Teoria in pratica

Abbassare il costo dei prestiti con il face-to-face

Recentemente è stato dimostrato che linterazione diretta tra le banche e le imprese può influenzare il costo dei prestiti, portando a una riduzione dei costi per le imprese. 

Il contesto

La crisi finanziaria del 2008-2009 ha suscitato l’attenzione degli economisti e dei regolatori sui fattori che influenzano l’accesso delle imprese alle risorse finanziarie. In particolare, le piccole e medie imprese dipendono dai prestatori diretti, e gli shock bancari possono ridurre in modo significativo il credito a cui hanno accesso. Durante la crisi, gli spread sui tassi di interesse dei prestiti offerti alle PMI sono aumentati, compensando in parte gli effetti espansivi della politica monetaria. In questo contesto, la nostra ricerca si concentra sui fattori che consentono alle PMI di ottenere credito a condizioni di prezzo appropriate, con particolare attenzione al privilegio informativo che le banche possono acquisire attraverso il contatto con i mutuatari. 

Il prestito di relazione – inteso come quello basato sulla durata, l’esclusività e l’intensità dei rapporti banca-impresa – può consentire alle imprese di indebitarsi a un tasso di interesse inferiore. Il nostro studio integra la letteratura esistente, utilizzando metriche più dettagliate per misurare la forza dei rapporti impresa-creditore e prendendo in considerazione un’ampia gamma di variabili, tra cui la frequenza annuale effettiva di contatto diretto tra banca e impresa e la posizione geografica del contatto. 

Abbiamo scelto di concentrarci sui dati italiani per almeno due motivi. In primo luogo, le imprese italiane dipendono fortemente dal credito bancario, il che le rende sensibili a qualsiasi distorsione dell’offerta di credito. In secondo luogo, il prestito multiplo è una caratteristica storica delle imprese italiane, il che lo rende particolarmente interessante per studiare il relationship lending. 

La nostra ricerca intende infine migliorare la comprensione del problema di hold-up, che è considerato uno dei principali effetti negativi di un più stretto rapporto banca-impresa, perché si tratterebbe del caso in cui la banca ha il potere di imporre termini contrattuali sfavorevoli alla controparte dopo che quest’ultima ha già effettuato investimenti specifici per portare a termine la transazione. 

La ricerca

Abbiamo esaminato i dati creditizi di una grande banca europea per scoprire come la frequenza di contatto tra la banca e i suoi clienti influenzi le relazioni bancarie. In particolare, abbiamo raccolto informazioni sulla durata e lintensità della relazione, la distanza geografica tra la banca e il cliente e altre variabili che hanno un impatto sulla concessione del credito. Abbiamo condotto la nostra analisi empirica utilizzando i dati della divisione Corporate Banking di un gruppo bancario italiano, che fornisce prestiti a imprese in tutte le 110 province italiane e in 178 sotto-settori industriali. Abbiamo raccolto informazioni su 11.624 PMI presenti nei documenti di prestito originari nel triennio 2009-2011. Per ogni azienda, abbiamo esaminato limporto del prestito, il rischio, la durata della relazione, la concentrazione del credito, i prodotti bancari acquistati e altre variabili pertinenti. Utilizzando questi dati, abbiamo sviluppato un modello teorico ad hoc per interpretare i risultati della nostra analisi. 

Conclusioni e implicazioni

Lo scopo di questo studio è valutare l’impatto del contatto diretto (face-to-face) sulla convenienza finanziaria. La nostra ipotesi è che le banche riducano i loro tassi di interesse quando l’asimmetria informativa tra il mutuatario e la banca viene ridotta o eliminata. Il contatto fisico è stato considerato come la forma di interazione più preziosa tra banca e impresa, poiché durante questi incontri la banca può ottenere informazioni importanti per ridurre l’asimmetria informativa. I risultati hanno dimostrato che una maggiore frequenza di interazione tra banca e azienda può ridurre il costo del prestito, soprattutto se l’incontro avviene presso la sede dell’azienda. Ciò è possibile poiché durante questi incontri la banca può acquisire informazioni preziose sulle attività e i processi dell’impresa. 

Inoltre, la ricerca ha dimostrato che le aziende che acquistano numerosi prodotti dalla stessa banca hanno condizioni di prestito più vantaggiose. La durata del rapporto e la distanza fisica tra banca e azienda, invece, sembrano non avere alcun effetto sul prezzo del prestito. Inoltre, abbiamo mostrato che il tasso di interesse del prestito diminuisce al crescere del numero di istituti di credito con cui un’azienda ha rapporti. Questo potrebbe essere dovuto alla forza contrattuale di un prestatore che si trova in una sorta di posizione monopolistica. 

In sintesi, i nostri risultati dimostrano che il contatto face-to-face è un potente strumento per ridurre l’asimmetria informativa tra banca e impresa e migliorare i termini contrattuali del prestito del mutuatario. Questo potrebbe generare un pricing più equo e un miglioramento della qualità del portafoglio crediti, contribuendo alla crescita economica e alla stabilità del sistema finanziario. Queste conclusioni possono essere utili non solo per le banche e le aziende, ma anche per le autorità di regolamentazione e i policy maker, che potrebbero introdurre incentivi per ottimizzare il sistema finanziario e sostenere la crescita economica. 

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