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Sabotatori di creatività

At places where intense innovation happens, they often combine people who know too little and people who know too much. The tension between massive knowledge and fresh thinking can spark a fundamental breakthrough.

Robert Sutton, professore alla Stanford University dal 1983, studia la capacità di innovare e l’impatto della leadership all’interno delle organizzazioni, ricercando e analizzando le dinamiche che consentono il raggiungimento e il mantenimento di standard di eccellenza. Robert è uno dei massimi sostenitori della cultura cosiddetta inquiry-driven, come fattore abilitante all’innovazione e alla creatività. Alla base di questo approccio vi è la convinzione che, di fronte a dinamiche e contesti complessi, sia preferibile evitare una ricerca spasmodica di una qualsivoglia soluzione, ma piuttosto soffermarsi più a lungo sul problema per comprenderlo a fondo. Nell’epoca in cui viviamo, caratterizzata da un accesso gratuito, costante a qualsiasi (o quasi) informazione, il motivo per cui spesso non troviamo una soluzione risiede nella nostra incapacità a comprendere il problema. La cultura inquiry-driven è una cultura dove si incentiva quella che si definisce leadership fluida, ovvero la capacità dei leader di riconoscere quando è il momento di guidare, e quando, invece, è preferibile seguire.

La ricerca di Sutton e di altri suoi colleghi ha fatto luce su alcuni grandi inibitori di una cultura improntata su questi criteri.

  1. I “so-tutto-io”: sono persone che utilizzando ogni occasione che gli è data per dimostrare la propria conoscenza ed esperienza, mettendo al centro della discussione il proprio ego. Sono persone che raramente fanno ricorso all’utilizzo di domande e, quando lo fanno, l’obiettivo è sempre e comunque quello di dimostrare il proprio sapere. Ognuno di noi potrebbe ritrovarsi non del tutto esente da questa attitudine; qualora fosse così, allenare empatia e sana curiosità è considerato il miglior antidoto.

  2. Gli “eterni indecisi”: sono persone che, al contrario dei precedenti, non vorrebbero mai prendere una posizione e provocano rallentamenti disfunzionali proprio a causa della loro tendenza a chiedere in continuazione senza prendersi la responsabilità di prendere una decisione. Questo può portare a confusione e disorientamento sia in termini di leadership che di strategia aziendale.

  3. Le organizzazioni improntate sulla “paura”: sono realtà dove i dipendenti non si sentono a proprio agio ad esprimere opinioni personali, specialmente se in contrasto con il mainstream, per paura di essere considerati eccessivamente critici, fastidiosi o addirittura per il timore di perdere il proprio lavoro.

  4. Obiettivo finale non chiaro e condiviso: quando l’obiettivo finale non è ben definito o non viene comunicato efficacemente, il rischio è quello di perdere di vista il motivo alla base dell’approccio inquiry, ovvero l’allineamento verso quella che viene effettivamente riconosciuta come la sfida rilevante per il team e l’organizzazione e per avviare una comune ricerca e dialogo su possibili soluzioni. L’approccio inquiry fine a se stesso potrebbe rivelarsi solo una perdita di tempo.

  5. Mancato coinvolgimento di tutti gli stakeholder chiave: se tutti gli interlocutori rilevanti per la sfida in atto non giocano parte attiva nel processo, o perché non coinvolti, o perché troppo presi dai rispettivi cellulari o pc, questo rappresenta un segnale molto scoraggiante per tutti gli altri componenti del gruppo e spesso un mancato raggiungimento dell’obiettivo, in quanto parte delle risorse disponibili non vengono utilizzate e, di conseguenza non si ha accesso alla visione totale.

Riconoscere questi sabotatori di creatività e innovazione è fondamentale e rappresenta una sfida nella sfida. Perché già il fatto stesso di scegliere di adottare un approccio inquiry non è facile. Significa accettare di non sapere, significa aprirsi al valore che un altro può portare, significa “fare spazio”, in primis dentro di sé. Significa accettare di esplorare una vulnerabilità che spesso, però, è proprio la via per aprirsi a grandi scoperte ed invenzioni.

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