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Come un TED-Talk?

TED e TED Talk: antesignani da sempre.

Come un TED Talk?

Suona come una domanda, ma di questi tempi è un’affermazione e, ancor più, una richiesta che, sempre più di frequente, ci si sente porre per i numerosi momenti di incontro con persone (o rivolti a target) molto diverse tra loro: dipendenti, manager, studenti, partecipanti, clienti, investitori, opinion leader, amici o semplici conoscenti, di tutte le generazioni e provenienti dalle più disparate attività e con competenze e conoscenze diverse.

 

Si potrebbe dire che il vampirismo di marca ha funzionato!

 

Certo, perché TED è un brand, e un TED-Talk è esattamente quanto viene sempre più richiesto o citato…

Da Talk-Show a TED-Talk

Non più, quindi, come nei cosiddetti Talk-Show, uno o più ospiti seduti in poltrona e rilassati (si fa per dire!), con solitamente un conduttore al centro, cui si assegna, per l’appunto, il ruolo di condurre per attribuire un ritmo, più o meno incalzante, al susseguirsi di domande e risposte – e quindi al discorso - connesse sia alle specifiche competenze degli ospiti, sia allo scopo di “intrigare” e “far seguire” il dipanarsi del “talk” dal pubblico interessato (in presenza, a distanza, tramite diversi device, attraverso sistemi multimediali, a video, come podcast, etc..).

 

Nel caso dei TEDTalk (o alla TEDTalk), i “discorsi” si svolgono durante le conferenze TED, con accurata scelta di contenuti - originali e stimolanti, della durata massima di 18 minuti - e  speaker, che non ricevono alcun compenso economico. Lo speaker su un palco, grande o piccolo che sia (ma sempre un palco!), sviluppa la tecnica narrativa del monologo, anche attraverso una serie di domande e risposte, rivolgendosi al pubblico - numeroso e distanziato, con o senza mascherina. I discorsi sono appassionanti, istruttivi e coinvolgenti e questo lo si deve principalmente a una delle loro caratteristiche più distintive: la “regola dei 18 minuti che ispirino". Come si legge nel sito ufficiale di TED, la forza dei talk risiede proprio nella convinzione che non esista forza più grande di una potente idea. La diffusione di idee di valore perseguono lo scopo di modificare comportamenti, vite e, in ultima istanza, il mondo, attraverso discorsi da 18 minuti, preparati accuratamente con speaker in grado di “stare sul palco”,  arricchendo la vita di coloro che entrano nel mondo dei talk (senza "spingere" nulla!).

Imprinting “TED”

Grazie a Giulia, mia laureata, si è riusciti a costruire una timeline di TED e, come si può evincere, quest’ultimo è passato negli anni dall’essere una conferenza annuale ad un vero e proprio brand che, attraverso una strategia di marca molto accurata, accoglie progetti, sub-brand, line, brand e country extension, nonché attività di branding, allo scopo di creare un accesso gratuito e sempre più ampio alle idee appassionanti diffuse dagli innumerevoli speaker, sui palchi e nel mondo.

 

La nascita

TED nasce nel 1984, come organizzazione no-profit, a Monterey (California). L’architetto Richard Saul Wurman osserva una potente e potenziale convergenza tra tre principali ambiti: tecnologia, intrattenimento e design, da cui TED: Technology, Entertainment & Design. Il nome, semplice da pronunciare e scrivere, breve e con una sonorità piacevole, si offre a una facilità di pronuncia in tutto il mondo. Inoltre, trasmette familiarità (potendo essere “scambiato” per un nome proprio di persona); è visivamente impattante grazie al colore rosso del lettering, Pantone 485, colore intenso che veicola associazioni immediate (di passione!), ed il cui carattere Helvetica conferisce essenzialità ed eleganza.

Wurman e l’altro co-fondatore (Harry Marks) decidono di organizzare, nello stesso anno, una conferenza che raggruppasse le menti più brillanti del pianeta - al fine di avere un dibattito sui tre ambiti racchiusi nell’acronimo - e divenisse un evento mai visto prima, innovativo e stimolante. La prima conferenza, in forma intima, presentava circa 300 invitati, tra amici e conoscenti dello stesso Wurman (Weller, 2017). L’evento però, nonostante una progettazione e una “scaletta stellare” per argomenti trattati ed ospiti - demo concernenti innovazioni come il compact disc, l'e-book o la grafica 3D a cura di Lucasfilm; il mapping delle coste attraverso la geometria frattale proposta da Benoît B. Mandelbrot, un matematico fuori dagli schemi che ha cercato di cogliere il segreto delle forme; e tanti altri - non risultò redditizio. Solo dopo sei anni ne venne proposto uno nuovo. Nel 1990 TED divenne un evento della durata di quattro giorni che avrebbe potuto replicarsi ogni anno, partendo da Monterey, con partecipazione esclusivamente su invito e con una fee di ingresso (il biglietto) di circa 6.000 dollari.

