
- Data inizio
- Durata
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- Lingua
- 19 mag 2025
- 5 giorni
- Class
- Italiano
Comprendere a fondo e implementare con efficacia la nuova dimensione della sostenibilità aziendale e saper realizzare un piano strategico guidato da criteri ESG.
Secondo le Nazioni Unite, la popolazione mondiale raggiungerà 9,8 miliardi di abitanti entro il 2050. Con buona probabilità, le conseguenze di questa crescita si riverseranno principalmente nelle aree urbane: si stima infatti che entro lo stesso anno 2,5 miliardi di persone si trasferiranno da zone rurali in zone urbane.
In risposta a questo fenomeno nasce il concetto di «smart city», un nuovo modello di città per rendere più efficiente e sostenibile la mobilità urbana, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita dei cittadini. Pertanto, la smart city rappresenta un’opportunità per aziende leader ed emergenti per ripensare la mobilità urbana e adattare i modelli di business esistenti a un mercato in profondo cambiamento.
Seguendo questa direzione, il business monitor Mobility for smart cities: worldwide landscape and alliance network («La mobilità per le città intelligenti: il panorama globale e la rete di alleanze») di MobiUS, il lab sulla Smart and Sustainable Mobility di SDA Bocconi, ha studiato l’ecosistema della mobilità all’interno delle smart cities, con l’obiettivo di indagare:
La prima parte dello studio offre una panoramica sull’evoluzione dell’ecosistema delle smart cities a livello globale, fornendo stime e descrivendo i principali trend attraverso l’analisi di report di mercato e accademici, con particolare attenzione al segmento della mobilità. In questa fase sono stati valutati il tasso di sviluppo e il potenziale di crescita delle più rilevanti applicazioni nell’ambito della mobilità per le smart cities. Da questa analisi, la guida elettrica emerge come l’applicazione più avanzata da un punto di vista tecnologico e di investimenti, nonostante diverse barriere all’adozione da parte dei consumatori. Applicazioni come la guida autonoma o l’urban air mobility sono ancora poco diffuse e permane molta incertezza dal punto di vista della regolamentazione e adozione.
Queste applicazioni sono state poi analizzate attraverso un framework sviluppato internamente (Figura 1) sulla base dell’innovazione tecnologica e dell’innovazione nella fruizione (riferita alle possibilità di consumo individuali o condivise in termini di mobility-as-a-service).
Figura 1 - Categorization framework of mobility applications in smart cities
La seconda parte dello studio si concentra sui principali indicatori di performance che misurano la «smartness» di una città. Tra gli indicatori individuati vi sono economicità, pianificazione urbana, sostenibilità, proiezione internazionale, connettività, mobilità e trasporti. In questo modo è stata identificata la top 25 delle città per la mobilità in generale («mobility champions») e la top 25 per l’innovazione nella mobilità («small mobility champions»), ovvero eccellenze tra le città di dimensioni più ridotte (50.000-600.000 abitanti). Tra le città grandi un esempio virtuoso è Berlino che, attraverso vari investimenti (tra cui piste ciclabili, zone a zero emissioni, infrastrutture e incentivi per accelerare l’elettrificazione), ha notevolmente ridotto l’utilizzo dell’automobile in città. Questo approccio ha consentito di confrontare le smart cities appartenenti alla stessa area geografica, caratterizzate da sfide e opportunità simili (per esempio, la forte dipendenza dall’automobile delle città americane), e di individuare norme e soluzioni ricorrenti (seguendo l’esempio americano, sistemi di pedaggio basati sulla domanda o infrastrutture e incentivi per promuovere l’elettrificazione). Le Figure 2 e 3 offrono una sintesi di questa analisi, riportando i principali punti di forza per ciascuna smart city. È emersa così la presenza di due diverse strategie nello sviluppo di soluzioni sostenibili di mobilità urbana. Da un lato, le città di maggiori dimensioni seguono un approccio top-down, in cui gli investimenti sono guidati dai vertici della pubblica amministrazione con l’obiettivo di potenziare le infrastrutture esistenti, investendo in molteplici applicazioni di mobilità per consolidare il proprio posizionamento a livello globale.
Figura 2 - Categorization framework of mobility applications in smart cities
Dall’altro lato, le città di minori dimensioni sembrano adottare un approccio bottom-up, attuando iniziative promosse da associazioni o direttamente dai cittadini, con un focus maggiore sulla risoluzione di problemi legati al territorio (come congestione stradale, elevato livello di emissioni di CO2 o scarse connessioni interurbane).
Figura 3 - strengths of smart cities «small mobility champions»
Infine, l’ultima parte dello studio mappa l’insieme delle aziende che si concentrano sulla realizzazione di soluzioni di mobilità nel contesto delle smart cities, guardando alle strategie collaborative sviluppate tra il 2017 e il 2021 (accordi contrattuali, alleanze strategiche, joint ventures). Partendo dall’estrazione delle partnership d’interesse, sono stati utilizzati metodi di analisi delle reti (social network analysis) per studiare l’ecosistema delle numerose alleanze nel contesto della mobilità nelle smart city. Dall’analisi dei dati, si può notare che gli accordi si basano spesso sulla complementarità e sul coinvolgimento di imprese provenienti da settori diversi. La maggiore diffusione in Asia e Nord America sembra inoltre suggerire che alcuni sistemi industriali siano più attivi negli sforzi collaborativi rispetto ad altri, come quelli dell’Unione Europea. Dodici aziende scelte sulla base di misure di centralità nella rete sono state esaminate in profondità come casi di studio. Tra queste, da un lato, emergono i produttori tradizionali, come Daimler (ora Mercedes-Benz), che investono in infrastrutture intelligenti e tecnologie relative più applicazioni di mobilità. Dall’altro, ci sono le startup e i fornitori di servizi focalizzati su una o due applicazioni specifiche, come Blade Urban Air Mobility, che si concentra sull’elettrificazione di velivoli urbani negli Stati Uniti. Ci sono poi aziende che propongono soluzioni innovative per risolvere problemi critici come la vita delle batterie e la mancanza di infrastrutture di ricarica, tra cui Sun Mobility Solutions, che fornisce tecnologie di battery swapping per veicoli a due e tre ruote.
Da questo studio è emersa la presenza di diversi modelli di sviluppo delle smart cities a livello mondiale: da una parte, città munifiche in grado di sfruttare le proprie risorse per diventare punti di riferimento nella smart mobility; dall’altra, città di dimensioni più ridotte che, con un approccio partecipativo che coinvolge attivamente la cittadinanza, perseguono strategie innovative per migliorare la mobilità del proprio territorio. In futuro, sarà cruciale approfondire e monitorare le implicazioni in termini di qualità della vita ed efficienza dei trasporti di entrambi i modelli.
L’ecosistema della mobilità nelle smart cities è composto da un vasto insieme di imprese, in cui sono rilevanti le interconnessioni strategiche, basate su forme di alleanza. Queste comprendono società a partecipazione statale, impegnate nell’offrire ai cittadini migliori infrastrutture, e aziende dell’industria automobilistica tradizionale, che collaborano per costruirsi (o non perdere) il proprio spazio nella mobilità del futuro. Vi sono poi anche le startup che stabiliscono connessioni per l’accesso a risorse critiche a livello di tecnologie e componenti e per superare barriere commerciali. L’evoluzione di queste dinamiche plasmerà la transizione verso città più intelligenti e vivibili nei prossimi anni.