Sotto la lente

Sarà ChatGPT il vostro nuovo chief strategy officer?

Oggi l’intelligenza artificiale (AI), e in particolare le possibilità che offre per plasmare e trasformare il nostro modo di fare business, è un tema di grande dibattito. La sua capacità di analizzare enormi quantità di dati e fare previsioni ha portato molti a credere che con l’AI riusciremo a formulare la strategia aziendale perfetta. Ma può uno strumento basato sull’AI diventare il vostro nuovo chief strategy officer? Per rispondere a questa domanda, proviamo a considerare che cosa possiamo e non possiamo fare con l’AI nel formulare una strategia. 

Gli strumenti basati sull’intelligenza artificiale (come ChatGPT, per citare l’esempio più noto) sono, in senso stretto, modelli linguistici predittivi. Esaminando terabyte di dati, sono in grado di fornire risposte plausibili a domande specifiche sulla base di tecniche statistiche e probabilistiche che permettono di determinare la sequenza più probabile di parole in una frase utilizzata per rispondere a ogni particolare richiesta o quesito. Per quanto queste risposte possano sembrare valide, dobbiamo sempre ricordare che provengono dalla successione statisticamente più frequente di parole associate a una domanda specifica. In altre parole, strumenti come ChatGPT generano linguaggio, non pensiero originale.  

La seconda cosa da ricordare è che ChatGPT utilizza come fonte ciò che si trova sul web. E sebbene contenga molte cose valide, il web è anche pieno di fonti dubbie. ChatGPT, purtroppo, mette sullo stesso piano le informazioni contenute in un articolo scientifico pubblicato in una prestigiosa rivista peer-reviewed e quelle provenienti da un blog o da un sito tutt’altro che rispettabile. Per questo motivo, per quanto sofisticato dal punto di vista computazionale, ChatGPT è valido solo quanto le fonti su cui si basa.  

Il terzo aspetto su cui dovremmo soffermarci se pensiamo di delegare lo sviluppo della strategia all’AI è che, quando si tratta di strategia, raramente abbiamo a che fare con problemi chiari e strutturati. La formulazione di una strategia richiede piuttosto di gestire questioni di natura ampia, poco definite e che possono essere affrontate in molti modi diversi. Spesso si dice che, nel campo della strategia, essere in grado di porre la domanda giusta significa essere già a metà dell’opera. Dare la risposta perfetta alla domanda «sbagliata» potrebbe tradursi in un enorme spreco di risorse dovuto a un approccio errato, il che non aiuterebbe nell’elaborazione di una strategia di successo. Per quanto ChatGPT sia capace di dare risposta a delle richieste, sicuramente non è in grado di formulare le domande giuste.  

Nonostante questa tecnologia abbia caratteristiche sorprendenti, le manca quella più fondamentale per la formulazione di una strategia aziendale di successo: il giudizio informato. Il dizionario Cambridge definisce il giudizio come «la capacità di prendere buone decisioni o di formarsi opinioni sensate su qualcosa» e l'essere informato come «l'avere conoscenze o informazioni su qualcosa». Ecco perché anche questa tecnologia, per quanto avanzata, non potrà sostituire la capacità umana di pensare in modo critico, di valutare le fonti, di assegnare priorità e di decidere mescolando esperienze particolari, dati oggettivi, conoscenze e informazioni contestuali. Questa abilità rimane una prerogativa umana.  

Che cosa c’è allora di buono nell’AI quando si parla di strategia?  

Innanzitutto, essendo in grado di elaborare grandi quantità di dati in breve tempo, l’AI consente di identificare pattern che potrebbero non essere immediatamente visibili o scontati partendo da un’osservazione meno strutturata o sistematica. In alcuni settori come la finanza, la sanità o la vendita al dettaglio, l’elaborazione di dati e previsioni è fondamentale per prendere decisioni informate, in particolare per individuare trend emergenti o cambiamenti che hanno appena iniziato a manifestarsi.  

In secondo luogo, non filtrando le informazioni e le fonti, l’AI potrebbe aiutarci con poco sforzo a esplorare aree che normalmente ignoreremmo per vincoli di tempo o risorse. In effetti, poiché fare ricerche è costoso, spesso quando cerchiamo nuove soluzioni tendiamo a adottare un approccio conservativo; tendiamo cioè a cercare soluzioni a problemi aziendali specifici in un raggio piuttosto limitato. Siamo un po’ come il proverbiale ubriaco che ha perso le chiavi di notte e le cerca solo sotto il lampione perché è troppo buio per vedere altrove. L’intelligenza artificiale può fornire una scansione efficiente di opzioni più distanti e meno ovvie. 

Infine, potremmo utilizzare le capacità computazionali dell’AI per indagare diversi scenari in risposta alla strategia che stiamo considerando. Tradizionalmente, nella strategia aziendale, le implicazioni delle mosse o delle decisioni che si intendono prendere vengono esplorate sullo sfondo di diversi scenari, ma queste esplorazioni vengono svolte soprattutto come esperimenti di pensiero, e quindi tendono a non essere molto analitiche su tutte le possibili implicazioni. L’intelligenza artificiale potrebbe facilmente proiettare in base ai parametri selezionati diversi scenari che, per quanto non accurati o precisi al 100 per cento, potrebbero aiutarci a identificare quei punti ciechi nella nostra strategia che normalmente ci sfuggirebbero. 

In base a quanto appena discusso dovrebbe essere chiaro che il modo migliore per sfruttare l’intelligenza artificiale è quello di integrare, e non sostituire, l’intelligenza e le capacità umane. Come per tutte le rivoluzioni tecnologiche, in futuro il confronto non avverrà tra gli esseri umani e l’AI, ma tra gli esseri umani che sanno usare l’AI e quelli che non la sanno usare. In questo senso, è importante apprendere il potenziale di questo strumento, a che cosa serve e a che cosa no, e soprattutto imparare a usarlo per migliorare, non per sostituire, ciò che le persone possono fare.  

Per concludere, uno dei principi fondamentali della strategia aziendale è che una buona strategia deve aiutarvi a «battere il mercato». Battere il mercato significa fare meglio della media del vostro mercato. Se siete semplicemente nella media, la questione non è se verrete eliminati da quel mercato, ma quando verrete eliminati. Per sopravvivere è necessario essere sopra la media.  

Attualmente, dato il modo in cui funzionano, date le fonti che utilizzano, data la natura statistica/probabilistica degli algoritmi, gli strumenti di intelligenza artificiale come ChatGPT, nella migliore delle ipotesi, vi collocheranno nella media di un’ipotetica distribuzione del successo in un determinato mercato. Il giudizio umano rimane invece lo strumento più potente per aiutarvi a superare la concorrenza.  

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