Branded World

Cosa “imparare” grazie a Dolce & Gabbana

Commiato estivo …

Come di consueto, metto insieme e sintetizzo alcuni passaggi con rimandi e link acclusi, utili a snocciolare l’augurio di buone vacanze. Non posso tralasciare e non riprendere parti o pezzi di questa rubrica - prima settimanale e poi quindicinale – che vi ha accompagnato (per chi di voi la segue!) durante questi mesi (ed anche anni…Uaoooo!).

Parole-chiave fondamentali nel sodalizio Dolce & Gabbana-Puglia

Territorio, hospitality, ambassadorship, fatto a mano e…branding

Da pugliese doc (!) non posso (e non voglio) tralasciare quanto in questi giorni – dal 7 all’11 luglio - “va in onda” in Puglia. Si palesano così le fondamenta identitarie nonché alcuni tratti profondi e afferenti alle personalità connesse a business, marche, luoghi e persone, la cui generosità va premiata con un’intensa gratitudine per un’esperienza italiana indimenticabile.

 

Al di la’ della rilevanza assunta dalla Puglia quale luogo di destinazione e approdo turistico da tutto il mondo, la Puglia (come molti dei nostri territori) può divenire un place brand in quanto fonte di valore sempre più “potenziata” e “resa attrattiva” per coloro che vi abitano, vi lavorano, la visitano, la frequentano, gustando, degustando o semplicemente fermandosi e sostandoci per guardare. Ma tale place è attrattivo e può divenire tale per coloro che, in diverso modo, ne sono interessati, affascinati, al punto da esserne sostenitori o investitori sia di risorse economiche sia di energie personali. La Puglia (e anche le altre regioni della nostra Italia) - per pochi o per tanti, per locali o forestieri – deve essere in grado di segnare un passo realizzativo importante: il passaggio da place brand a place branding. Ciò implica un orientamento al lungo periodo per attrarre risorse, persone, investimenti, imprese e, soprattutto per generare valore.

Come?

 

Vediamo…

a) Puglia, territorio italiano

Dolce & Gabbana da tempo esaltano le bellezze dei luoghi italiani: la Sicilia (da sempre) con Taormina, Agrigento, Palermo, ma anche Napoli, Capri, Firenze, Venezia, Milano. Mentre tutte le grandi case di moda guardavano a Parigi, nel 2012 Dolce & Gabbana hanno deciso di ripartire dall’Italia con il loro Grand Tour nella penisola perché, per un brand tutto italiano, l’Italia è parte del suo Dna. Luoghi italiani che sono in grado di offrire un’esperienza raccontandone radici, amore e dedizione con le numerose “maestrie artigianali” sottostanti a tali capolavori nazionali.

 

Pertanto, i luoghi non sono “glamour-brand”, come taluni pensano siano divenuti, solo perché i brand del lusso e del fashion system ne hanno reso apprezzabile lo “sfondo” o importante il “palcoscenico”.

 

"La Puglia ha catturato la nostra immaginazione con la stessa ondata d'amore che abbiamo sentito a Venezia, Capri, Siracusa e in tutti gli altri luoghi del nostro Grand Tour" (Domenico Dolce e Stefano Gabbana)

 

Puglia, quindi, come terra di grande ispirazione, con luoghi, paesaggi, monumenti e il patrimonio mondiale dell'UNESCO, sito nella Valle D'Itria, unici in grado di celebrare le creazioni nazionali e trasferire un importante messaggio di eccellenza, in Italia e nel mondo. Attraverso l’alta moda e i sub-brand ad essa riferiti - DG Alta Gioielleria, Alta Moda, Alta Sartoria – ci si immerge in un’esperienza dell’eccellenza italiana del made in Italy e del made in Puglia.

 

Grazie Dolce & Gabbana per aver scelto la Puglia (in Italia!) nel 2023, con una rappresentazione del territorio cui vi rimando!

b) Puglia e hospitality italiana

Se l’intera Valle d’Itria si trasforma in passerella dell’alta moda, sotto i riflettori del mondo intero, deve mostrare le sue abilità nell’accogliere gli oltre 500 ospiti della maison, provenienti da 35 paesi, e più di 2000 persone tra fornitori, performer, modelli, addetti alla sicurezza e operatori, i cui pernottamenti sono stimati in circa 8000 per 24 strutture alberghiere diffuse sul territorio.

 

Mi soffermo specificamente sulla sera del 7 luglio a Borgo Egnazia, il resort extra lusso di Savelletri, uno dei San Domenico Hotels (https://sandomenicohotels.com/), a cui ho avuto la fortuna di partecipare. Occasione fondamentale in cui le dimensioni-chiave dell'ospitalità: accoglienza, apertura, relazione, empatia, intrattenimento ed esperienza, forgiati dal comportamento di “padroni di casa generosi” che - attraverso numerose e sorprendenti attività (abilitate dalla natura continuativa delle stesse) – hanno realizzato e messo in scena momenti memorabili - vivi, veri e concreti - volti a stimolare conoscenza, emozioni, percezioni, sensazioni e comportamenti, agendo a livello cognitvo, affettivo e sensoriale nel concretizzare (e saper gestire! https://egnazia.com/it/home/) una “guest experience” che ha aggiunto valore all’alta moda.

