
- Data inizio
- Durata
- Formato
- Lingua
- 5 mag 2025
- 6 giorni
- Class
- Italiano
Progettare strategie di marketing efficaci integrando l'approccio tradizionale e quello digital per valorizzare e personalizzare l'esperienza del cliente.
Proseguiamo quanto avviato con il pezzo presedente domandandoci: “come si comporta” - spettatore post-tv, differentemente connotato come tele-spettatore o altrimenti definito audience, pubblico-target o “video-consumatore” - “chi consuma programmi” (serie e web-series, lungo o cortometraggi, documentari, show etc.) realizzati per e/o distribuiti con il mezzo televisivo in modalità “lineare”, ovvero in modo “non lineare” con CTV, in streaming e attraverso OTT, “e verso cui indirizzarsi con video strategy sempre più diffuse, acclamate e impiegate dai brand?” Osserviamo come questi consumatori modellano le proprie traiettorie spostandosi nel tempo e nello spazio di fruizione - in solitaria o in compagnia – adottano differenti posizioni nel consumo narrativo e rendendo illusoria l’idea di una narrazione coesa e gestita da una unica voce autoriale insita nei brand, sempre meno esclusivamente relegati al settore editoriale (es. brand publisher o producer) o televisivo (es. tv-brand).
I consumatori nell'era dell’accesso, come mai precedentemente, possono accedere a media e strumenti a cui applicare il controllo personale per la “consegna narrativa”, gestendo velocità ed esposizione ai diversi contenuti, divenuti sempre più transmediali. Detto in altri termini, i consumatori-spettatori possono ritagliare delle personali traiettorie all’interno di narrazioni su una o più unità narrative transmediali. Di fatto, si ritrovano numerosi modi per accedere alla narrazione attraverso percorsi apparentemente infiniti, a seconda dello stile di navigazione impiegato. Ogni persona può avere stili di consumo discendenti da: genere (la fiction è differente da drama, docu, show, situational comedy etc.), modalità della narrazione (le serie possono distribuirsi su più stagioni e con più episodi, ovvero con un numero minimo di episodi e in un’unica mini-serie, oppure attraverso lungometraggio o cortometraggio, etc.), tempo da dedicare alla fruizione della narrazione (centellinando la visione o con la “scorpacciata”: il binge-watching, etc.), contenuto transmediale disponibile e consumo in solitudine o con altre persone. Inoltre, non è inusuale che si preferisca la sorpresa - detestando gli spoiler ed evitando le rivelazioni - oppure si divenga “ricercatori attivi” di qualsiasi tipo di informazione preventiva, per essere pronti e non farsi cogliere impreparati, divenendo altresì pronti nel carpirne tutte le possibili particolarità.
Il focus è sul consumatore che “riceve” la storia e “sulle modalità con cui la rende leggibile” ai suoi occhi. Il video-consumatore realizza tante e diverse interazioni con una narrativa fruita attraverso continue infusioni di nuovo materiale che, oltre a rendere la storia evolutiva temporalmente, ne estendono e ne ampliano in modo transmediale l’universo narrativo, con modalità sempre più coinvolgenti che lo circondano, interagendo con i diversi e numerosi contenuti che consentono di esprimere il personale consumo narrativo. Ed allora, “come vengono consumate le narrazioni onnipresenti?”, avendo in considerazione che per rispondere a questa domanda è necessario osservare, comprendere, interpretare tele-spettatore, audience, pubblico-target quasi come se il consumatore mangiasse i contenti video!
Una recentissima ricerca (Feiereisen, Rasolofoarison, Russell , Schau, 2021) ha osservato questa interessante analogia: consumare i contenuti narrativi è un po’ come “mangiare”! In particolare, la ricerca è stata finalizzata ad esplorare la navigazione narrativa nel contesto delle serie TV e le modalità attraverso cui si estrinseca la relativa interazione con le narrazioni video. La triangolazione di più metodi di indagine ha combinato interviste, diari, forum di discussione su specifiche serie tv, videoregistrazioni durante la visione, svolta in solitudine o in compagnia.
I consumatori modellano le proprie traiettorie adottando e/o spostandosi tra nove posizioni, non essendo “semplicemente” trasportati da una unica unità narrativa ma spesso “navigando” attivamente spazio-temporalmente tra un contenuto primario e altre unità narrative transmediali, muovendosi tra diversi spazi temporali, creando proprie traiettorie narrative in un dialogo continuo, reciproco e interminabile e, quindi, spostandosi tra gli elementi del “cronotopo transmediale”. Tutto ciò in presenza di due forze-chiave che guidano la navigazione narrativa: l'attrazione gravitazionale e centripeta di un contenuto (centrale nel trasporto narrativo) e la permeabilità verso altri contenuti, tipicamente transmediali (che vengono fruiti dal consumatore a suo piacimento).
