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Midlife: crisi o opportunità?

In occasione del mio compleanno, i miei figli mi hanno chiesto quale sia o sia stata l’età o, ancora meglio, il mio decennio preferito. Come immagino ciascuno di noi avrebbe risposto al quesito, ho detto loro "…ogni età ha il suo bello, ad ogni età è legato un periodo/momento di felicità”, sottolineando gli anni della loro nascita (!) e aggiungendo: "direi dai 48 ad oggi" (non inserisco volutamente la mia età attuale!). Un po' increduli mi hanno guardato e all’unisono mi hanno detto: "…ma è la mezza età!”.

 

In quel momento mi sono venuti in mente alcuni brand che facendo leva sulla mezza età, in termini di esperienze, orientamento all’elaborazione della vita, del ritorno al mondo, di vitalità o rivitalizzazione, di generatività (Erikson, 1982) e di capacità nell’affrontare nuove e crescenti sfide sono stati rappresentati (e divengono) come il “mondo” a cui ispirarsi, da emulare per influenzare positivamente le generazioni più giovani piuttosto che allontanarle da un mercato/target vecchio, anziano…di mezza età.

 

Nescafé, negli anni ’90, benché avesse denominato i cinquantenni come “anziani” (urgh!) e descrivesse i comportamenti di acquisto e consumo di questi ultimi, riuscì a riposizionarsi come bevanda e momento di relax unico su di un target internazionale che reiterava i comportamenti o seguiva l’esempio dei consumatori più adulti, perché la loro esperienza di consumatori “addicted al caffè” potevano indicare nuove esperienze per il consumo del caffè, non necessariamente quale “caffè di riserva” o “per un impiego triste e solo”.

 

Kukident, brand dell’adesivo per dentiere di P&G, con il “Bello mordere la vita” - negli anni di inizio del nuovo millennio – ha descritto lo stile di vita del suo target (piuttosto che le funzionalità del prodotto !), riferendosi a un target âge, ma grintoso, vivo e vitale, simile ad alcune delle celebrity del tempo : Sean Connery, Tina Turner, etc. 

 

Con il suo slogan “Achieve New Balance” (raggiungi un nuovo equilibrio), il brand New Balance ha sostenuto nel tempo un posizionamento spingendo e ispirando i consumatori più giovani nel seguire l’esempio dei consumatori di mezza età e/o più grandi - non impiegando endorser o atleti famosi – perché alla costante ricerca dell’equilibrio tra il sé sociale e il sé interiore, tra lavoro e gioco, tra obiettivo/concretezza e fantasia.

 

Con lo slogan "Think Different", Apple, allora e … da sempre, è stato orientato all'elaborazione della vita, esortando le persone a liberarsi dalle catene del conformismo insensato.

La mezza età

Sebbene la mezza età abbia ricevuto scarsa attenzione da parte della ricerca rispetto ad altri periodi di età, la situazione sta lentamente cambiando. Il Midlife in the United States Study (MIDUS) è stato determinante nel portare alla luce l’importanza di studiare esplicitamente gli individui di mezza età attraverso lo sviluppo di analisi psicosociali, cognitive e sanitarie, nonché lo studio delle dinamiche della vita quotidiana ovvero studi fisiologici e neurologici (Ryff e Krueger, 2019). Le questioni rilevanti per la mezza età vengono oggi evidenziate ed esaminate utilizzando un numero crescente di ricerche di natura longitudinale.

 

Non entro in analisi demografiche, ma solitamente il branding e il marketing concentrano il targeting su consumatori giovani, sani e attivi, il cui “core demografico” è rappresentato dall’età compresa tra 19 e 35/40 anni (pensiamo alle generazioni Z, ai Millennials!), benché attualmente, il peso demografico e il potere economico in molte società sviluppate si sono spostati verso una popolazione di età pari o superiore ai 50 anni (Powell, 2010), che oltretutto nel tempo sembrerebbe aumentare piuttosto che diminuire.

 

La mezza età, secondo l'American Psychological Association (APA), va dai 36 ai 64 anni è quindi un gruppo “inter-generazionale”, diverso dalla suddivisione delle cinque fasce d’età (0-19, 20-39, 40-59, 60-79, over 80) delle Nazioni Unite. In Italia la mezza età rappresenta il 46,3% della popolazione vs. la popolazione che viene a formare la cosiddetta “silver economy”, con età superiore ai 65 anni e pari al 24% della popolazione nazionale.

 

La mezza età è dunque quel periodo di transizione della vita tra la giovane età adulta e la vecchiaia, le cui teorie più note sono di Carl Jung ed Erik Erikson, entrambi psicologi, psicoanalisti, molto attenti ai fenomeni della vita, al ciclo della vita umana, alle persone e alla collocazione di queste ultime nel mondo! Jung si riferiva alla mezza età come al “pomeriggio della vita” e la considerava un periodo distinto dalla prima e successiva età adulta; Erikson (1993), con la teoria degli stadi dello sviluppo, riteneva che il conflitto psicosociale nella mezza età ruotasse attorno alla generatività (gli adulti di mezza età dedicano tempo e sforzi per allevare e promuovere le generazioni più giovani, per creare qualcosa che duri e perduri oltre la loro vita), che si verifica in una vasta gamma di attività: la genitorialità e l’essere nonni, le attività lavorative e professionali, il volontariato e la partecipazione a organizzazioni religiose/politiche.

