NeuroMLab, una rinnovata alleanza per le nuove sfide manageriali nelle neuroscienze

NeuroMLab, Neurology Management Lab

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Una collaborazione SDA Bocconi, Biogen e SIN

Insegna di più l’esperienza accumulata nel tempo attraverso un lungo processo di ricerca o quella che nasce dall’urgenza di fronteggiare un evento “disruptive”? Come poche altre volte nella storia recente, gli ultimi mesi ci hanno messo di fronte a questa domanda. Con tutta probabilità la migliore risposta che la comunità medico-scientifica, e la società tutta, è riuscita a dare è che non c’è una risposta. Non si può porre la questione in termini di primato dell’una sull’altra, né tantomeno di aut aut. Le soluzioni migliori nascono dalla capacità di capitalizzare il sapere acquisito mettendolo alla prova dei nuovi eventi. Di fondere certezze e spirito critico, rigore e capacità innovativa.

 

Un progetto come il NeuroMLab (Neurology Management Lab) di SDA Bocconi è la perfetta sintesi “istituzionale” di questa consapevolezza. Il laboratorio che la Scuola ha avviato con Biogen, impresa farmaceutica leader nelle neuroscienze, e con il supporto della Società Italiana di Neurologia (SIN) prende le mosse dall’esperienza di successo del Multiple Sclerosis Management Lab avviato nel 2015, facendo tesoro di tutta la conoscenza costruita nel tempo sulla terapia e la gestione delle cronicità ad alta complessità (come la sclerosi multipla) e al tempo stesso raccogliendo le grandi sfide nel mondo delle neuroscienze non tralasciando la più recente esperienza nazionale nella gestione del Covid-19..

 

“La sclerosi multipla è stata adottata come patologia-paradigma di una cronicità che insorge precocemente e che richiede diversi tipi di approccio”, dice Valeria Tozzi, Direttrice del Master in Management per la Sanità (MiMS) di SDA Bocconi e promotrice dei due Lab. “L’esperienza maturata in quell’ambito rappresenta ora una solida base per ripensare i modelli di cura e di gestione delle patologie neurologiche, prime fra tutte l’Alzheimer, al centro di importanti innovazioni terapeutiche. Con caratteristiche diverse dalla sclerosi multipla, anche l’Alzheimer appare una cronicità ad alta complessità, label generato all’interno dei lab, che si ritrova anche all’interno del Piano nazionale delle cronicità varato nel 2016 dal Ministero della Salute”.

 

Sono tre i pilastri su cui poggia il lavoro del NeuroMLab: l’attività di ricerca mirata ad ambiti specifici, la formazione attraverso workshop rivolti a un pubblico eterogeneo di neurologi, infermieri, farmacisti, e direttori generali e sanitari della aziende di erogazione per raccogliere e valorizzare le diverse prospettive, la pubblicazione periodica dei risultati. “Le neuroscienze rappresentano un caleidoscopio estremamente interessante sia sul piano terapeutico che gestionale”, continua Tozzi. “Oltre a essere un territorio di frontiera nella ricerca medica e nella sperimentazione di nuovi farmaci, si prospettano grandi sfide manageriali, organizzative ed economiche: l’Alzheimer, ad esempio, riguarda un’ampia fascia di popolazione e richiede un lavoro di monitoraggio e prevenzione intenso. Significa reinventare il modello di cura”.

 

Sul percorso già lanciato verso forme avanzate di innovazione è poi apparso il coronavirus, col suo impatto dirompente. Un evento che è stato anche un’occasione di apprendimento senza precedenti. Con un metodo per prove ed errori talvolta brutale, il Covid ha insegnato molto al Sistema Salute globale, a cominciare dalle forme di erogazione dei servizi da remoto, all’uso del digitale e ai servizi a domicilio.. Tozzi usa un’immagine efficace per definire l’emergenza: “un magma che si sta raffreddando”, un sostrato che può diventare estremamente fertile se orientato e adattato. “Il sistema ha superato un’emergenza a cui nessuno era preparato ma da questa emergenza ha imparato molto e ora si può travasare questo apprendimento anche in altri ambiti: il distanziamento sociale mette in discussione le attese che spesso il paziente era costretto a vivere. Questo impedimento sta costringendo a costruire modelli di offerta multi canale: se in passato la “visita” era l’esclusivo modello di offerta, adesso ad essa è possibile associare il teleconsulto, il tele nursing e molto altro fino ai modelli mobile. Per quali condizioni di salute è appropriato uno ciascuno di questi modelli di offerta? Questo  è un lavoro tutto da fare”.

 

Il Covid 19 ha in sostanza fatto da acceleratore rispetto a una serie di innovazioni che prima incontravano molte resistenze. Ed è in uno scenario traumatizzato e potenzialmente rinnovato dall’esperienza emergenziale che si inseriranno le innovazioni terapeutiche nelle neuroscienze, proprio a partire dall’Alzheimer.

 

Una sfida impegnativa raccolta da una comunità di circa 200 persone di diversa estrazione professionale – quelle che compongono il NeuroMLab –che si interroga con un apporto multidisciplinare sul futuro che si sta affacciando nel settore healthcare. Alla base c’è una alleanza tra neurologi, impresa farmaceutica, infermieri, farmacisti, top management delle aziende sanitarie e faculty SDA Bocconi per rafforzare il sistema delle cure nel rispetto dei vincoli (tra cui quelli economici) che il settore vive.

 

 

SDA Bocconi School of Management

 

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