In genere, si riconoscere una requisitoria da un feedback perché è tutta giocata sulla ricerca della ragione per sé e del torto per l’altro, come se vi fosse in osservazione un giudice da convincere. La requisitoria è sovente la reazione di un capo che si sente vittima dei comportamenti inadeguati del proprio collaboratore e che con la requisitoria cerca giustizia. Non diversamente dalla poker face, anche la requisitoria non crea nuovo spazio per il cambiamento, in quanto non è una conversazione orientata al futuro, ma solo al passato. Non è animata dalla fiducia nell’altro e nella possibilità di un cambiamento, ma assomiglia più una resa dei conti che può avere in genere due esiti: più il destinatario del messaggio è fragile, più si convince della sua inadeguatezza e ne esce demotivato e sconfitto, invece che consapevole di quali spazi di crescita ci sono per lui; più il destinatario è consapevole della inappropriatezza della requisitoria, più ne esce sfiduciato verso il proprio capo e verso la loro relazione di collaborazione. Ma in entrambi i casi, non si crea alcuno spazio per l’apprendimento, lo sviluppo e il consolidamento della relazione. Che cos’è, allora, un buon feedback?
Un feedback si differenzia dalla requisitoria in primo luogo per l’intenzione: non è animata dalla pretesa di avere ragione, ma si fonda sulla necessità di condividere informazioni utili, che aiutino il destinatario del feedback a comprendere (e in che modo) un dato comportamento o decisione ha avuto (e verso chi) effetti potenzialmente critici. Non si tratta di avere ragione, perché si porta nella conversazione una prospettiva diversa, non più giusta o più autentica, ma verosimilmente non considerata dal destinatario del feedback. Il feedback ha poco a che vedere con la verità: non si tratta di trasfondere l'interpretazione autentica della realtà, ma di offrire il proprio punto di vista. Il fatto stesso di vedere una circostanza secondo una luce diversa può sostenere un cambiamento nel comportamento. Inoltre, al contrario di una requisitoria, il feedback può essere propedeutico ad avanzare una richiesta puntuale di cambiamento. Infine, un feedback, anche quello meglio costruito e offerto, può non lasciare traccia perché implica che l’altro sia libero di scegliere cosa farsene: non sempre quando si costruiscono le condizioni per il cambiamento, questo avviene.