
- Data inizio
- Durata
- Formato
- Lingua
- 5 mag 2025
- 6 giorni
- Class
- Italiano
Progettare strategie di marketing efficaci integrando l'approccio tradizionale e quello digital per valorizzare e personalizzare l'esperienza del cliente.
Un'impresa di giovani per giovani
Carissimi, questa volta ho il piacere di raccontarvi un caso aziendale di una piccola impresa giovanissima, nata tre anni fa: Il Mannarino. Si tratta di una realtà - per ora lombarda - che opera nella vendita multicanale della carne: ristorazione, macellerie, distribuzione online.
E’ un caso da conoscere perché offre almeno tre spunti di riflessione a chi fa o vuole fare il mestiere dell’imprenditore.
Una storia di giovani e per giovani. I fondatori sono due “ragazzi” trentenni. Non sono rampolli di dinastie imprenditoriali. Filippo Sironi e Gianmarco Venuto si conoscono dalla prima liceo, allora compagni di banco e di scorribande, ora soci ne “Il Mannarino”. Il loro percorso di studi è completare, rispettivamente economia e architettura, mentre parallele sono le prime esperienze di lavoro. Durante l’università, credo non senza qualche preoccupazione da parte dei rispettivi genitori, questi due baldi giovani avviano una attività di organizzazione di feste ed eventi nelle discoteche e nei locali milanesi. Dopo la laurea, avendo conosciuto da vicino il “popolo della notte”, intravvedono uno spazio d’azione nella somministrazione di personale per bar e ristoranti e si impratichiscono in materiale di selezione e inserimento di personale nel settore ho.re.ca (hotel, restaurant e catering). Non paghi di questa prima impresa, i due, in modo disgiunto e parallelo, portano avanti altri due filoni. Filippo sonda il mondo del retail (sale scommesse) mentre Gianmarco si dedica all’avvio di una web agency. Nel 2019, forti di questo strano mix di esperienze, le fanno confluire in una nuova idea imprenditoriale: le loro competenze, come le radici di una pianta da frutto, generano un ulteriore ramo. Conoscendo le problematiche legate all’assunzione del personale nei locali, le dinamiche di un punto vendita e le possibilità commerciali date da una buona comunicazione digitale decidono, a partire dall’ispirazione avuta durante le loro numerose vacanze in Puglia, di aprire un primo ristorante a Milano. Lo spunto è quello di portare in città la tradizione dei “fornelli” pugliesi dove si mangia carne alla brace, scelta dal cliente direttamente dal bancone della macelleria, cucinata subito dopo e consumata convivialmente in loco.
Capaci di fare innovazione in un settore maturo
Fare innovazione in un settore maturo. Una seconda suggestione che si può ricavare da questo caso riguarda la possibilità di fare cose nuove in un comparto tradizionale e, spingendosi un po’ più in là, di vedere un inizio laddove molti altri sanno solo dire “è finita”. I primi sono imprenditori i secondi no. Mi spiego meglio. Nel giugno del 2019 Filippo e Gianmarco aprono un locale con un format nuovo per Milano importando l’idea dalle macellerie con cucina di Cisternino e dintorni. La novità in una città - com’era Milano prima del Covid - riscuote immediatamente successo e altri due locali vengono aperti in zone diverse. Peccato che, dopo 8 mesi dall’avvio, arriva la Pandemia con il lock down spettrale che tutti ricordiamo benissimo. La capitale lombarda è deserta, tutto chiuso tranne i supermercati con le file interminabili per gli approvvigionamenti alimentari. E’ allora che, nel buio della chiusura totale, i due soci si ingegnano decidendo di far fruttare il bancone di carne che caratterizza i loro locali. Utilizzando per una settimana a tempo pieno la web agency di Gianmarco, a tempo record, mettono in piedi una macelleria online. Correndo come dei matti, non senza qualche inciampo, ma sempre imparando dalle cadute, riescono a traguardare, in particolare sotto Pasqua ( 20.000 ordini nel mese di aprile 2020), risultati incredibili e importanti per reggere la serrata. L’esperienza e il successo dell’online li porta a decidere di valorizzare al massimo anche il bancone della macelleria fisico, quello presente fin dall’inizio nei loro ristoranti. L’idea che prende progressivamente corpo è quella di reinventare in chiave contemporanea la macelleria di quartiere proponendo un ambiente sfizioso, divertente e giovanile. Il macellaio è un ragazzo con un look simpatico che spiega i clienti - anche loro giovani - quali tagli o preparati acquistare e come cucinarli. E’ nella primavera del 2021 che, obbligandosi reciprocamente a momenti di clausura forzata, i due soci mettono a punto la mission e la vision de “Il Mannarino”: “Creare la nuova macelleria di quartiere selezionando la carne buona per le persone e per la terra, innovandone il consumo attraverso un’esperienza multicanale” e “Unire e coinvolgere le persone nel conoscere e apprezzare la carne di qualità”. In poche righe la razionalizzazione di quanto fatto aprendo i tre canali (macelleria fisica, online e con cucina) e la direzione da percorrere: diffondere soprattutto nelle nuove generazioni un consumo di carne sensato e consapevole, facendo venire meno una serie di stereotipi da pensiero mainstream.
E’ con questa dichiarazione d’intenti che hanno chiuso il 2021 con circa 7 milioni di euro di fatturato e un centinaio di collaboratori - come ci tengono a dire - in piena regola.
Voglia di fare impresa e non finanza
Fare impresa e non finanza. Una terza ragione per cui il caso de “Il Mannarino” merita di essere approfondito è che in questa start-up - che correttamente i due soci definiscono all’italiana - non c’è la partenza “dopata” che viene osannata e teorizzata negli ambienti della finanza. Filippo e Gianmarco hanno dato vita alla loro impresa senza avere in mente dal momento zero di farla crescere in fretta per venderla al migliore offerente. Non c’è stata e non c’è quella voglia di accelerare per disfarsi della propria creatura alla prima occasione di lauto guadagno per ripartire eventualmente anche in settori anche molto differenti, avendo a quel punto in mente di “far denaro con il denaro”. Non si aprono punti vendita a raffica, utilizzando solo i soldi altrui, per risultare grandi in poco tempo. La crescita c’è, ovviamente è desiderata e desiderabile, ma nella testa dei due soci deve essere equilibrata, sostenibile ma non nel senso ormai abusato e trito del termine. Passo lento e inesorabile da montanari non accelerate con la turbo finanza stile Fast and Furios. Le idee sono molto chiare a questo proposito: i locali che ora sono 4 (tre a Milano ed uno ad Arcore) diventeranno una quindicina nel corso del prossimo biennio seguendo un incremento a macchia d’olio e non a macchia di leopardo. Le nuove aperture saranno realizzate in prossimità per garantire il controllo e il coordinamento senza incappare costi spropositati che poi rischiano di essere non sopportabili. Crescita sostenibile, nella testa dei due fondatori, in quanto accompagnata da un parallelo sviluppo organizzativo con l’inserimento graduale di figure specialistiche cui assegnare deleghe precise e con un investimento costante sulla formazione delle maestranze nei punti vendita dai macellai, agli operatori in cucina e in sala. Questo non significa che una eventuale vendita venga esclusa per sempre. Potrà anche capitare ma sarà a conclusione di un percorso fatto di competenze, metodo, senso di responsabilità ed equilibrio, sarà un esito e non la sola vera motivazione di partenza.
Vero ragazzi? 😊