funari si rivolse al Dipartimento di Design del Politecnico Milano per chiedere supporto nella realizzazione di un’impresa, competitiva e sostenibile, che impiegasse principalmente persone svantaggiate e donne prive di qualifica professionale. Il suo progetto imprenditoriale era basato su due pilastri: l’upcycling, il processo di riuso di oggetti o materiali di scarto, e il sari, un drappo di tessuto lungo fra i 5 e gli 8 metri e largo circa 1, molto popolare in Asia meridionale. L’idea di Funari era di reinventare il sari, dandogli un tocco contemporaneo e internazionale e trasformandolo in un prodotto sostenibile, unico e pregiato, ma anche conveniente e a elevato impatto sociale. I processi produttivi dell’azienda comprendevano, infatti, la raccolta di sari usati presso alcuni mercati di Mumbai e l’applicazione di tecniche sartoriali ad alta intensità di lavoro alle quali erano state formate, inizialmente, 20 donne indiane tra i 18 e i 45 anni, con pochissime risorse e bassi livelli di istruzione, coinvolte grazie al supporto di ONG locali. Così nacque IWAS. 

 

Il percorso di crescita dell’azienda fu repentino. Nel corso del 2015 aderì Arun Jothi, un imprenditore della moda intenzionato a mettere le proprie risorse al servizio di cause sociali. Jothi portò con sé una profonda esperienza nel settore e una vasta rete di collaboratori e designer. Nel 2016 l’impresa sociale 2nd Innings Handicrafts Private Limited (2ndIH) acquistò IWAS e decise di reinvestire il 100 per cento dei suoi profitti nello sviluppo del progetto. Nello stesso anno venne siglato un accordo di distribuzione con Oxfam Italia per il canale di vendita del commercio equo e solidale.  

 

Assistita da due organizzazioni non governative indiane, IWAS ha nel tempo raggiunto importanti traguardi: nel 2017 impiegava già 88 artigiane, realizzando un fatturato di oltre 150.000 dollari e durante la Mumbai Fashion Week venne selezionata come uno dei marchi indiani emergenti di moda sostenibile. Nel 2018, infine, la svolta: Gucci riconobbe il grande impegno sociale e ambientale di IWAS e decise di sostenerla in diversi modi: finanziando uno speciale programma di formazione sul ricamo e supportandola nel lancio di una nuova linea di prodotti. In seguito all’intervento di Gucci, vendite e fatturato triplicarono rispetto al periodo precedente e l’impatto sociale del progetto registrò una forte accellerazione, testimoniata dalla crescita di oltre il 200 per cento sia del numero di dipendenti sia delle ore di lavoro equamente retribuite. Nel 2019 IWAS ha vinto il Circular Design Challenge Award, premio indiano per la moda sostenibile, e il Responsible Disruptive Award ai Green Carpet Fashion Awards a Milano, prestigioso evento che celebra lo stile nella moda sostenibile. 

 

Il percorso di crescita di IWAS mostra come i principi della sostenibilità possano e debbano condurre a risultati economici positivi, mentre il suo modello di business fondato su partnership con attori locali rappresenta un ottimo esempio di economia circolare e di inclusività. I centri di produzione di IWAS, infatti, non offrono solo un posto di lavoro, ma anche un ambiente sicuro in cui le donne possono concentrarsi su loro stesse e sulla propria crescita professionale per una parte della giornata. La loro dedizione e partecipazione all’intero progetto, nonché il coinvolgimento emotivo, testimoniano il successo dell’iniziativa. In questo modo, le lavoratrici sviluppano una migliore consapevolezza dei propri diritti e potenzialità personali.  

 

Coerentemente con la propria natura di impresa sociale, IWAS misura il successo aziendale non solo guardando alla crescita economica, ma anche monitorando gli impatti sociali e ambientali generati. L’impresa, inoltre, si distingue per l’eccellenza e la sostenibilità dei propri prodotti. I processi di produzione iniziano con un attento controllo di qualità sul materiale in ingresso, proseguono con la creazione e la rifinitura dei pezzi con diverse tecniche di cucitura e lavorazione manuale e si concludono con un secondo controllo di qualità sui prodotti finiti. Infine, questi ultimi sono immessi sul mercato tramite diversi canali di vendita (offline indiretto e online diretto). Nulla viene sprecato: il 100 per cento dei sari impiegati per la produzione viene riutilizzato e tutti gli scarti vengono donati a una ONG indiana che li trasforma in assorbenti igienici per le donne degli slum e dei villaggi attorno a Mumbai.  

Conclusioni e implicazioni

  • Il progetto di IWAS dimostra come principi di sostenibilità sociale e ambientale possano fungere anche da leve per la prosperità economica. Il processo di upcycling consente di ridurre sprechi e inquinamento e di abbattere i costi delle materie prime. Inoltre, il legame con il territorio e la sua comunità è mantenuto intatto e valorizzato, e questo induce i consumatori occidentali – sempre più attenti all’impatto dei propri comportamenti di acquisto – ad accettare un premium price per ottenere prodotti sostenibili. 
  • Coinvolgere nel purpose aziendale il personale interno e la comunità esterna di riferimento è un passaggio fondamentale per il successo di un’iniziativa sociale e imprenditoriale. 
  • Sfidando il concetto tradizionale secondo il quale i profitti sono l’obiettivo principale di un’impresa, IWAS dimostra come mettere al centro del proprio operato una causa sociale possa rivelarsi il modello giusto da perseguire, misurando il proprio successo secondo indicatori non solo economici e reinvestendo i profitti in missioni sociali. 

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