Branded World

Subscription o Collection?

Rilevanza per il branding

Recentemente abbiamo sentito più volte parlare di “subscription economy”, ovviamente questi titoli (mi riferisco ad “economy”) vengono impiegati per rendere più roboanti e attrattive - catching per usare un termine più moderno! – alcune strategie o tattiche attraverso cui si intende sottolineare ed esprimere “quel qualcosa in più” rispetto allo storico e semplice abbonamento.

 

L’impiego della “subscription” da parte di un numero crescente di aziende e/o brand - new entry, start-up, non più in fase early stage ma anche di accelerazione, ovvero consolidati o affermatisi in diversissimi settori - evidenzierebbe la tendenza assunta negli ultimi anni dalla personalizzazione dell’offerta attraverso prodotti+servizi e, più precisamente, processi volti alla creazione e alla realizzazione di servizi - la cosiddetta “servuction” (Eigler e Langeard, 1989) - nei confronti della propria customer-base per la retention e, quindi, la brand loyalty.

 

Detto in altri termini, l’angolazione cambia se andiamo da una visione più strategica, in cui l’orientamento di lungo termine giustifica modelli di business basati sulle sottoscrizioni (il cd. “subscription model”) con l’intento di raggiungere la retention e la fedeltà del consumatore attraverso più strumenti e servizi creati e realizzati a tal fine, versus una visione più strumentale e operativa che consideri la sottoscrizione lo strumento ideale per “arruolare” i consumatori, accrescendo la sola attraction, attraverso modalità e tecniche connesse all’abbonamento.

Alcune evidenze

Il subscription model esiste da moltissimi anni; utilizzato originariamente nell’editoria - per quotidiani e riviste, sino a giungere ai libri – e nel settore televisivo (es. le Pay tv) si è via via diffuso per i servizi di intrattenimento connessi a un’ampia, variegata e sempre diversa gamma di prodotti musicali, “seriali” (es. Netflix, giusto per citarne una!) e sportivi (es. le partite di calcio) e abilitati tramite pagamenti semplici, innovativi e online.

 

Ma come afferma Rosa, mia ex studentessa, cresciuta professionalmente nel mondo delle start-up e delle subscription, <<già una decina di anni fa è partito il boom dei subscription model nel mondo dei consumer goods - vedi Hellofresh (Food), Prose (Personalised-shampoo), Curology (Skincare), Lola (Women-health e Tampons), Kiwico (kids education), Stitch fix (fashion), giusto per citarne alcuni>>. Fenomeno quindi non italiano, per ciò che riguarda il subscription model, ma di provenienza statunitense ed europea, <<che però oggi si sta diffondendo anche nel nostro paese: ad esempio, thisunique.com (assorbenti biodegradabili) e Cortilia con ibrido ecommerce +abbonamento (le cassette di frutta e verdura). Anche Amazon e Shopify hanno iniziato ad introdurre vendite in abbonamento, ma in questo caso l'abbonamento si riduce ad un semplice metodo di pagamento ricorrente senza essere associato ad un servizio “effettivamente” personalizzato. >>

Elementi caratterizzanti

Le sottoscrizioni devono quindi essere caratterizzate da un'offerta "chiusa", strutturata, organizzata e pianificata nel corso del tempo, basandosi sulla prevedibilità e volendo agire sulla dimensione cognitiva, e non solo comportamentale della clientela. Ciò significa che, coerentemente con la promessa di marca, si costruisca un atteggiamento di preferenza nei consumatori attraverso, ad esempio, le componenti di discovery, cura e continua attenzione. E' infatti tramite la rigidità del modello che il brand riesce a offrire servizi connessi, ad esempio, al controllo delle materie prime che minimizzino lo stockaggio (nel food), oppure all’offerta di prodotti customizzati e molto segmentati (nell'healthcare ad esempio).

 

I KPI di questo modello non sono quindi rappresentati principalmente dalle metriche di acquisition, ma soprattutto da quelle di retention per cui è necessario strutturarsi per raggiungere il break-even non al primo o secondo acquisto ma potenzialmente al sesto o addirittura oltre. Come Rosa ha evidenziato: <<questo a mio parere è un enorme fattore di rischio perché, banalmente, una start-up ha bisogno di almeno due anni di attività per capire la propria profittabilità, cosa che non succede per un e-commerce dove la valutazione della performance è molto più immediata>>.

 

Il consumatore: sottoscrittore o collezionista?

Spostandoci, infine, sul fronte del consumatore, occorre precisare come nei subscription model originari, finalizzati alla brand loyalty, l’acquirente si impegna per un certo tempo ad acquistare i prodotti-servizi dell’impresa e del brand, sviluppando una relazione con il venditore che deve andare rafforzandosi in ogni occasione di contatto, acquisto e consumo. Il consumatore, infatti, se effettivamente coinvolto nell’acquisto e nel consumo di prodotti e servizi, confronterà di continuo costi e vantaggi offerti dal brand, percependolo come differente rispetto ad altre offerte concorrenti. Tutto questo perché la fedeltà del cliente, conseguente alle subscription, è un vantaggio realizzabile in tempi lunghi e non lo stimolo ad un acquisto non pianificato che assolve alla funzione di impulso, fornendo al brand risultati di breve termine, connessi allo “strappo alle vendite” in periodi di lancio o di stanca. L’offerta realizzata attraverso le subscription deve durare per un tempo sufficientemente lungo da consentire allo stesso consumatore di partecipare, consumare e “deliziarsi”, giungendo a garantire i necessari “ritorni” all’impresa.

 

E’ come dire che il consumatore si trasforma in un collezionista (Guerzoni, Troilo, 1996) con una spiccata propensione al consumo seriale, alla partecipazione e alla co-creazione, la cui imprevedibilità, i continui sviluppi e mutamenti delle esigenze nonché la capacità di cogliere le “minime differenze” devono continuamente spingere le marche a fornire un servizio significativamente superiore quale “oggettivo” beneficio per l’utente, in ogni occasione di contatto con la marca, perché quest'ultimo oltre ad abbonarsi deve anche “rimanere”.

 

Per il branding, dunque, la subscription dovrebbe sottendere la collection.

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