- Data inizio
- Durata
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- Lingua
- 11 ott 2024
- 20 giorni
- Class
- Italiano
Cogliere tutte le implicazioni dell’agire manageriale anche oltre il perimetro delle proprie funzioni e rafforzare le capacità di analisi, pensiero critico e azione.
Non si tratta di essere né apocalittici né integrati, ma solo di guardare con attenzione la trasformazione digitale e il suo portato culturale. Si scoprirà che il mondo del business governato dai big data e dagli algoritmi – sia esso auspicato o temuto – ha una fisionomia diversa da quella immaginata anche solo fino a pochi anni fa. E soprattutto che non può fare a meno del fattore umano. È questo il perno argomentativo del libro Human Digital Enterprise. Creare e co-creare valore in un contesto omnidata di Emanuela Prandelli, Professoressa del Dipartimento di Management e Tecnologia dell’Università Bocconi, e Gianmario Verona, Rettore dell’Università Bocconi, pubblicato da Egea.
L’avvento del web e della trasformazione digitale ha provocato una vera e propria rivoluzione copernicana nel mondo delle imprese: al centro dell’economia non ci sono più i prodotti e i servizi, ma gli utenti e i potenziali clienti che li comprano. Il che richiede che tanto le imprese consolidate quanto le startup siano pronte a rispondere alla sfida con strategie e strumenti adeguati al nuovo contesto. Partendo da tale presupposto, il libro offre risposte concrete su come i manager e le aziende possano trarre grandi benefici da questo momento storico, dando risposte concrete alle sfide poste dal digitale.
Ma quali sono in concreto queste sfide? Gli autori ne identificano quattro e le riassumono così: «La prima riguarda il cambiamento organizzativo. Il digitale non è un canale da aggiungere al mondo fisico e nemmeno una catena del valore che si affianca all’attuale sdoppiando funzioni, divisioni e processi. Le tecnologie digitali devono dare origine a una nuova organizzazione che implichi un rinnovamento radicale di competenze e processi per una sintesi immediata tra reale e virtuale».
«La seconda sfida riguarda il cambiamento strategico», proseguono. «In una realtà che non ha più al centro i prodotti e i servizi venduti ma i clienti serviti, la funzione marketing deve diventare sempre più quantitativa e algoritmica. Ma a tutti i livelli: a partire dal CEO si dovrà acquisire dimestichezza con le logiche della user experience, del customer journey e del marketing funnel».
Un cambiamento di questa portata non può non impattare sulla catena di creazione del valore. «La terza sfida sta proprio nella riprogettazione di questa catena, a partire da una nuova concezione dinamica di frame come l’open innovation, l’e-commerce e il CRM».
L’ultima sfida è forse la più alta, quella del cambiamento culturale, che richiama parole-chiave come sostenibilità e purpose aziendale. Quella, in altre parole, che mette al centro l’uomo come artefice del proprio futuro. «L’efficienza della macchina», concludono gli autori «dovrà coniugarsi con “l’umanesimo della creatività”. Alla fine di questo lungo viaggio nella trasformazione digitale siamo sempre più convinti che la complessità delle sfide di domani potrà essere affrontata solo da un nuovo manager-imprenditore in una nuova human digital enterprise».
Cogliere tutte le implicazioni dell’agire manageriale anche oltre il perimetro delle proprie funzioni e rafforzare le capacità di analisi, pensiero critico e azione.
L’utilizzo di piattaforme digitali di ultima generazione per la gestione dei servizi finanziari e assicurativi.
Utilizzare competenze di coaching per costruire e alimentare nel tempo una buona relazione interpersonale con i propri collaboratori.