
- Data inizio
- Durata
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- Lingua
- 25 set 2025
- 12 giorni
- Class
- Italiano
Fissare chiaramente i tuoi obiettivi e affrontare le problematiche specifiche delle PMI, per un migliore coordinamento della tua realtà imprenditoriale.
La vulnerabilità più pericolosa delle imprese familiari è spesso invisibile: non si nasconde nei mercati, ma nei salotti di casa. Finché “tutto sembra andare bene”, si tende a pensare che anche l’impresa si prenderà cura di sé. Ma ciò che sembra giusto non sempre funziona. Con la crescita e la crescente complessità del contesto imprenditoriale, l’assenza di una governance formale che comprende anche gli aspetti familiari non preserva l’armonia: la logora. La vera forza delle imprese familiari durature non risiede nell’informalità dei legami di sangue, ma nella solidità e chiarezza delle regole.
La governance familiare, ancora troppo spesso sottovalutata, è l’infrastruttura che consente alle famiglie imprenditoriali di bilanciare legami affettivi e logiche aziendali. Si fonda su strumenti intenzionali (costituzioni di famiglia, consigli familiari, patti tra soci, advisory board) che definiscono come si prendono le decisioni, come si gestiscono i conflitti e come si pianifica la successione. Questi strumenti non spengono la dimensione emotiva dell’impresa: le danno forma e voce. Trasformando aspettative implicite in accordi espliciti, la governance familiare protegge sia la continuità dell’impresa sia la coesione della famiglia.
Questo è particolarmente importante nei passaggi generazionali. La successione, più che un cambio al vertice, è un campo minato emotivo. Riattiva il dilemma del fondatore, riapre rivalità tra fratelli, mette in discussione il principio di primogenitura. Senza una preparazione adeguata, la transizione può paralizzare il processo decisionale, dividere la famiglia e mettere a rischio la sopravvivenza dell’impresa. Eppure, solo un numero esiguo di imprese familiari ha un piano di successione scritto. Quelle che ce l’hanno ottengono risultati migliori, non solo perché si sono preparate per tempo, ma perché quel piano obbliga a un confronto onesto su merito, impegno e futuro.
Una buona governance è anche educativa. Coltiva quello che gli studiosi chiamano “possesso psicologico,” cioè quel senso di responsabilità che non nasce solo dal possedere delle quote, ma dal coinvolgimento, dalla conoscenza e dall’investimento personale. Rituali di famiglia, storytelling, iniziative filantropiche e momenti di condivisione ben progettati hanno un ruolo sorprendentemente strategico: trasmettono valori, rafforzano il legame affettivo e preparano le nuove generazioni a guidare non solo con competenza, ma con significato. La governance, in questo senso, è sia tecnica che culturale.
Se l’obiettivo dell’impresa familiare è creare valore che duri oltre la generazione fondatrice, la governance familiare è uno strumento che rende più credibile questa ambizione. Tiene insieme tradizione e adattabilità, disciplina ed emozione, identità ed evoluzione. In un mondo che cambia a ritmi crescenti e spesso incerti, sopravvivranno non le famiglie che si affidano alla fortuna o ai legami di sangue, ma quelle che costruiscono strutture per affrontare il cambiamento insieme, con chiarezza e senso di direzione.
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