La crisi della mezza età

La percezione dominante sulla mezza età riguarda la “crisi di mezza età”; quando la maggior parte di noi sente la parola “mezza età” probabilmente pensa a “crisi”…ed è proprio questa l’associazione generale e diffusa che se ne ha. Ed è un vero peccato!

 

Fu Elliott Jaques, nel lontano 1965, che coniò per primo il termine “la crisi di mezza età” – benché nella sua vita non abbia trovato applicazione, al punto che si potrebbe dire che abbia vissuto due volte (Strenger, Ruttenberg 2008) - osservando trasformazione, modifica e limitazioni nella vita di alcuni clienti di mezza età, connessi: ai bruschi cambiamenti nel fisco, nello stile di vita, nella produttività (lavorativa e familiare) e nella salute; alle reazioni nel ritrovarsi di fronte alla crescente rilevanza e (paura!) nei confronti della mortalità; allo svuotamento del nido (nido vuoto) con la conseguente indipendenza dei figli curati sino ad allora, e così via.

 

Oltre a tali evidenze trasformative nel ciclo di vita connesse alla mezza età, le rappresentazioni stereotipate di quest’ultima ne hanno alimentato le percezioni, descrivendone alcuni cliché comportamentali connessi all’acquisto di un'auto sportiva rossa, all’abbandono del lavoro, al coniugarsi a qualcuno significativamente più giovane o al ricorrere a “pillole” o “interventi chirurgici” per sembrare più giovani e/o divenire highlander (un articolo recentissimo, apparso su Forbes due giorni fa); oppure, ancora, diffondendo immagini divertenti, fulcro di barzellette, film e programmi TV.

La Midlife: opportunità e sfide

Non è un canto del cigno…

Benché la midlife sia l’inizio di un’epoca di massicce transizioni ed importanti delusioni, non solo le crisi di mezza età sono evitabili - una recente ricerca suggerisce che solo il 10-20% delle persone le sperimenta (Infurna et al., 2020) - ma durante il (classico e ampio) periodo della midlife è solo nella sua prima parte che la curva a U della felicità scivola verso il suo nadir, il suo punto più basso, mentre dai 50 anni in poi la curva inizia a salire (Blanchflower, Oswald, 2017). Si passa, quindi, da un periodo dei bilanci (da 40 a 50 anni) a un periodo della serenità (dai 50 ai 60 anni e più).

 

Due libri, diversi tra loro, forniscono indicazioni relative al “trattamento” della midlife: il primo, Midlife. A philosophical Guide (2017) è di Kieran Setiya, professore di filosofia al Massachusetts Institute of Technology e specializzato in etica, filosofia ed epistemologia. Come indica il titolo stesso, è una guida filosofica che offre un dolce conforto per affrontare i problemi che la mezza età può presentare e si ispira ai pensatori dall'antica Roma e dell'Inghilterra del diciannovesimo secolo. Il secondo, Learning to Love Midlife. 12 reasons why life gets better with age (2024) è di Chip Conley, ex-manager di successo e co-fondatore di MEA, scuola di saggezza per la mezza età. L’autore attraverso il suo manuale cerca di sovvertire il modo in cui comunemente si pensa ai 40, 50 e 60 anni. Attingendo dalle più recenti ricerche nelle scienze sociali, Conley rivela le 12 ragioni per cui la vita migliora con l'età.

 

La narrazione e la rappresentazione che circondano la mezza età devono andare oltre quindi le idee sbagliate, legate alla crisi di mezza età, considerandolo un periodo vibrante con opportunità e sfide senza precedenti. Sarebbe, quindi, inutile affermare che la mezza età piace comunque! Ci si sente forti, energici, più fiduciosi e con meno angosce; si continuano a sentire e ci si rallegra (o ci si addolora per eventi non positivi) con gran parte di amici, fratelli, parenti; la consapevolezza circa le perdite - che prima o poi accadono - non oscura certo la gioia o la felicità.

 

Bibliografia essenziale

Blanchflower D. G., Oswald, A. J. (2016), “Antidepressants and age: A new form of evidence for U-shaped well-being through life”, Journal of Economic Behavior & Organization, 127, 46–58

Erikson E. H. (1982), The life cycle completed. New York: W.W. Norton & Company

Erikson E. H. (1993). Childhood and society. New York: Norton

Gomez-Bernal F., Madva E. N., Puckett, J., Amonoo H. L., Millstein, R. A., Huffman, J. C. (2019),  “Relationships between life stressors, health behaviors, and chronic medical conditions in mid-life adults: a narrative review”, Psychosomatics60(2), 153-163..

Infurna F. J., Gerstorf D., Lachman M. E. (2020), “Midlife in the 2020s: Opportunities and challenges”, American Psychologist75(4), 470.

Pannhorst M., Dost  F. (2019), “Marketing innovations to old-age consumers: A dynamic Bass model for different life stages”, Technological Forecasting & Social Change, 140, pp. 315–327

Powell J. (2010), “The power of global aging”. Ageing International, 35 (1), pp. 1–14

Ryff C.D., Krueger R.F. (2019), The Oxford Handbook of Integrative Health Science, 3, New York

Strenger C., Ruttenberg, A. (2008), “The existential necessity of midlife change”, Harvard Business Review86(2), 82.

Wolfe D. B., Sisodia, R. (2003), “Marketing to the self‐actualizing customer”, Journal of Consumer Marketing20(6), 555-569

 

La mezza età ha estrema necessità di brand e di “branding"!

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