Luglio 2020, è terminata la stagione delle lezioni apprese relativamente agli accadimenti recenti sulla gestione dell'emergenza sanitaria. Ormai l'energia e gli sforzi di chi guida le aziende sanitarie sono focalizzati su:
- la stabilizzazione di alcune innovazioni sviluppate nella fase emergenziale e funzionali anche nell'ordinaria quotidianità della vita delle aziende sanitarie (dai servizi digitali alle USCA - unità speciali di continuità assistenziale);
- una nuova identità aziendale. Sono cambiate sia alcune dimensioni simboliche (qd esempio, l'ospedale come luogo di malattia e non solo di cura) che altre di natura operativa;
- la preparazione a nuove eventuali esperienze di infezione non necessariamente legale al virus SarsCov2 poichè abbiamo realizzato che si sono ridotti gli archi temporali tra infezioni che hanno rappresentato condizioni di rischio epidemico.
In sintesi abbiamo bisogno di interiorizzare le questioni del crisis management reinterpretandole come eccezioni ricorrenti. L'esperienza appena vissuta, primo Paese europeo alle prese col Covid 19, ha rivoluzionato il tradizionale modello di offerta delle cure e adesso, conclusa la vera e propria emergenza, abbiamo bisogno di riflettere sul come raffreddare questo "magma" per stabilizzare alcune soluzione che la gestione del Covid 19 hanno reso legittime.
Ne hanno discusso:
- Simona Dei, Direttore Sanitario, Azienda Usl Toscana Sud Est.
- Valeria Tozzi, Associate Professor of Practice of Government, Health and Not for Profit presso SDA Bocconi School of Management.
- Francesco Longo, Professore Associato del Dipartimento di Analisi delle Politiche e Management Pubblico e ricercatore CERGAS, Università Bocconi.