Sotto la lente

Una nuova era per i servizi satellitari

A livello globale, le attività spaziali si stanno espandendo rapidamente con un crescente coinvolgimento di attori pubblici e privati interessati a investire nei programmi di sviluppo dei servizi satellitari.In particolare, negli ultimi cinque anni, si è assistito a una crescita sostenuta del segmento downstream, ossia dell’utilizzo delle tecnologie spaziali a supporto delle attività terrestri, che ha visto l’emergere di una domanda privata interessata alle applicazioni derivanti dai servizi satellitari. 

 

Al fine di comprendere appieno il mercato spaziale downstream, è indispensabile non confondere servizi e applicazioni satellitari: i primi corrispondono alle funzioni eseguite dalle tecnologie a bordo dei satelliti, ossia la raccolta e la trasmissione di dati che danno luogo al telerilevamento, alla navigazione, alle telecomunicazioni e alla meteorologia; i secondi consistono, invece, nell’integrazione ed elaborazione di dati satellitari al fine di derivare informazioni utili a supportare le operazioni terrestri. Le applicazioni satellitari, dunque, sono basate sui servizi satellitari, ma ne estendono l’impiego integrandoli nei processi, prodotti e servizi dei settori non spaziali. 

 

Negli ultimi anni, l’avanzamento nello sfruttamento commerciale dei dati satellitari è stato favorito dalla combinazione di innovazione tecnologica (che ha coinvolto satelliti e lanciatori) e investimenti da parte di capitali privati. Nello specifico, la riduzione dei costi di accesso allo spazio e del time-to-market di società spazio (e non solo) orientate a una domanda commerciale, hanno incoraggiato l’appetito di business angel venture capital (in particolare negli Stati Uniti). A beneficiarne è stata, soprattutto, la diffusione dell’offerta di servizi dell’osservazione della Terra e delle telecomunicazioni. Per esempio, le aziende leader del settore come, BlackSky, Planet, Starlink (SpaceX) e OneWeb (con prossimo ingresso di Kuiper Systems di Amazon), hanno lanciato costellazioni di piccoli satelliti (< 500 kg) in orbita bassa terrestre per fornire servizi di telerilevamento (Planet e BlackSky) e connettività a banda larga (Starlink, OneWeb e Kuiper).  

 

Chiaramente, nella transizione verso una clientela privata, i sistemi satellitari si sono sviluppati e posizionati a seconda del servizio commerciale da soddisfare con un preciso modello di impresa sottostante. A livello globale, nell’osservazione della Terra, le società si stanno orientando a produrre e vendere immagini a media risoluzione, ma con una fruibilità di dati giornaliera, in linea con le necessità delle attività terrestri; mentre la strategia per le telecomunicazioni è riuscire a fornire un servizio di connettività a bassa latenza e ad alta banda in regioni remote del pianeta a supporto (e in sostituzione) dell’infrastruttura terrestre sia nel B2B sia nel B2C.  

 

A livello globale si stanno delineando linee strategiche differenti tra gli operatori spaziali (soprattutto a livello tecnologico), a cui si aggancia un’offerta commerciale eterogenea poiché guidata dalle esigenze (e dal peso) dei clienti in portafoglio delle società. Per esempio, nel contesto italiano, la domanda è essenzialmente basata sulle necessità delle istituzioni pubbliche, società a partecipazioni pubblica e grandi aziende private che investono in innovazione tecnologica. Il target della domanda è esemplificativo per comprendere i modelli di impresa delle società spaziali nazionali: 1) alta qualità delle immagini (e alti costi) per quanto riguarda l’osservazione della Terra e 2) orientamento business to business per le aree remote (applicazioni machine to machine/internet of things e 5G per le infrastrutture) e business to government per le aree urbane per quanto riguarda le telecomunicazioni.  

 

Tuttavia, società appartenenti a settori strategici nazionali (per esempio, agricoltura, energia, trasporti, assicurazioni e telecomunicazioni) stanno iniziando a condurre progetti pilota volti a verificare il potenziale dei servizi e/o delle applicazioni satellitari e ad affinarne la compatibilità con i bisogni settoriali. Alcune imprese agricole, per esempio, stanno lavorando all’integrazione dei dati satellitari derivati dall’osservazione della Terra, supportati da servizi di telecomunicazione di navigazione satellitare per condurre pratiche di agricoltura di precisione. Tramite uno sforzo consistente in termini di costi e di competenze in attività di ricerca e sviluppo, operatori del settore stanno perfezionando le applicazioni satellitari pensate per combinare i dati satellitari con le informazioni derivate dai sensori a terra, al fine di monitorare i bisogni delle piante e, di conseguenza, di efficientare i piani colturali, ottimizzando l’impiego di acqua, fertilizzanti, pesticidi e macchinari. Nel settore assicurativo, le scatole nere, che consentono di monitorare le proprietà mobili come le auto, dotate di sistemi di posizionamento e navigazione abilitati dalle tecnologie satellitari;. Aziende appartenenti al settore energetico e a quello dei trasporti, invece, in partnership con gli operatori del settore spaziale, stanno sperimentando l’adozione di applicazioni satellitari per ricorrere a sistemi di manutenzione predittiva sulle proprie infrastrutture, con l’obiettivo di passare da un modello manutentivo ciclico ad uno basato sulle effettive condizioni di necessità delle reti di trasporto, con benefici in termini di riduzione dei costi degli interventi e di sicurezza del servizio. Aziende del settore delle telecomunicazioni, infine, che già impiegano i satelliti per offrire servizi di connessione, stanno esplorando nuove opportunità di mercato in aree non raggiungibili dalle reti terrestri e tramite servizi di integrazione dell’internet of things.  

