
- Data inizio
- Durata
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- Lingua
- 5 mag 2025
- 6 giorni
- Class
- Italiano
Progettare strategie di marketing efficaci integrando l'approccio tradizionale e quello digital per valorizzare e personalizzare l'esperienza del cliente.
Cadeva il 2011 e due autori: Sean Moffit e Mike Dover, scrivono a lanciano un libro di successo, tradotto in numerose lingue e con una prefazione di Don Tapscott (noto autore, un po’ visionario, di numerosi saggi su tecnologia e impatto su business e società e, viceversa, come l’impiego da parte di imprese e persone sia in grado di alimentare i cambiamenti nel mondo).
Il titolo del libro diceva già tutto “Wiki Brands. Reinventing your company in a customer-driven marketplace”.
Gli ingredienti si sono tutti.
Potrebbe apparire un libro vecchio, visto che ormai siamo andati avanti...
...ma un po’ come avviene per le ricerche bibliografiche: si parte dalle pubblicazioni più recenti, per poi andare indietro e ricercare le “radici”.
Il titolo è interessante ed evocativo, perché sotto l’influsso di ciò che già da tempo veniva svolto all’interno di Wiki-pedia - tanto amata (dai giovani) e molto odiata (da genitori o professori!) – con un approccio, poi seguito da molti altri, volto a permettere e promettere una conoscenza “ready-to-use” e per tutti, ma soprattutto, scambio, partecipazione e aggiornamento real-time.
Mica poco!
Da un tweet degli stessi autori, di qualche anno successivo, si colgono quelli che sono stati definiti i trenta trend tecnologici più importanti (ritroviamo: AI, IoT, Big Data, ecc. ecc. ecc.). Già allora!
Libro e tweet potrebbero essere dei giorni nostri, con due concetti-chiave profondamente collegati: la forza è determinata dalla potenza della rete e dalla profonda volontà (Moffitt e Dover, 2011) di trasformare la cultura aziendale e i modelli operativi per il futuro.
Un wikibrand è "un insieme progressivo di organizzazioni, prodotti, servizi, idee e cause che attingono ai poteri della partecipazione dei clienti, dell'influenza sociale e della collaborazione per guidare il valore aziendale". La traiettoria manageriale tracciata dagli autori per i wikibrand parte dal presupposto che il brand e, conseguentemente, il branding non siano “di semplice esclusivo appannaggio del marketing”, ma il brand è materia viva per l’intera organizzazione.
Molti sono i wikibrand di successo, oltre Apple e Google, troviamo: Virgin, Discovery Channel, la canadese Lululemon (primo negozio di abbigliamento per lo sport, in British Colombia nel 1999), Lego Mindstorms, il MoMa di NYC, Salesforce ecc., il cui modo di fare marca - in diversi contesti, category e mercati nonché relativamente alle diverse tipologie - evidenzia il passaggio dalla trasmissione al coinvolgimento, in un'interazione conversazionale e talvolta collaborativa con i propri clienti, per aumentare il valore fornito dall’organizzazione. Nell'era della digital revolution (oggi digital trasformation), in cui divampano i social media, è evidente come questi ultimi abbiano scardinato il senso unidirezionale della comunicazione, attribuendole un doppio senso di marcia e dando spazio, così, alla crescente partecipazione degli utenti e dei consumatori, sempre più coinvolti nel creare contenuti e costruire il successo di un brand.
Un semplice acronimo: FLIRT comprende i cinque elementi chiave che gli autori considerano fondamentali per creare un wikibrand di successo: 1. Focus; 2. Language e content; 3. Ideas, Incentives, motivations e outreach; 4. Rules, guidelines e governance; 5. Tools e platforms; in cui:
Ottimo il FLIRT, ma si potrebbe obiettare, ormai lo sappiamo già!
L’invito a una adozione digitale da parte di tutti in azienda - dal marketing a HR, R&D, acquisti e così via, con un codice di comportamento e di linguaggio comune, così come con l’integrazione fra click e brick e media on/off - ha significato una nuova concezione del tempo per il branding, quasi una composizione artistica o musicale che possa garantire varietà e sorpresa ai consumatori, mantenendo e manutenendo i suoi caratteri distintivi e ben riconoscibili.
Tante piccole idee, veicolate su diversi media e con differenti linguaggi per “parlare e far conversare” del brand e offrire la possibilità di partecipare ai numerosi target del nuovo scenario. I cambiamenti stanno avvenendo ad una velocità vertiginosa con un rapido movimento, in cui ciò che può essere considerato, oggi, fresco ed entusiasmante potrebbe essere obsoleto domani.
Teniamo il passo e non fermiamoci mai, è sempre stata questa la regola aurea del marketing e del branding.