#ValorePubblico

Che volto avranno le istituzioni pubbliche del futuro?

Se dovessimo immaginare la società del futuro, che volto avrebbero le istituzioni pubbliche?

Esisterebbero ancora? Questa domanda se la fecero per la prima volta nel 1968 un gruppo di giovani studiosi americani di pubblica amministrazione, in un momento storico caratterizzato dalla messa in discussione del funzionamento delle istituzioni sociali tradizionali, come la famiglia, la fabbrica, ma anche la scuola, l’ospedale, gli organi di rappresentanza democratica. Per discutere del futuro delle istituzioni pubbliche, travolte anch’esse da questa potente richiesta di cambiamento, decidono di trovarsi a Minnowbrook, un piccolo centro nello stato di NY, al confine col Canada, da cui nasce un manifesto per una nuova PA. Si danno appuntamento nello stesso posto dopo 20 anni. E poi dopo 20 anni ancora, ogni volta animati dalla volontà di rilanciare il dibattito. Intanto, anche in Europa un gruppo di studiosi di PA decide di fare altrettanto, per riflettere sulle traballanti istituzioni pubbliche del Vecchio Continente e nel 2018 non solo accademici, ma anche alti funzionari di diversi paesi, esperti, politici sono invitati a rispondere ad una domanda: qual è il futuro della PA in Europa?

Le ragioni di un blog sul #ValorePubblico

Una rinnovata domanda di istituzioni pubbliche?

Anche se il ’68 è ormai lontano nel tempo e nella memoria, il presente ha forse qualcosa in comune con quell’epoca: c’è una rinnovata (e contraddittoria) domanda di istituzioni pubbliche. Usciamo da un decennio segnato da una crisi economica violenta che ha fatto riscoprire la necessità di tutelare in maniera più efficace l’interesse pubblico e non solo quello privato. Le nuove emergenze sociali, come le crescenti diseguaglianze, il riscaldamento globale o i flussi migratori, stanno scalando le agende di tutte le cancellerie d’Europa e stanno facendo risalire le quotazioni del ruolo dello Stato nell’economia nel dibattito pubblico (non solo nei libri Mazzucato, ma persino sull’Economist). Allo stesso tempo la soluzione dei problemi sociali non è più appannaggio esclusivo della PA. La produzione di valore pubblico si sta imponendo come un nuovo campo di interesse intersettoriale fino a diventare un ambito di business. Si pensi alla lettera di Larry Fink, magnate del mega fondo di investimenti americano BlackRock, che si impegna a investire nelle corporations dotate di ‘sense of purpose’; o ai recenti strumenti di collaborazione pubblico-privato promossi dalla Commissione Europea che puntano a finanziare non già l’erogazione del bene o del servizio, ma l’impatto sociale generato; fino alle nuove forme di social innovation che vedono privato e privato-sociale collaborare in diversi ambiti tradizionalmente appannaggio del pubblico. Quale ruolo, allora, per le istituzioni pubbliche, in un contesto in cui la domanda di intervento pubblico è tornata a crescere e cresce anche l’interesse per i temi sociali da parte di attori privati? E, aspetto non secondario, chi partecipa a questo dibattito?

Più spazi di collaborazione tra Accademica e Pratica per immaginare il futuro della PA

Ho avuto il privilegio di essere invitata al primo Minnowbrook europeo del 2018 (di cui è stato appena pubblicato il manifesto finale) sul futuro del rapporto tra teoria e pratica della Pubblica Amministrazione, tema che mi appassiona per il lavoro di connessione costante che facciamo nelle aule della nostra Scuola. Quello che è emerso è il bisogno di nuovi e più immediati spazi di collaborazione tra accademia e mondo della pratica, tanto più in questa fase così radicalmente trasformativa, dove le mappe del cambiamento sono tutte da disegnare. Per questo ho accettato con entusiasmo la proposta di tenere un blog rivolto alla comunità di practitioners che si occupano di generare valore pubblico: dirigenti, funzionari pubblici e, più in generale, manager della PA, ma anche di settori affini, come il mondo dell’impresa sociale o delle imprese pubbliche. L’idea è di fare di questo spazio un’occasione di commento dei fatti del presente e di confronto, di dibattito informale, di scambio di idee e di provocazioni. Se è vero, come io credo, che stiamo assistendo ad una profonda trasformazione delle istituzioni pubbliche, servono le idee di tutti per meglio comprendere il presente e, soprattutto, per immaginare il futuro. Quindi, tu come la immagini la PA del futuro? 

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