Branded World

Nel giorno di San Valentino…BRANDED WORLD è dedicato al BRAND LOVE

Recuperando i punti di sospensione all’interno della word-cluod, ci si può dedicare a un concetto così importante come il Love Brand.

Impossibile dimenticarsi di questo argomento proprio nel periodo di San Valentino.

Tantissime sollecitazioni dalla rete – ad esempio, “Le più belle storie d’amore dei videogiochi” - hanno reso irresistibile la trattazione e…dimenticarsi del Brand Love sarebbe stato un errore imperdonabile.

Il tema dell’amore appassiona e “riscalda” da sempre l’umanità; diverse discipline si sono interessate all’argomento, partendo dalla filosofia nell’antica Grecia, a cui nel corso del tempo si sono aggiunte sociologia, economia, psicologia, neuroscienze, marketing e branding. E’ naturale che ciascuna di esse abbia impiegato differenti angolature, approfondimenti e determinanti per poter capire effetti ed impatti del love a livello individuale o collettivo.

I brand sono divenuti importanti fruitori dei codici amorosi

Cuori dalle numerose dimensioni, colori come il rosso, nelle sue differenti intensità, termini come amore o l’internazionale love, declinati con diversi lettering e font, baci, rose rosse.

Chi può dimenticarsi del cuore che accompagna - potremmo dire da sempre - l’acronimo della città di New York, divenuto ormai simbolo della città, venendo imitato da tantissimi altri luoghi e da molti brand, con e senza successo. Ma anche nella comunicazione, un brand come Mini ha impiegato lo slogan "Mini - Is it Love?", così come McDonalds con il “McDonalds – I’m lovin’ it”, che accompagna e guida con l’elemento acustico il sound del noto slogan. Tutti brand element che fanno leva sull’amore per rendersi riconoscibili e ben visibili attraverso simbologie ampiamente conosciute, condivise e pertanto comprensibili. 

Tra i professionisti, Kevin Roberts ha inizialmente sviluppato l'idea dei "Lovemarks", i segni d’amore, all’interno del suo libro dall’omonimo titolo; un suo incipit chiarisce che: “…oggi per vincere è necessario un elevato livello di amore. Se non amo ciò che mi stai offrendo, non sono minimamente interessato”.

Ma andando oltre a simboli, comunicazioni e “obiettivi operativi” d’amore, sempre più impiegati nel codificare e indirizzare le attività di marketing per il brand, esistono marche come  Starbucks Coffee o Harley-Davidson, e tante altre accanto ad esse, che sono divenute esempi di brand che riescono a creare e mantenere legami profondamente radicati con i loro clienti.

E’ pertanto essenziale che si stabilisca un legame emotivo ed amoroso tra marca e consumatore, che molti studi accademici hanno documentato con l’evidenza di un crescente impiego dell’ “amore in pubblicità”. Ma recentemente ha preso forma in modo più chiaro ed evidente il concetto di brand love.

Il Brand Love si riferisce all'amore dei consumatori per marchi e prodotti o servizi di marca.

Ciò spiega perché il brand love è stato inizialmente spiegato attraverso le teorie dell'amore interpersonale secondo cui i consumatori sviluppano con il brand le stesse relazioni che hanno con gli esseri umani.

Seguendo tali teorie si è compreso come la marca, similmente a un partner relazionale, deve essere in grado di costruire interdipendenza, intimità, amore/passione e riuscire a connettersi, impegnandosi attivamente nella costruzione di tipologie relazionali di qualità e intensità differenti: familiari, fraterne, amicali, di lungo termine, temporanee, e così via.

Magnum versus Cornetto Algida, entrambi di Unilever e con loghi o simboli con un cuore stilizzato, multiforme, ma pur sempre un cuore. I due brand focalizzati su benefici di natura edonistica, vogliono essere Brand Love benché perseguano tipologie relazionali diverse: amorose versus amicali, passionali versus affettive, voluttuose versus innocenti.

Sarà ben vero, allora, come cita una famosa canzone dei Beatles, che “ALL WE NEED IS LOVE”? 

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