
- Data inizio
- Durata
- Formato
- Lingua
- 29 set 2025
- 6 giorni
- Class
- Italiano
Progettare esperienze di valore per i clienti con strumenti innovativi e acquisire competenze per creare customer journey efficaci e memorabili.
La breve fotografia del settore vitivinicolo di seguito proposta, spiega l’interesse verso le bollicine e permette di “attualizzare” un’intervista a Cristina Ziliani di un paio di anni fa, che spiega come Guido Berlucchi & C. abbia raggiunto nel 2024 una produzione di 4,1 milioni di bottiglie ed un fatturato totale di 53,4 milioni di euro, rendendo l’azienda leader di mercato in Italia nell’impiego del metodo classico (o Champenoise) per la spumantizzazione del vino proveniente dai circa 500 ettari di vigneti in Franciacorta - un piccolo fazzoletto di terra unico, con una cultura enologica millenaria - e con il contributo d100 collaboratori tra sede operativa, cantine e vigneti. Ciò che abbiamo citato nel pezzo precedente, riferendoci alla premiumization, strategia di differenziazione di assoluta rilevanza nel settore, in base alla quale Berlucchi si presenta con un portafoglio di linee e prodotti “Franciacorta” innovato nel tempo, che oggi si attesta in 5 linee e in cui pesano non solo origine relativa ai i vitigni utilizzati e il metodo di produzione ma anche i tempi di vinificazione e il relativo grado di alcolicità.
Proseguiamo con il settore vitivinicolo, all’interno del quale, le 255 società di capitali italiane (con un fatturato 2023 superiore ai 20 milioni di euro) - analizzate nell’indagine pubblicata a fine maggio dell’anno corrente dall’Area Studi Mediobanca – raggiungono ricavi aggregati per 11,7 miliardi di euro, con un peso pari al 94,9% sul fatturato nazionale dell’intero comparto vitivinicolo. L’assetto proprietario di tali società resta presidio delle famiglie: il 65% del patrimonio netto è detenuto da queste ultime, quota che sale all’81,5% se si considerano anche le cooperative.
Il settore vitivinicolo italiano, collocandosi nel “vecchio mondo”, detiene numerosi “primati” per ciò che concerne la biodiversità: con 1.200 vitigni autoctoni vs. i 222 francesi (secondo posto nel mondo), la denominazione protetta: sono più di 850 (pari al 27,5% dei prodotti certificati europei) tutti i prodotti all’interno di un mercato regolamentato dai disciplinari – tra cui il vino che diviene DOC; DOCG; IGT, Vino da Tavola – l’esportazione di vino per quantità (21,7 milioni di ettolitri nel 2024) e, invece, una seconda posizione, dopo la Francia, in termini di valore delle esportazioni (8,1 miliardi di euro) secondo le stime di OIV–Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino.
L’Italia nello scenario mondiale evidenzia, quindi, una costante la crescita delle sue esportazioni, frutto delle strategie di internazionalizzazione intraprese dalle aziende locali che si indirizzano verso diversi paesi/mercati di sbocco. Oggi, quasi una bottiglia su due viene consumata in un Paese diverso da quello in cui è stata prodotta e per il 2025 i maggiori produttori di vino si attendono una crescita media dell’export del +2%, sino al +6,1% nel caso delle bollicine.
…propongo la “visione” - in senso stretto – dell’intervista a Cristina Ziliani di Guido Berlucchi & C, che potrete ritrovare seguendo il link di seguito riportato e che ci permette di essere cross-madiali!
Buona visione.
La bottiglia nata premium | SDA Bocconi