Branded World

Creator o Branded Content Creator: una nuova professione?

In questo periodo un termine, forse meglio definirla una (nuova) professione sembrerebbe aver assunto rilievo: il creator.  Tempo addietro, che io ricordi, si parlava di direttore artistico, creativo o di coppia creativa (art director e copywriter); oggi, invece, è crescente il riferimento al creator.

 

Nel rispetto del blog, noi lo denominiamo branded content creator, quale conclusione - seppur parziale, vista la continua trasformazione e i costanti cambiamenti - di quanto evidenziato nei due pezzi precedenti.

Perché? Vediamolo.

Alcune evidenti motivazioni

In un momento in cui la maggior parte di noi è “incollato agli schermi”, il crescente consumo di contenuti - online e tramite i social media – ha richiesto un allargamento del team di marketing attraverso un aumento significativo nella ricerca di creator, social media manager, blogger e influencer. Che, in realtà, non sono né termini né professioni intercambiabili.

 

Stiamo assistendo alla crescita della denominazione di creator per questa nascente professione:

  • Clubhouse è un grande fruitore di creator e aiuta ad esserlo sempre meglio;
  • tra i service content provider appartenenti al Martech - il CEO di Buzzoole è stato ospite del corso di Brand management in università – si è diffusa la richiesta di creator;
  • più in generale, la richiesta di creator si sta incrementando anche da parte di tanti social media, social network e agenzie di comunicazione che si occupano di branded content entartainement.

 

In molti sono fortemente interessati a questa nuova professione: i giovani, gli studenti, mio figlio (25 anni) a cui -  proprio pochi giorni fa - ho chiesto di cosa si occupasse all’interno di una nuova azienda di streetwear, a me precedentemente sconosciuta, ma molto nota proprio tra i giovani. Potete immaginare la risposta!

Focus sul Creator. Ma cos'è esattamente un creator?

Un creatore di contenuti è responsabile della produzione di informazioni scritte, audio o visive per piattaforme di content marketing, come social media o blog. Sembrerebbe una “vaga” descrizione, ma è così ampia perché oggi un contenuto potrebbe essere un video su TikTok, una testimonianza “postata” attraverso Instagram o un post sul blog per un sito web (come questo!...mi sento tanto creator!).

 

Un creator dovrà concentrarsi sulla creazione di contenuti con l'intento di connettersi, farsi rammentare, interagire e commercializzare il brand e i suoi prodotti indirizzandosi a uno specifico pubblico. Quindi,  benché focalizzato sul contenuto, i creator devono avere in mente l’obiettivo finale: indirizzarsi a un’audience selezionata,  evocare un ricordo, indurre un’azione (usando una call to action), ottenere un nuovo seguito e, quindi, allargare l’audience, ottenere una visita al sito, una vendita.

 

Detto in termini che piacciono di più in questo periodo: un creator deve essere in grado di analizzare i dati (big data) e comprendere quale sia l'esperienza che maggiormente “converta” un visitatore di un sito o uno user di una piattaforma in fan del brand e dei suoi prodotti.

 

Tutto questo al fine di sviluppare i contenuti più adatti.

Cosa fa di solito?

Il creator ha spesso il compito di creare diversi tipi di contenuti digitali attraverso testo, video e immagini e, quindi sono numerose le opzioni da considerare per comunicare il messaggio e trasferire il contenuto.

I contenuti digitali di testo possono includere: articoli, post del blog, guide, recensioni, white paper, e-book, casi di studio, product-content, didascalie…e certamente molto altro.

I contenuti video-digital ad oggi includono: tutorial, recensioni, vlog, “dietro le quinte”, interviste, webinar, presentazioni, user generated content (UCG), concorsi, live streaming, Q&A, e così via.

Per i contenuti collegati alle immagini: fotografie, foto di user generated content, infografiche, memes, gif, citazioni, illustrazioni e tanto tanto altro.

 

I creator concettualizzano e sviluppano contenuti attrattivi, accattivanti, solitamente (ma non sempre) seguendo una branded content strategy con l’obiettivo di produrre contenuti che generino traffico, che producano follower, lead, fan, avendo in mente quali siano i contenuti digitali che potrebbero funzionare meglio per pubblico e piattaforme. Domandandosi, ad esempio, se un white paper su Instagram potrebbe non avere lo stesso successo della condivisione di un meme o di un'illustrazione. Un’altra domanda potrebbe riferirsi ai “video unboxing”; il termine "unboxing" si riferisce a un genere di video su YouTube in cui le persone aprono letteralmente la confezione di un prodotto per scoprire com'è fatto quest’ultimo. Molti sono video generati dagli utenti, ma anche i brand stanno iniziando ad adottare questa tecnica. Questi video documentano l'esperienza di aprire la confezione di un prodotto, spesso enfatizzandola e, con tono divertente e originale, presentano il prodotto in tutto il suo splendore, ancora intatto nella sua confezione. Oggi, un consumatore su cinque afferma di aver guardato un video di unboxing (Google Consumer Surveys). Ma osservandolo da creator, probabilmente il “video unboxing” non è il miglior modo per presentare o parlare di un avocado, ma potrebbe essere utile per una nuova Xbox, o il nuovo iPhone.

 

 

 

Strumenti per i creator

I creator conoscono e impiegano o possono (e dovrebbero) impiegare numerosi strumenti per il processo di creazione dei contenuti, in cui lo sviluppo di post, tweet e altro sono solo il culmine dell’attività. Nel presidiare l’intero processo di creazione è possibile utilizzare strumenti che guidino dalla ricerca alla revisione, dalla misurazione al monitoraggio dei risultati ottenuti attraverso i numerosi contenuti digitali – propri e dei concorrenti - sui diversi social.  Ad esempio, Semrush, una piattaforma SaaS dedicata alla “gestione della visibilità online e al content marketing” - così come fanno tante altri service provider in questo ambito - mette a disposizione numerosi toolkit per i creator finalizzati alla ricerca e alla generazione di idee per parole chiave, argomenti e temi da selezionare, impiegare, creare e per cui ottimizzarne la ricerca per post, blog, social media ecc.

 

Nel blog di Meg Hoppe ho trovato questa infografica che aiuta, attraverso “9 tips”, a definire "come essere un buon creator".

 

Ciò significa conoscere ed essere un grande utilizzatore di dati e storie relative a diversi e numerosi argomenti, come brand, prodotti, canali di digital marketing, forme espressive e linguaggi, strumenti e tecniche nonché essere costantemente aggiornati su quanto accade intorno.

Difficile non  essere sempre al passo con i tempi…

Buon lavoro branded content creator.

SHARE SU