
- Data inizio
- Durata
- Formato
- Lingua
- 21 mag 2025
- 3 giorni
- Class
- Italiano
Definire e sviluppare strategie di mercato vincenti in contesti ipercompetitivi e iperconnessi, rafforzando creatività e metodi di analisi della domanda.
Cos’è Scuola d’Impresa per l’Italia e cosa c’è di nuovo in questo progetto? L’elemento di novità è rappresentato dal fatto che una grande impresa pubblica, quotata in borsa e manageriale quale Fincantieri riconosce implicitamente l’importanza delle micro e piccole imprese e decide di intervenire attraverso la formazione per rafforzarle. La più grande impresa cantieristica (e non solo) nazionale che vive e si alimenta di una filiera di fornitori enorme (2/3 dei quali di minori dimensioni) sceglie di fare un investimento non limitato alla catena dei suoi subfornitori ma focalizzato su un’area del Paese connotata, soprattutto in passato, da scelte di politica industriale che più che altrove hanno generato ritardi nello sviluppo imprenditoriale, deprimendolo piuttosto che incentivarlo. Questo è l’incipit potente dell’iniziativa: credere che l’economia italiana non possa avere un futuro senza uno sviluppo armonioso delle PMI, in particolare al Sud; credere che il nostro capitalismo pulviscolare sia cruciale in quanto parte preponderante delle filiere capitanate dai grandi gruppi internazionali.
Questo spunto importante è stato raccolto da Enzo Baglieri e da me e tradotto in un programma formativo che si concretizzerà sulla base di due ipotesi forti. La prima: il modello originale di sviluppo economico italiano fatto di imprese di piccole dimensioni, guidate da imprenditori, di proprietà famigliare e a vocazione prevalentemente manifatturiera non è limite ma un elemento costituente e irrinunciabile del nostro capitalismo. Non è un vincolo ma un fattore distintivo e peculiare. Queste caratteristiche in sé per sé non sono vincolanti. Le negatività quando esiste deriva piuttosto da errori nella gestione sia a livello strategico che organizzativo, errori spesso delle persone. Su questo lavoreremo con il progetto SCUOLA D’IMPRESA PER L’ITALIA: per migliorare e rafforzare i meccanismi gestionali delle PMI del centro e del sud, per attivare una contaminazione positiva di buone prassi attraverso il confronto tra docenti e imprenditori e loro collaboratori.
La seconda ipotesi forte è che il piccolo imprenditore può cambiare e migliorare a livello di gestione aziendale solo dentro una relazione di fiducia, con dei docenti formatori che non lo guardano dall’alto in basso ma che si pongono anzitutto come divulgatori di buone prassi agevolando in aula lo scambio, la discussione e il ragionamento. Per costruire questo tipo di rapporto occorre conoscersi e lavorare in presenza. Per questo il programma che, ribadisco, è finanziato interamente da Fincantieri, è costituito da tre fasi che hanno l’obiettivo di costruire e cementare una relazione in aula e fuori da essa. Ci siamo divertiti a chiamarle in gergo marinaresco: imbarco, addestramento e navigazione. Nella prima, dopo averli selezionati, intervisteremo i singoli partecipanti ed erogheremo loro un corso di formazione online sui fondamenti di bilancio; nella seconda fase di “‘addestramento” in presenza a Roma, presso la nuova sede di SDA Bocconi che accoglierà la Scuola d’Impresa come prima iniziativa di impatto per il Centro-Sud, verranno affrontati in aula i diversi temi centrali per la gestione aziendale come la strategia di mercato, l’organizzazione e gestione dei collaboratori, l’amministrazione e il controllo delle performance economiche e finanziarie, la gestione della produzione, l’innovazione e la digitalizzazione e il project management, approfonditi anche attraverso testimonianze di altri imprenditori e di manager di Fincantieri; infine nell’ultima fase si lavorerà con le singole aziende in una rapporto one to one attraverso il varo di progetti di affiancamento mirati su singole problematiche che verranno sollevate dagli imprenditori. L’idea è che il programma non si esaurisca con la formazione in classe ma termini con interventi di miglioramento dentro le imprese, sulle competenze delle persone.
Concludo dicendovi che nelle serate di Palermo e Napoli - che hanno fatto seguito ad una prima presentazione a Roma - abbiamo trovato una vivacità e una vitalità imprenditoriale (che tanto per cambiare non viene mai raccontata dai canali ufficiali) che merita di essere spronata e indirizzata verso il meglio. Sono certa che le candidature al nostro programma che partirà dal prossimo settembre non mancheranno ma per fortuna, grazie alla lungimiranza di Fincantieri non si tratterà di una iniziativa “mordi e fuggi”. Scuola d’impresa per l’Italia durerà ben tre anni, per tre edizioni. Noi con loro ci impegneremo a formare 50 imprese all’anno dando la possibilità di far partecipare al massimo due persone della stessa azienda. Sarà una bellissima crociera all’insegna del potenziamento delle micro e piccole imprese meridionali, non necessariamente della loro crescita dimensionale che sarà, nel caso, solo una conseguenza.