- Data inizio
- Durata
- Formato
- Lingua
- 14 ott 2024
- 3 giorni
- Class
- Inglese
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CERGAS SDA Bocconi e Philips presentano la prima analisi dell’impatto socio-economico delle Apnee Ostruttive del Sonno (OSAS) in Italia: ammontano a 31 miliardi di euro l’anno i costi diretti, sanitari e non, e indiretti.
Ammonta approssimativamente a 31 miliardi di euro all’anno il peso economico delle condizioni influenzate dalle apnee ostruttive del sonno (OSAS) in Italia. È questo il dato più eloquente che emerge dallo studio “Cost-of-illness study of Obstructive Sleep Apnea Syndrome (OSAS) in Italy”, realizzato dal CERGAS SDA Bocconi -Centre for Research on Health and Social Care Management- con il contributo non condizionante di Philips, presentato oggi presso la SDA Bocconi School of Management alla presenza di Emanuele Monti, Presidente Commissione Sanità e Politiche Sociali Regione Lombardia.
L’impatto economico delle OSAS
Questo fardello da 31 miliardi di euro di euro annui - circa 520 euro per residente - è costituito per il 60% da costi diretti sanitari, per il 36% da costi indiretti dovuti a morbilità, mentre il restante 4% sono costi diretti non sanitari. Notevole è anche il peso per la società causato dal sotto-trattamento dell’OSAS: la corrispondente perdita di qualità della vita è valorizzabile in circa 9 miliardi di euro l’anno.
Gap diagnostico e terapeutico
Sotto-diagnosi e sotto-trattamento sono infatti tra le principali cause dell’impatto sociale dell’OSAS nel nostro Paese. Secondo i dati epidemiologici riportati nello studio, a soffrire di apnee del sonno sarebbero in Italia ben 24 milioni di persone di età compresa tra 15 e 74 anni (54% della popolazione adulta), di cui circa 12 milioni di affetti da patologia di livello moderato-grave (27% della popolazione adulta, di cui il 65% maschi).
Tuttavia, incrociando pareri di esperti e dati forniti dall’Associazione Apnoici Italiani, si stima che ad oggi solamente 460.000 pazienti con OSAS moderata-severa siano diagnosticati (4% della prevalenza stimata) e appena 230.000 siano trattati (2% della prevalenza stimata). Un gap sostanziale sia in termini diagnostici sia terapeutici, che preoccupa ancora di più se si considera che le apnee del sonno, oltre ad essere un rilevante fattore di rischio per altre malattie, sono correlate anche a conseguenze non mediche (ad esempio incidentalità stradale) che contribuiscono ad aumentarne l’impatto in termini economici e sanitari.
“Diagnosi e prevenzione rappresentano due parole chiave per la sanità lombarda – spiega Emanuele Monti, Presidente Commissione Sanità e Politiche Sociali Regione Lombardia, – soprattutto quando ci troviamo davanti a patologie, come l’apnea ostruttiva del sonno, dove su circa 12 milioni di casi ne viene accertato solo il 4 per cento. Un numero troppo esiguo, eccessivamente basso. Come Regione Lombardia, allo stesso modo in cui ci stiamo muovendo per quanto riguarda altre patologie, lavoreremo affinché la cultura della prevenzione, e quindi dei controlli approfonditi e realizzati in maniera costante nel tempo, si diffonda sempre di più e diventi un pilastro della nostra società”.
Lo studio ha anche simulato le conseguenze di scenari migliorativi, come un eventuale incremento dei pazienti diagnosticati e successivamente trattati, prendendo in considerazione l’effetto della ventilazione meccanica a pressione positiva continua (Continuous Positive Airway Pressure, CPAP). Tale trattamento è supportato da un’ampia letteratura che ne dimostra l’impatto positivo e significativo su mortalità, rischio di ictus, incidenti automobilistici e infortuni sul lavoro.
I risultati suggeriscono che, sebbene si osservi un aumento dei costi diretti sanitari a causa dell'incremento del numero di diagnosi e trattamenti, grazie alla CPAP sarebbe possibile ridurre i costi generati dalle condizioni associate all’OSAS, come conseguenza di un minor rischio di esordio delle condizioni stesse, soprattutto se il trattamento è precoce. Considerando anche il valore della qualità di vita recuperata, il valore del beneficio complessivamente realizzabile supera i costi sanitari incrementali, rappresentando anche dal punto di vista economico un investimento di valore per la società.
Patrizio Armeni, Associate Professor of Practice di Government, Health and Not for Profit presso SDA Bocconi di SDA Bocconi, ha affermato: “Definire i confini di un problema, comprenderne la portata e le conseguenze è un passo indispensabile per trovarne la soluzione. Lo studio, fornendo stime attendibili in merito all'entità delle conseguenze dell'OSAS ed evidenziando il peso economico e sociale della malattia in Italia, risponde proprio a questa esigenza, e costituisce una base sulla quale costruire politiche in grado di alleviare questo peso, garantendo percorsi terapeutici appropriati e sostenibili per i pazienti e indubbi vantaggi per l’intera collettività”.
“I risultati dello studio evidenziano l’ampiezza del gap diagnostico/terapeutico dell’OSAS, sottolineandone l’elevato peso economico e sociale. Philips è impegnata a promuovere un modello virtuoso di collaborazione tra i diversi attori del sistema sanitario, pubblici e privati, per assicurare ai cittadini le risposte più adeguate a garantirne benessere e qualità della vita” - ha dichiarato Simona Comandè, General Manager Philips Italia, Israele e Grecia. “Quella per l’OSAS è una sfida che ci vede in prima fila sia sul fronte della ricerca di soluzioni all’avanguardia, sia su quello della sensibilizzazione sull’importanza di riconoscere e curare questa patologia che, se non correttamente diagnosticata e trattata, può avere conseguenze gravi per la nostra salute”.
“Questo studio evidenzia la necessità di semplificare il processo di diagnosi dell’OSAS, partendo magari anche da valutazioni di tipo clinico che possano meglio suggerire al medico quali pazienti indirizzare al percorso diagnostico. Dato che non è possibile studiare tutti i soggetti con un’ipotesi diagnostica della sindrome, è importante cercare di caratterizzarli al meglio dal punto di vista clinico, limitando così il numero degli esami specifici da eseguire.” - ha commentato il Prof. Luigi Ferini Strambi, primario del Centro di Medicina del Sonno presso il San Raffaele di Milano - “Da un lato le conseguenze di questa patologia sono legate alla frammentazione del sonno, dall’altro all’ipossia intermittente nel corso della notte che ha ripercussioni a carico di cuore e cervello: sono due organi che hanno costantemente bisogno di ossigeno. Da un punto di vista terapeutico, sono diversi i possibili trattamenti: attenzione, perché vanno personalizzati in base alle caratteristiche dell’individuo e al grado di gravità della patologia”.
SDA Bocconi School of Management
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