
- Data inizio
- Durata
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- Lingua
- 5 mag 2025
- 6 giorni
- Class
- Italiano
Progettare strategie di marketing efficaci integrando l'approccio tradizionale e quello digital per valorizzare e personalizzare l'esperienza del cliente.
Il concetto di generazione così come oggi impiegato, benché non relativamente recente e già presente da tempo in discipline e scienze diverse – demografia (con le coorti), arte (con la comparsa di tendenze e stili connessi ai diversi esponenti per età o esperienza), sociologia (con categorie, classi, certi, gruppi ecc.), management e organizzazione (relativamente a mercato del lavoro, modalità di accesso, occupazione, posizione lavorativa ecc.), marketing e branding (considerando valori, opinioni, atteggiamenti e comportamenti rispetto a prodotti, servizi, marche, funzione non solo dell’età ma del ciclo evolutivo, del momento storico ecc.) - è stato portato avanti e via via perfezionato tra il XIX secolo e l'inizio del XX secolo.
In anni recenti siamo stati “tormentati”, metaforicamente parlando (!!), dai Millennials. Non c’era convegno, istituto di ricerca, consulente e…ahinoi, studente, tesi di laurea, collega o manager che non ne parlasse. Sembrava che sino ad allora non fosse esistito nulla e che tutti dovessero essere preparati e consapevoli di “chi fossero” e “chi appartenesse” a questa generazione. Questo concetto è stato sospinto ed ha assunto rilievo nel mercato del lavoro a causa della presenza di distanze generazionali esistenti tra dirigenti, dipendenti e nuovi employees, ma anche nelle Università, “mercato” che accogliendo giovani e nuovi studenti ha avuto l’esigenza di comprenderne comportamenti diversi e attitudini verso i diversi elementi che ne potessero caratterizzare l’offerta (discipline, didattica, tecnologie, etc.).
Per chi si occupa o si è occupato, da sempre, di consumatori e marche, cuore di qualsiasi strategia e attività di marketing e di branding nei confronti di individui facenti parte di mercati e, più precisamente di segmenti, cluster, sino a raggiungere il singolo o la singola unità, con personalizzazioni spinte delle proposte di valore, le distinzioni tra generazioni di consumatori - considerando i periodi in cui sono nati, ma soprattutto evidenziandone caratteristiche che potessero cristallizzarne e descriverne esigenze, bisogni, punti di vista, stili di vita e benefici generalmente associati o da associare a marche e prodotti e tesi a spiegare l'andamento dei consumi - non sembra abbiano spostato il focus. Potremmo anzi affermare che abbiano fornito un ulteriore potenziale senza farsene sopraffare ma “tuffandosi e nuotando” all’interno di questi mercati o macro-segmenti relativamente nuovi o sconosciuti. Proprio perché conoscere e raggiungere i Millennials come qualsiasi individuo, consumatore o, più in generale, label generazionale del futuro, rappresenta la norma! Godetevi questa intervista svolta dal collega-amico Gabriele Troilo a Gianluca De Meo, in un incontro organizzato dal MINE della nostra Scuola. Credo sia esaustiva in merito.
Nel linguaggio comune si fa riferimento alle “generazioni” quando si indica un periodo di nascita caratterizzato da uno specifico clima culturale e/o da eventi storici particolari, intendendo con ciò che questi ultimi lascino traccia di un sentir comune, di un modo di pensare e, altrettanto spesso, di agire e di comportarsi in modo affatto simile. Non è possibile stabilire a-priori la durata di una generazione, perché le generazioni finiscono quando ne compare una nuova e differenziante dalla precedente, così come esistono delle convenzioni che ne delimitano gli anni di inizio e di fine di ciascuna generazione.
In termini generali, si suole distinguere tra:
“Mettere un'intera generazione in una scatola” è compito assai arduo, poiché possono riscontrarsi altri effetti che determinano differenze tra le fasce d'età benché presenti nella medesima generazione; può esistere una varietà sempre più ampia di possibili stili di vita, atteggiamenti e comportamenti presenti anche all'interno di ciascuna di esse, oppure una grande fluidità tra le generazioni, non solo per la crescita e il passaggio dall'una all'altra, ma anche perché non necessariamente le persone possono essere solo una cosa o l'altra; del resto, questioni etiche, sociali, ecologiche e di sostenibilità assumono oggi un peso rilevante per alcune coorti diversamente da femminismo, sindacalizzazione, guerra e così via, problematiche affrontate in altri fasi storiche e da altre generazioni. L'impiego delle tecnologie e la relativa democratizzazione, l'uso dei social media, il Paese e la cultura rappresentano fattori che hanno un impatto differente sul comportamento degli individui rispetto alla coorte di età. E’ importante distinguere tra gli "effetti di coorte" generazionali (in cui una fascia d'età ha visioni e comportamenti diversi dagli altri e li porta con sé mentre invecchia), gli "effetti periodici" (in cui tutti cambiano in modo simile e allo stesso tempo a causa di un cambiamento o evento sociale) e gli "effetti del ciclo di vita" (in cui gli atteggiamenti e i comportamenti cambiano con l'età).
E’ evidente come non basti comprendere quali siano opinioni e atteggiamenti o comportamenti delle varie classi d’età, ma bisogna approfondirne il momento o la fase storica attraversati nelle varie età della vita dagli individui. Fa molta differenza essere giovani o essere stati giovani in un periodo di guerra o di pace, così come affacciarsi al mercato del lavoro in una fase recessiva o espansiva. Di fatto ciascun individuo si colloca all’interno di un determinato contesto storico e ne è influenzato e fortemente condizionato. E’ l’ “appartenere ad un tempo” che accomuna i membri di una generazione. L’idea sottostante è appunto che gli individui condividano “qualcosa di importante”.
Finite le lettere dell’alfabeto le prossime generazioni prenderanno “forse” dalle origini e dallo “storico” (e sempre attuale!) alfabeto greco, quindi spazio alla Generazione α a cui forse seguirà la Generazione β, in molti si stanno arrovellando sulle future label!