Il secondo tentativo fu un successo, attirando un crescente interesse dal pubblico, misurato in termini di affluenza alla conferenza e, al contempo, avendo come ospiti “speaker” di rilievo e su diversi topic, come scienziati, filosofi, musicisti, imprenditori, leader religiosi, filantropi e tanti altri.

Dal 2000, TED diviene uno dei momenti più attesi, salienti ed emozionanti dell’anno, perpetuando il suo successo nel corso del tempo.

 

La svolta

La “svolta” per TED proviene dalla collaborazione con l’imprenditore Chris Anderson, prima, e l’acquisizione da parte della Sapling Foundation (organizzazione no-profit di proprietà dello stesso Anderson), dopo. Fu proprio Anderson a coniare lo slogan “Ideas worth spreading” (Idee che meritano di essere diffuse), divenuto poi il brand mantra di TED. Anderson ne ha rispettato i principi guida: il formato brillante, l'ampiezza dei contenuti e l'impegno a cercare gli speaker più eccezionali del pianeta, dando loro la possibilità di comunicare le loro passioni.

 

Lo slogan, il brand name e i suoi colori funzionano da “gancio” nell’aiutare i consumatori ad afferrare il significato della marca così da capirne ciò che la caratterizza e la rende speciale. TED si è dotato anche di sonorità, creando un jingle che con il tempo si è impresso nella mente degli ascoltatori, tanto che per i più appassionati non esiste TED Talk senza quella speciale introduzione musicale che evoca una goccia (l’idea) che cade nel mare accompagnata da un lieve stacco musicale.

Il TED Talk: un “format” vincente

Tra il 2001 e 2006 viene ideato un format specifico che racchiude le svariate tipologie di conferenze che vengono lanciate via via in quegli anni (TEDGlobal, TEDWomen, etc.): il format TED Talk. Questo divenne in poco tempo così popolare che nel 2007 il sito stesso fu ripensato intorno ad esso, “consegnando” un pubblico globale ad alcuni dei più grandi pensatori, scienziati, leader, imprenditori e politici del mondo. La diffusione di idee di valore perseguono lo scopo di cambiare comportamenti, vite e, in ultima istanza, il mondo.

 

Nel 2009 la conferenza si trasferisce a Long Beach e contestualmente viene lanciato il programma TED Fellows, al fine di coinvolgere innovatori da tutto il mondo a partecipare alla conferenza a titolo gratuito. Nello stesso anno si avvia il lancio delle TEDx, eventi organizzati in modo del tutto indipendente, che costituiscono a tutti gli effetti un'apertura radicale del formato TED a realtà più locali. Circa nello stesso periodo nasce il programma TEDTranslator, una sorta di infrastruttura della macchina organizzativa TED, che offre la possibilità di tradurre le innumerevoli talk in più di 100 lingue.

A marzo 2012 viene lanciata TED-Ed, una piattaforma contenente brevi video volti a educare e intrattenere gli utenti su un’ampia varietà di tematiche, e nell'aprile fa il suo esordio TED Radio Hour, una partnership che porta le idee e le storie di TED nella vita degli ascoltatori della radio.

Nel 2013 è stato lanciato il programma TED-Institute il quale permette a TED di lavorare ogni anno con un gruppo di aziende selezionate allo scopo di individuare, all’interno di queste, ideatori, inventori e creatori.

La Conferenza annuale TED, trasferitasi a Vancouver (Canada), ha festeggiato nel 2019 il suo 35° anniversario.

 

Attorno alle principali conferenze TED ed ai suoi TEDTalk ruotano tutta una serie di attività e programmi collaterali il cui scopo è quello di offrire un’esperienza ai propri partecipanti, attraverso workshop, interviste, molteplici momenti di confronto, cene e “social breakfasts” per approfondire ulteriormente i temi trattati durante i talk, nonché mostre e feste che si alternano agli interventi degli speaker sui palchi. Tutto ciò altro non è che una nuova modalità di fornire un’esperienza di marca che agisca su sense-feel-learn-act-relate.

 

Uno degli elementi cha ha contribuito a far diventare TED così popolare è stato il suo sito web, lanciato nel 2007. TED.com, l’URL ufficialmente registrato, rimanda al sito ufficiale dove, ad oggi, è possibile accedere a un archivio di oltre duemila Talk, ciascuno dei quali è disponibile sia video sia in forma transcript. Non solo, il sito ufficiale di TED negli anni si è convertito in una vera e propria “social media platform” con TED Blog (una sezione dove gli speaker di TED quanto i singoli utenti registrati possono avviare un dibattito pubblico e condividere idee, interagendo tra loro in qualità di membri della comunità TED) e agli svariati social media su cui TED è presente, il sito è diventato molto più di un semplice archivio.

E allora?

Le domande da porsi sono:

Pensiamo veramente che basti richiedere TED-Talk? che un format da 18 minuti sia bastevole? e che tutti, ma proprio tutti, possano essere speaker? oppure, che sia necessaria una “macchina organizzativa”, come quella di TED, affinché i TED Talk possano effettivamente...essere fonte di inspirazione?

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