Teoria in pratica

La collaborazione come fattore-chiave per la creatività

Il ruolo della collaborazione nei network organizzativi ha forte implicazioni manageriali: primo fra tutti un alto livello di creatività aziendale

Il contesto

C’è un forte dibattito tra gli studiosi su quali tipi di legami producano maggiori benefici nell’acquisire conoscenza come terreno favorevole allo sviluppo della creatività individuale. Tema di rilevante importanza per le implicazioni manageriali sul piano della gestione dei team e delle persone.

 

È meglio operare in un ambiente «bonded», ovvero in un network chiuso e dai legami molto forti oppure in un ambiente «bridging» caratterizzato da una rete sociale aperta in cui prevale la mediazione (brokering) nella creazione e sviluppo dei legami? Molta parte della discussione parte da un assunto di base: sono le caratteristiche strutturali del network sociali all’interno delle organizzazioni a riflettersi nel livello di collaborazione tra le persone.

 

Sfidare tale approccio strutturalista è la frontiera su cui si muovono nuove indagini, finalizzate alla ricerca di possibili design organizzativi efficaci allo sviluppo di conoscenza e creatività nelle organizzazioni.

La ricerca

La domanda di fondo da cui è partito un recente studio è stata: una maggiore o minore propensione alla collaborazione interpersonale all’interno di un’organizzazione può modificare gli effetti che network chiusi (bonded) o aperti (bridging) producono in termini di acquisizione di conoscenza e creatività individuale?

 

La ricerca si fonda sull’idea per cui la struttura dei network all’interno delle organizzazioni (chiusa o aperta) non determina immediatamente specifici benefici per gli attori coinvolti; piuttosto, essa offre opportunità perché emergano benefici. Lo studio vuole dimostrare che i benefici dei network dipendono da quanto le loro caratteristiche strutturali si adattino a un atteggiamento concretamente orientato alla collaborazione tra le persone. Il livello di collaborazione può essere considerato uni dei fattori chiave che determinano la trasformazione delle potenziali opportunità generate dai network in concreti vantaggi sul piano della conoscenza e della creatività.

 

Questa idea è stata testata in una ricerca condotta su 93 persone appartenenti alla stessa organizzazione, un’azienda chimica danese dal nome di fantasia ChemDan. I dati sono stati raccolti tramite un questionario web per l’analisi del network organizzativo, integrato da uno strumento self-assessment individuale e uno di assessment del comportamento da parte dei manager.

 

I risultati della ricerca (avvalorati anche da un numero significativo di «robustness checks»), mostrano quanto il ruolo della collaborazione sia effettivamente una condizione chiave nei network per la generazione di creatività. La ricerca rappresenta un passo avanti nel tentativo di comprendere i meccanismi attraverso i quali i network generano impatti positivi sull’acquisizione di conoscenza e sul raggiungimento di risultati creativi.

 

Conclusioni e implicazioni

Le implicazioni manageriali sono molteplici, considerando che le decisioni in questo ambito hanno un impatto sulla formazione e l’evoluzione dei network dei dipendenti, così come sulla creazione di un clima collaborativo a livello aziendale:

 

  • non correre il rischio di fare strategie con i network di dipendenti senza osservare attentamente sia le abilità dei dipendenti di capitalizzarne le opportunità, sia il contesto culturale e valoriale dell’organizzazione;
  • considerare che, malgrado il tentativo di sviluppare un ambiente collaborativo e un’atmosfera di fiducia facilitando le interazioni sociali, le persone possano continuare a non collaborare e a non fidarsi reciprocamente anche quando sono fortemente interconnesse. Per poter produrre effetti positivi le reti sociali devono essere immerse in contesti organizzativi caratterizzati da valori e meccanismi che stimolano la collaborazione, la fiducia e il trasferimento di conoscenza;
  • assicurarsi non solo che i dipendenti abbiano la possibilità di sviluppare entrambi i network (chiuso o aperto alla mediazione), ma che tali strutture non siano dissonanti rispetto al livello di collaborazione all’interno dell’organizzazione.

Un’ultima considerazione pratica emergente dalla ricerca, ma dalla prospettiva del dipendente: è necessario essere consapevoli della corrispondenza tra le posizioni delle persone nella struttura sociale e l’ambiente sociale più allargato, affinché la completa realizzazione del potenziale creativo possa essere associato a una definita posizione nel network.

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