Il consumatore può ritagliarsi le proprie traiettorie (descritte con le diverse modalità nell’approcciare o nel mangiare il cibo!) assumendo nove posizioni narrative e spostandosi lungo due dimensioni principali:
E’ divertente e interessante l’attribuzione per ciascuna posizione di un verbo avente una strettissima analogia con il cibo e con i modi di mangiare! Rende la visione quanto mai umana!
Assaporare e divorare caratterizzano il modo in cui i consumatori controllano il ritmo del consumo narrativo, mantenendo intatto il contenuto primario (cioè senza deviare da esso). Si assapora rallentando intenzionalmente il ritmo e si divora tramite una accelerazione di quest’ultimo. Gli studi sul cibo evidenziano come nell’assaporare si riporta l'attenzione sulla sensorialità, con lo scopo di prolungarne l'esperienza nel tempo, oppure preservando il ruolo di “gourmand” che accresce il godimento di un'esperienza piacevole tanto attesa. Si divora disperdendo la volontà di prolungare l’esperienza e non assaporando - e soventemente non gustando - così come accade per i “divoratori di testi”; essi divorano i libri il più velocemente possibile per accelerare il passo e arrivare alla fine (della storia) il più rapidamente possibile. Ciò implica la rimozione delle interruzioni tra gli episodi, l'avanzamento veloce e lo scarto dei titoli di coda e dei riepiloghi degli episodi, oppure il binge-watching dell’intera stagione di una serie pubblicata di venerdì e divorata in un solo fine settimana.
Il contenuto consumato può essere aumentato o concentrato e condensato rispetto alla narrativa primaria e con l’impiego del contenuto transmediale, lasciando inalterato il ritmo del consumo. Si rosicchia quando si omette o si lascia da parte qualcosa, concentrandosi su di una parte centrale o sul nucleo della trama, al fine di catturare l’essenza centrale dell’intera narrazione. Si guarnisce aumentando il contenuto che viene catturato dai consumatori avvalendosi attivamente del contenuto transmediale; nella decorazione del cibo la guarnitura serve per arricchirlo! Dunque, i consumatori guardano il contenuto principale nella sua interezza, ma si avvalgono anche attivamente del contenuto transmediale come contenuto aggiuntivo con scambi sociali, co-view (quando si racconta la vita reale degli attori ad amici o parenti con cui si condivide la visione) o forum di fan, così come altre risorse transmediali.
Tra le altre quattro posizioni narrative si ritrovano assaggiare e deglutire, che caratterizzano l'omissione di alcuni dei contenuti narrativi, rallentando (assaggio) o accelerando (deglutizione) il ritmo, oppure l'aumento del contenuto narrativo primario con cui rimpinzarsi con un consumo rapido o banchettare con un ritmo più lento. Nell’assaggiare gli spettatori scelgono frammenti delle narrazioni affinando l'attenzione verso stimoli ritenuti più piacevoli anche grazie allo scambio e al contributo di altri spettatori; nel deglutire si accelera il consumo narrativo omettendo consapevolmente alcuni contenuti (es. saltando completamente l'introduzione e il riepilogo), ingoiando velocemente, giungendo alle parti ritenute più rilevanti per il valore narrativo (es. trama, storia del personaggio, etc.) e/o evitando quelle spiacevoli o superflue, non in grado di accrescere la dimensione edonica. Nel rimpinzarsi, i consumatori divorano il contenuto narrativo e ne bramano sempre di più, cercando risorse transmediali per soddisfare l’intensa “fame narrativa” connessa a narrazioni che coinvolgono; per tale consumo accelerato sussiste la possibilità di acquisire più contenuto narrativo in modo transmediale. Alcuni spettatori ricercano più contenuti sul web, visionano le critiche o le recensioni dei fan, leggono i romanzi originali e guardano eventuali versioni televisive o cinematografiche originali, prequel, sequel; insomma, si rimpinzano del testo principale e aumentano quest’ultimo con altri e ulteriori contenuti. Da ultimo, nel banchettare il ritmo di consumo decelera pur in presenza di un maggiore accesso ai contenuti transmediali; rallentare il ritmo di consumo con l’aggiunta di contenuti migliora l’apprezzamento per la serie perché attraverso "narrativa extra" (es. leggendo forum online e teorie dei fan) si approfondisce la comprensione della serie, le intenzioni dell'autore, le motivazioni dei personaggi e così via.
In conclusione, dove collocare la narrativa di marca? Quale posizione narrativa per il consumatore di marca? Quali spostamenti tra diverse posizioni narrative per il consumatore? Ma il funnel o il customer-journey possono essere reinterpretati per il consumo narrativo?
Certamente aiuta immaginare le posizioni con l’analogia al cibo!
Feiereisen S., Rasolofoarison D., Russell C.A., Schau H.J., (2021), “One Brand, Many Trajectories: Narrative Navigation in Transmedia”, Journal of Consumer Research, 48(4), 651-681