Teoria in pratica

Progettare la propria carriera paga

Intraprendere iniziative per pianificare i prossimi passi contribuisce alla soddisfazione dei singoli, specie riguardo alla propria situazione finanziaria

Le premesse

L’era dello stesso lavoro a vita, si sa, è finita. A rapporti di lavoro sempre più brevi e flessibili fa da contraltare un’importanza crescente dell’iniziativa dei singoli. Sembra fondamentale, cioè, avere un approccio proattivo alla gestione della propria carriera: guardare avanti, ai propri obiettivi futuri, e intraprendere iniziative adeguate per poterli raggiungere – per esempio, acquisendo nuove competenze, o confrontandosi con colleghi e superiori per raccogliere informazioni. Ma fino a che punto un approccio proattivo impatta davvero sulle carriere delle persone?

 

Valutare quanto una carriera sia di successo o meno non è così semplice come potrebbe sembrare. Parametri oggettivi come le promozioni o gli aumenti di stipendio non sempre rispecchiano la realtà fluida e meno gerarchica delle organizzazioni di oggi. Inoltre, simili criteri escludono aspetti importanti per l’autorealizzazione degli individui, come il bilanciamento tra la vita privata e quella lavorativa (work-life balance); e non tengono conto di quanto il singolo sia effettivamente soddisfatto dei risultati conseguiti rispetto alle proprie aspettative di partenza.

 

Per questa ragione, può essere più utile concentrarsi sulle percezioni soggettive di successo: capire, cioè, fino a che punto un comportamento proattivo accresce la soddisfazione degli individui per la propria carriera, nei suoi diversi aspetti – da quello finanziario al work-life balance.

 

Nei paesi occidentali, dove l’enfasi sull’autoimprenditorialità è molto forte, l’effetto positivo di un comportamento intraprendente può risultare scontato. In altre culture, caratterizzate da gerarchie di valori differenti, la dinamica potrebbe però essere diversa. Un’analisi comparata, che tenga conto delle varie dimensioni possibili del successo di carriera e di contesti culturali diversi, può consentire di capire meglio l’importanza e gli effetti dei comportamenti proattivi.

La ricerca

La cultura nazionale può influire da diversi punti di vista sul modo in cui un approccio intraprendente è percepito. Per prima cosa, se l’adozione di certi comportamenti proattivi viene percepita come imposta dal contesto socio-culturale, anziché frutto di una libera scelta del singolo, quel comportamento verrà valutato meno positivamente a livello individuale. In secondo luogo, i valori che contraddistinguono una cultura spingono le persone ad attribuire maggiore importanza a certi obiettivi (per esempio, il successo finanziario) rispetto ad altri (il work-life balance). Infine, la cultura di riferimento spingerà gli individui a privilegiare l’acquisizione di determinate risorse e informazioni rispetto ad altre.

 

In un recente studio studio condotto su quasi 12.000 partecipanti di 22 diversi paesi appartenenti a 9 differenti regioni culturali, l’attenzione è stata rivolta all’impatto che cinque dimensioni possono avere sulla percezione dei singoli di avere una carriera di successo o meno: il collettivismo di gruppo, la distanza dal potere, l’avversione all’incertezza, l’orientamento alla performance e l’orientamento umano. La percezione di successo è stata a sua volta declinata nelle due distinte componenti finanziaria e relativa al work-life balance.

 

In generale, a prescindere dalla cultura di riferimento, l’assumere un atteggiamento proattivo e intraprendente ha un impatto positivo sulla percezione di successo definito in termini finanziari – ma non per quel che riguarda il work-life balance.

 

Nelle culture con un alto livello di collettivismo, l’intraprendenza influisce invece positivamente sulla percezione di successo in termini di work-life balance – un possibile riflesso della maggiore rilevanza attribuita a questo tipo di obiettivo a livello sociale. Anche nelle culture con un elevato orientamento umano l’intraprendenza sembra associarsi maggiormente alla percezione di successo definito come work-life balance: un dato congruente con l’importanza attribuita in queste culture alle relazioni interpersonali e alla cura degli altri.

 

Al contrario, nelle culture con un’elevata distanza dal potere, la percezione di successo che si lega a una gestione intraprendente della propria carriera è definita soprattutto in termini finanziari: un riflesso del maggior peso che viene dato in tali culture allo status definito da un punto di vista economico e materiale. Laddove vi è una maggiore avversione al rischio, invece, la tendenza a minimizzare quanto più possibile l’incertezza spinge a un approccio più cauto alla gestione della propria carriera: in questi casi, si registra infatti un livello inferiore di percezione soggettiva di successo definito in termini finanziari.

 

Infine, differentemente da quanto si potrebbe attendere, un maggiore orientamento alla performance non sembra influenzare la percezione di successo né da un punto di vista finanziario né in termini di work-life balance.

Conclusioni e implicazioni

Un approccio proattivo alla propria carriera è percepito come un propulsore di successo da un punto di vista finanziario, ma non di work-life balance. Per conseguire un miglior work-life balance infatti non è sufficiente l'intraprendenza del singolo, ma è necessario anche un supporto sia all’interno dell’organizzazione sia all’esterno della stessa (per esempio, nel contesto familiare); è quindi più difficile per il singolo mettere in atto iniziative che diano una percezione di controllo su questo aspetto, così come è più complesso raccogliere informazioni tra i propri colleghi che siano utili in tale direzione.

 

I valori culturali di riferimento hanno un certo impatto sul modo in cui i singoli ritengono di poter influenzare direttamente la propria carriera. Nelle culture con maggiore distanza dal potere e minore avversione al rischio, gli individui sentono di poter incidere principalmente sul successo definito in termini finanziari; in quelle con un più elevato collettivismo e orientamento alle persone, tale percezione riguarderà invece soprattutto il work-life balance. Nel complesso, tuttavia, l’impatto della cultura è meno forte di quanto non si potrebbe pensare, il che suggerisce che esiste un certo «sentir comune» relativo al rapporto tra proattività del singolo e l’avere una carriera di successo.

 

Per i singoli, in conclusione, avere un approccio proattivo e intraprendente alla propria carriera paga: accresce la soddisfazione per i propri risultati, specie sul piano finanziario, e contribuisce quindi a un maggior benessere psicologico. Per le organizzazioni, di conseguenza, incentivare un approccio intraprendente da parte dei propri collaboratori può rappresentare una valida strategia per accrescerne la soddisfazione – purché a ciò si associno adeguate iniziative volte a cementare la lealtà del singolo verso l’organizzazione.

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