 

A Borgo Egnazia il welcome cocktail ha esaltato la cultura locale, valorizzando il territorio pugliese con le produzioni artigiane e fatte a mano, i prodotti dell’agricoltura regionale, con degustazioni di pane, olio e vino, cui si sono affiancate le danze folkloristiche locali (la pizzica!), e tutto con una grande cura della scenografia. 

 

La cena, in una piazza totalmente “allestita” per l’evento, così come la Galleria e l’interno del Borgo sono divenute un tutt’uno con il brand Dolce & Gabbana; a ciò si aggiunge la presenza e l’accoglienza di artisti internazionali (Blanco e Diana Ross), noti in tutto il mondo, che con performance musicali straordinarie hanno chiuso la serata, esaltando il significato di un’esperienza unica italiana.

 

Grazie Dolce & Gabbana per aver scelto l’ospitalità di Borgo Egnazia per esaltare il #DGFattoAMano e #MadeInItaly. Alcune le evidenze da quanto segue. Le foto le ho “rubate” durante l’evento.

c) Puglia e ambassadorship

Il termine "ambasciatore" – sempre più spesso accostato al brand, da cui brand ambassador - è preso in prestito dal mondo politico-amministrativo-istituzionale, che illustra tale figura come una persona che fa o dice qualcosa in nome di un altro o di qualcos’altro (con il brand ambassador ci si riferisce a una persona che agisce in nome di un brand). Di fatto, per essere ambassador si deve risultare “parte di, appassionato di” un'organizzazione (o di una marca) e ci si deve impegnare in attività diverse per trasferire i veri, reali e autentici significati di ciò che si rappresenta (Ambroise et. al, 2014). 

 

Brand ambassador possono essere clienti, ad esempio membri di una brand community o comunque clienti fedeli ad una marca a cui piace “conversare” circa la stessa; celebrity, nel caso dell’impiego di queste ultime quali testimonial di una qualsivoglia forma di comunicazione (pubblicità, eventi, etc.) e dipendenti, come per la forza di vendita, il front-line o chiunque altro, dipendente dell’impresa - a qualsiasi livello (CEO, executive, top manager, staff, etc) - volto a dar voce all’impresa e al brand. La distinzione è utile per sottolineare il crescente interesse e il costante impiego degli ambassador da parte delle organizzazioni, al fine di indicare come per essere un vero ed un buon brand ambassador si debba effettivamente vivere l’azienda o l’organizzazione di appartenenza, avendo il compito di agire per suo conto e mantenendone la brand-promise attraverso le interazioni con gruppi diversi di shareholder o stakeholder (tra cui colleghi, dipendenti, capi potenziali dipendenti, ed anche i clienti). Solo in questo modo, cioè incarnando il brand, l’ambasciatore potrà esprimersi attraverso comunicazioni autentiche e affidabili, condividendone i contenuti attraverso forme e canali che trasformino la semplice trasmissione, mutando i monologhi in dialoghi sociali.

 

Il premio Oscar Helen Mirren, ormai pugliese d’adozione, da anni ha scelto la Puglia come sua casa elettiva, con il suo discorso e il suo saluto ha aperto la serata inaugurale di venerdì a Borgo Egnazia spiegando il valore e l’importanza di tutelare il territorio citando in italiano: “…Puglia regione di sole, mare e vento…” e chiarendo, sin da subito, il radicamento passionale con questo luogo, nonché la sua permanenza nella regione. L’attrice è ambassador di "Save the Olives". In uno spazio prospicente il bordo piscina, appositamente allestito dalla maison con un “tripudio” di rami e alberi di ulivo, helen Miller ha preso la parola per sostenere ancora una volta l’associazione che mira a contenere la diffusione di Xylella sul territorio, fastidioso e mortale batterio che ha ucciso in dieci anni 21 milioni di ulivi.

 

A confermare il suo coinvolgimento, oltre al video che tempo addietro la riprendeva con Checco Zalone, prossimamente realizzerà un documentario sulla Puglia, un lavoro la cui produzione e diffusione spetteranno a Sky Arte. All’eccezionale artista nelle vesti di storyteller si affiancheranno le voci di Domenico Dolce e Stefano Gabbana, per realizzare la puntata dedicata alla Puglia che vada ben oltre i giorni trascorsi in questa terra.

 

Grazie Dolce & Gabbana per aver scelto Helen Mirren come ambassador del territorio e supporter nel difenderlo.

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Ci rivediamo il 4 settembre.

 

Buone vacanze a tutti.

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