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Qual è il tuo purpose?

Chiara Bodini due anni fa ha rivoluzionato la propria carriera per dedicarsi a ciò che più le stava a cuore: supportare le persone nella ricerca del loro posto giusto nel mondo professionale. Altrimenti detto: purpose.

Chiara, da dove nasce l’esigenza di parlare di purpose?

Oggi si ricerca un’economia del benessere e della sostenibilità. Si ricerca il wellbeing, che ha come sua generica ma calzante definizione quella di uno stato che coinvolge tutti gli aspetti dell'essere umano, e caratterizza la qualità della vita di ogni singola persona all’interno di una comunità di persone.

 

Il perché si senta oggi l’urgenza di parlare di purpose andrebbe indagato in maniera precisa e mirata ma certamente direi che è conseguenza di un mix di fattori: una popolazione che cresce in numero e in età media, generazioni che cambiano, modelli economici spesso all’inseguimento di trasformazioni radicali, l’impatto di dinamiche ambientali e sociali e il ruolo sempre più rilevante della tecnologia.

 

In maniera estremamente generica si potrebbe dire che i temi menzionati, proprio per la loro rilevanza e interdipendenza nella vita di ciascuno, portano con sé una sempre più forte necessità di benessere trasversale, di cui anche la ricerca di senso - il purpose - fa parte.

 

Aggiungerei a questo che la ricerca di senso è connaturata all’uomo. Non è una novità e una delle spiegazioni risiede nella biologia e nel nostro spirito di adattamento. Infatti il purpose è un processo cognitivo che definisce gli obiettivi di vita e fornisce significato alla nostra esistenza. Una sorta di auto organizzazione degli obiettivi che promuove comportamenti e atteggiamenti sani rispetto alla vita intesa come una risorsa continuativa di opportunità.

 

L’uomo si può definire un “cacciatore di senso” perché a differenza degli animali, impara attraverso il significato. Una consapevolezza del sé e della propria destinazione assumono sempre più un ruolo fondamentale nelle molteplici attività che l’uomo coltiva. Non direi che oggi rispetto a ieri vi è maggiore bisogno di purpose. Direi piuttosto che oggi ne diamo un valore collettivo che nella storia passata era impensabile. Sicuramente un mondo che tende all’accelerazione continua e che non offre chiarezza sul futuro dal punto di vista ambientale, sociale, politico ed economico, è un mondo che si deve riallineare al vero senso della vita. Il rischio è la dispersione di tutte le sue risorse, umane e non.

Perché hai deciso di occuparti di questo tema e di farne la tua professione, definendoti Purpose&Talent Agent?

Purpose&Talent Agent nasce inizialmente perché non trovavo una figura come la mia, cercavo in me soluzioni e più passava il tempo più mi rendevo conto che queste potevano essere anche servizi. Mi spiego meglio.

 

Oggi il mondo del lavoro sta cambiando. Cosa ha modificato questo mercato in modo definitivo? La tecnologia, motore capace di modificare drasticamente molte professioni. L’arrivo delle piattaforme digitali e dei social hanno reso questo mercato molto più flessibile e rapido. A questo proposito basta guardare ciò a cui abbiamo assistito con il verificarsi della pandemia, rispetto al lavoro da remoto.  

 

Alla luce di questi cambiamenti repentini, viene spontaneo chiedersi come sarà il futuro.

 

Personalmente due anni fa intuivo il cambiamento ma soprattutto ricercavo un aspetto ancor più intimo: trovare il mio posto giusto a livello professionale.  Cercavo la chiamata, la vocazione, nonostante negli anni avessi avuto una carriera interessante e stimolante. Avevo davanti a me un mondo di opportunità ma non sapevo come sfruttarlo.

 

Così approfondendo il tema ho scoperto di non essere l’unica a ricercare il posto giusto nel mondo e qualcuno che potesse supportare le persone che, come me, vivevano questa ricerca. La figura che andavo cercando, in un mondo in continua evoluzione, era quella avente un duplice scopo: da una parte quello di aiutarmi a raggiungere maggiore consapevolezza interiore e di motivarmi tramite il significato del lavoro e dall’altra quello di supportarmi nel descrivere la mia narrativa e nel comunicare me stessa al mondo in modo efficace.

Come è nato Purpose&Talent?

Purpose&Talent, come metodo, è nato quando finalmente un giorno ho deciso di scrivere la mia Job Description. Lì ho compreso quante cose omettiamo, per cultura per paura o perché semplicemente non le riconosciamo. E queste cose molto spesso sono risorse e opportunità uniche.

 

Ho cominciato a studiare la filosofia e la psicologia positiva e ad analizzare e comprendere le nuove dinamiche comunicative. Mi sono appassionata a LinkedIn e così ho cominciato ad aiutare alcuni amici e colleghi a costruire i propri profili o cv e, di conseguenza, a strutturare il metodo.

Così Purpose&Talent ha iniziato a prendere forma.

 

 

Il purpose di Purpose&Talent è quello di liberare la mente dalle sovrastrutture per cui crediamo di doverci sempre riconoscere in qualcosa per essere felici. L’obiettivo è far comprendere che tutto quello che si muove intorno a noi e come lo percepiamo dipende dalla nostra unicità. Nel momento in cui abbracciamo questa unicità e la accettiamo, cominciamo ad accorgerci di ogni sfaccettatura che la compone e solo così troviamo quel famoso posto giusto.

Il posto giusto non è un ruolo in azienda, ma è quel posto in cui ci si riconosce per chi si è e in cui il mondo ci vede per quelli che siamo.

 

Ho scelto il lavoro come mission di Purpose&Talent perché lo reputo il grande emancipatore dell’essere umano. Soprattutto degli ultimi secoli. E per questo mi dedico alle persone e alle organizzazioni che ricercano il significato per abilitarne il potenziale.

 

Mi auguro che un giorno anche la tecnologia e la scienza ci\mi verranno incontro per coltivare il nostro purpose, che è il significato della nostra identità ed esistenza.

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