 

Le prime rilevazioni derivate dai progetti pilota dimostrano che l’integrazione dei dati satellitari nei prodotti e/o servizi e processi aziendali, tramite applicazioni calibrate sui bisogni settoriali, può determinare vantaggi di carattere economico, ambientale e sociale. L’efficientamento delle materie prime, l’ottimizzazione dell’impiego di macchinari e della forza lavoro, nonché la sostituzione di tecnologie obsolete consentono di ridurre i costi, mentre l’aumento della qualità di prodotti e servizi esistenti e la creazione di nuove offerte contribuiscono a un incremento dei ricavi. A tali vantaggi si affiancano anche benefici ambientali e sociali. L’agricoltura di precisone, per esempio, minimizza la quantità di agenti chimici in eccesso, riducendo la porzione di contaminanti che raggiunge le falde acquifere o i corsi d’acqua. Il monitoraggio degli eventi atmosferici estremi consente una più efficace prevenzione e gestione dei danni ad essi correlati. L’estensione della connessione ad aree remote contribuisce all’inclusione digitale, con conseguenze in ambito educativo, sanitario ed economico, mentre la manutenzione predittiva delle infrastrutture dei trasporti garantisce un servizio di maggiore qualità e più sicuro. 

 

Dunque, se le tecnologie satellitari rappresentano un fattore di supporto alla digitalizzazione della società come sorgente di dati, è lo sviluppo di applicazioni commerciali a stimolare la percezione di valore della domanda, soprattutto se basate sull’identificazione accurata dei bisogni per costruire pacchetti applicativi modulabili, personalizzabili, intellegibili e assimilabili nei sistemi tecnologici dei potenziali fruitori (privati e pubblici). È un’attività complessa che richiede sperimentazione e apprendimento, soprattutto se i bisogni sono eterogenei e se le risorse e competenze degli acquirenti commerciali sono limitate nel comprenderne l’utilità e la fruibilità. Per contro, la collaborazione fra domanda e offerta sarà indispensabile per consentire una standardizzazione a livello settoriale delle applicazioni satellitari, e una conseguente riduzione dei prezzi delle stesse, favorendone l’ulteriore diffusione. 

 

Ciononostante, in molti settori la costruzione di tale relazione dipende ancora (e quasi unicamente) dall’inclinazione all’innovazione delle imprese. In Italia, infatti, la pressione delle forze di mercato sugli acquirenti commerciali dei servizi e/o delle applicazioni satellitari (per esempio, clienti disposti a pagare per i vantaggi aggiunti dai servizi e/o applicazioni satellitari o la pressione competitiva da parte di concorrenti che hanno implementato la tecnologia) non è ancora incalzante. Specialmente nell’osservazione della Terra, che a livello commerciale è una frazione del fatturato delle telecomunicazioni, la transizione da una domanda pubblica a privata rappresenta una sfida complessa per i fornitori di servizi e/o applicazioni. Infatti, basti pensare alla difficoltà delle aziende agricole nel comunicare ai consumatori finali il valore aggiunto di una tecnologia adottata in fase produttiva con lo scopo di monitorare lo stato di bisogno delle piante o di un’azienda assicurativa nel superare gli scrupoli dei propri clienti in relazione all’osservazione dei siti industriali tramite immagini satellitari.  

 

Se le fasi di sperimentazione saranno utili alla calibrazione delle applicazioni, sembra comunque che sul contesto nazionale sia necessaria un’azione di impulso da parte dell’istituzione pubblica indirizzata a stimolare la consapevolezza dei clienti commerciali e del grande pubblico riguardo le potenzialità delle tecnologie satellitari e a stimolarne l’adozione. Favorire la transizione commerciale, significherebbe da un lato dotare gli acquirenti di una leva addizionale alla competitività; dall’altro facilitare la scalabilità del business degli operatori satellitari, consentendogli inoltre di acquisire una maggiore competitività a livello nazionale e internazionale.  

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