Un nostro recente studio recentemente ripreso da Harvard Business Review e Forbes, verifica empiricamente i diversi effetti prodotti sulle prestazioni di un’impresa dall’applicazione di un approccio scientifico al processo decisionale nel caso del lancio di un nuovo modello di business o di un’idea di prodotto, e mette a confronto i risultati così conseguiti con quelli ottenuti da un approccio basato sull’euristica, cercando di spiegare eventuali differenze.
Durante il nostro trial di controllo randomizzato (RCT) abbiamo utilizzato un campione di 116 startup italiane e 16 punti dati nell’arco di un anno.
Abbiamo distribuito casualmente le imprese tra due gruppi, uno sperimentale e uno di controllo, offrendo a ciascuna di esse un programma di formazione imprenditoriale di quattro mesi e abbiamo quindi monitorato le prestazioni dei due gruppi nel tempo.
Sia il gruppo sperimentale sia quello di controllo hanno partecipato a 10 sessioni di formazione generale che si concentravano su come ottenere feedback dal mercato e valutare la fattibilità della propria idea ricercando, raccogliendo ed elaborando informazioni prima di impegnare risorse sull’effettivo sviluppo. Nello specifico, il programma si articolava in quattro fasi incentrate sulla convalida del mercato: business model canvas, interviste ai clienti, minimum viable
product e concierge o prototipo.
Alle startup che facevano parte del gruppo sperimentale abbiamo insegnato a sviluppare un framework con cui prevedere le performance della loro idea e a condurre test rigorosi delle loro ipotesi, proprio come fanno gli scienziati nelle loro ricerche. Abbiamo invece lasciato che le aziende del gruppo di controllo seguissero le loro intuizioni su come valutare la loro idea, con un metodo che in genere produce euristiche di ricerca abbastanza standard.
In particolare, abbiamo insegnato al gruppo sperimentale a identificare il problema, articolare teorie, definire chiaramente ipotesi, condurre test per provare o smentire le loro teorie, misurare i risultati dei test e infine a prendere decisioni basandosi sui risultati prodotti con questi strumenti. Anche se abbiamo offerto la stessa formazione a entrambi i gruppi, a quello di controllo non abbiamo fornito criteri decisionali.
Il nostro studio ha evidenziato come gli imprenditori che si comportano come scienziati ottengono risultati migliori, riescono più facilmente a orientarsi verso idee originali e hanno minori probabilità di abbandonare il progetto nelle fasi iniziali. I risultati ottenuti dal trial sono coerenti con l’ipotesi principale della nostra teoria: un approccio scientifico migliora in effetti la precisione delle previsioni.