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Economia circolare e decarbonizzazione: i residui industriali come nuova risorsa strategica

La gestione circolare dei residui industriali può rivelarsi una vera leva competitiva per le imprese. È quanto emerge da una recente ricerca condotta dal Sustainability Lab in collaborazione con Omnisyst, che analizza l’integrazione tra economia circolare e decarbonizzazione, dimostrando come l’adozione di pratiche circolari possa generare vantaggi ambientali ed economici significativi: trasformazione dei rifiuti in risorse, miglioramento della resilienza operativa, riduzione dei rischi finanziari e reputazionali. 

 

Trasformare i residui industriali in risorse riutilizzabili riduce l’impatto ambientale, ma apre nuove opportunità strategiche per le imprese. A supportare questa visione, la ricerca propone anche casi studio concreti che mostrano come, in diversi settori, l’economia circolare sia già una realtà capace di generare valore. 

Le domande

La ricerca si occupa dell’integrazione tra decarbonizzazione ed economia circolare, con un focus specifico sulla gestione dei rifiuti industriali. La letteratura ha tradizionalmente trattato i due ambiti in modo separato: da una parte, l’obiettivo di ridurre le emissioni climalteranti; dall’altra, la necessità di diminuire l’uso di risorse naturali e ridurre i rifiuti attraverso modelli circolari. Tuttavia, finora è mancata un’analisi sistematica dei benefici generabili dalla loro interconnessione. 

 

Lo studio parte da alcune domande: 

 

  • In che modo l’adozione di tecnologie abilitanti (digitalizzazione, IoT, blockchain, intelligenza artificiale) può facilitare l’implementazione di pratiche circolari nella gestione dei residui industriali?  
  • Quali vantaggi concreti possono ottenere le imprese che adottano questo approccio? 

 

La ricerca, inoltre, si interroga su come le normative europee e italiane stiano impattando su questa integrazione e su quali settori produttivi mostrino già risultati concreti.

Lavoro sul campo

La ricerca adotta un approccio multidisciplinare, basato su una revisione della letteratura accademica e grigia, sull’analisi delle principali tecnologie abilitanti, anche alla luce del contesto normativo, e sull’analisi di casi studio applicativi. L’obiettivo è offrire una visione d’insieme che sia al tempo stesso teorica, normativa, tecnologica e operativa. 

 

Tra le soluzioni tecnologiche più promettenti individuate, la ricerca evidenzia la Digitalizzazione, l’IoT, la Blockchain e Intelligenza Artificiale. 

 

Questi strumenti permettono non solo di migliorare l’efficienza ambientale, ma anche di ridurre costi e rischi operativi, rendendo i sistemi produttivi più resilienti e meno dipendenti da materie prime critiche. 

 

I principali benefici individuati sono: 

 

  • riduzione significativa dei rischi, sia dal punto di vista operativo che reputazionale, contribuendo al tempo stesso a generare nuovo valore lungo la filiera.  
  • monetizzazione di ciò che tradizionalmente era considerato uno scarto o un costo, trasformandolo in una risorsa utile e, in molti casi, addirittura in una nuova fonte di ricavo.  
  • rafforzamento della resilienza della supply chain in quanto la circolarità permette di diversificare le fonti di approvvigionamento, ridurre la dipendenza da materiali vergini e migliorare la gestione delle scorte, rendendo le imprese più pronte ad affrontare shock e interruzioni.  
  • un impatto diretto sul bilancio di sostenibilità, con benefici misurabili come la riduzione delle emissioni di CO₂ e un miglioramento degli indicatori ambientali complessivi.  
  • un vantaggio competitivo concreto dato che le aziende che si muovono in questa direzione tendono a distinguersi rispetto ai peer, sia in termini di innovazione, che di reputazione, con ricadute positive sul mercato e nei rapporti con gli stakeholder. 

 

A questi vantaggi si aggiungono ulteriori benefici trasversali. Tra i più rilevanti, vi è un impatto positivo sulla valutazione del rischio creditizio e bancario, grazie alla maggiore solidità e affidabilità percepita. La circolarità contribuisce anche a rafforzare la brand loyalty, valorizzando l’identità sostenibile dell’impresa, e a migliorare il posizionamento nelle gare pubbliche, dove gli indicatori ESG assumono un peso crescente nei criteri di selezione. 

 

La ricerca presenta i seguenti casi di implementazione in diversi settori, come il manifatturiero, l’agroalimentare e la chimica, mostrando come l’adozione di strategie circolari abbia portato a: 

 

  • l’utilizzo della Blockchain per la tracciabilità e nuovi modelli di business nell’automotive circolare (il caso Reflexallen); 
  • l’utilizzo della Blockchain per la tracciabilità e la semplificazione delle dichiarazioni ambientali nel settore tessile (il caso Limonta Informatica); 
  • la simbiosi industriale e digitale per la valorizzazione dei sottoprodotti e la compliance (il caso Ontex); 
  • il digitale per la logistica inversa e per il monitoraggio delle emissioni nel fashion luxury (il caso Ifaba); 
  • la digitalizzazione per la gestione multi-sito e il raggiungimento dello zero waste to landfill (il caso Volvo); 
  • la valorizzazione ambientale e il risparmio economico nel settore medicale con un approccio technology-enabled; 
  • il recupero integrale dei fanghi farmaceutici guidato da analisi data-driven per investimenti strategici.

Guardando avanti

Le implicazioni di questa ricerca sono particolarmente rilevanti per manager e policy maker. Per le imprese, integrare decarbonizzazione ed economia circolare non è solo un dovere etico o normativo, ma una scelta strategica che impatta su costi, reputazione e competitività. 

 

Per i policy maker, emerge la necessità di creare un quadro normativo e fiscale che premi chi adotta pratiche circolari e favorisca l’adozione su larga scala delle tecnologie abilitanti. La Strategia Nazionale per l’Economia Circolare rappresenta un passo in questa direzione, ma occorrono strumenti più incisivi per accompagnare le PMI nella transizione. 

 

In sintesi, la gestione circolare dei residui industriali non è solo una soluzione ambientale, ma una concreta opportunità per creare valore a lungo termine. Le aziende che sapranno coglierla oggi saranno le protagoniste della transizione sostenibile di domani. 

 

Francesco Perrini, Roberta Pisani, Creare valore economico sostenibile attraverso la gestione circolare dei residui industriali. 

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