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Educare il pensiero

Primi anni del liceo (inizio anni 2000): “Ecco un altro errore di distrazione, se volete 10 in matematica dovete imparare a non staccare l’occhio dal foglio fino a che non avete terminato la dimostrazione”. Richiesta sensata, nel contenuto e nella modalità. I professori lasciavano infatti intendere la totale certezza nella possibilità che noi potessimo migliorare il nostro risultato attraverso l’allenamento della nostra capacità di concentrazione.

Oggi, a quanto mi dicono molti professori liceali e non, questa è una richiesta quasi impossibile da farsi. E intendiamoci – non quella che afferisce all’ottenimento di un dieci in matematica, quanto piuttosto allo sviluppo della capacità di prestare attenzione.

Nora Volkow, direttrice del National Institute of Drug Abuse e una delle principali scienziate nel campo della neuroscienza a livello mondiale, ha affermato: "La tecnologia sta riconfigurando il nostro cervello. E questa riconfigurazione sta avvenendo a un ritmo senza precedenti."

Diversi studi (e.g. Dalton, 2013) rilevano che l'esposizione costante a tecnologie come smartphone e computer può alterare le funzioni cerebrali, riducendo la capacità di attenzione e di riflessione profonda​​. Questa 'propensione alla distrazione' può ridurre la capacità dei ragazzi di concentrarsi su compiti che richiedono pensiero analitico e critico. Se pensiamo a come funziona il nostro cervello, sappiamo che questo gestisce la memoria a breve termine, o memoria operativa, e la memoria a lungo termine. La memoria a lungo termine è fondamentale per la nostra comprensione e per la formazione di schemi di conoscenza basati su fatti e informazioni, che sono essenziali per lo sviluppo del nostro intelletto. Per sviluppare idee complesse, dobbiamo trasferire le informazioni dalla memoria a breve termine a quella a lungo termine, un processo che non è sempre semplice a causa della capacità limitata della memoria operativa.

L’utilizzo di internet e dei social media può sovraccaricare la memoria operativa con un flusso continuo di informazioni, impedendo il trasferimento efficace delle informazioni nella memoria a lungo termine e compromettendo la formazione di connessioni neurali profonde. Questo sovraccarico cognitivo, unito alla necessità di valutare i diversi link e prendere decisioni durante la navigazione su Internet, distoglie l'attenzione dall'interpretazione del testo e riduce la comprensione e la ritenzione delle informazioni.

Infine, il cambiamento nelle modalità di lettura indotto dalle tecnologie digitali, descritto come "power browsing", porta a una forma di pensiero superficiale. Questo tipo di lettura privilegia l'efficienza e l'immediatezza, indebolendo la capacità di leggere in modo approfondito, interpretare i testi e creare connessioni mentali ricche.

Questa stimolazione costante porta gli user a mantenere il proprio cervello in uno stato di stress elevato, che a sua volta riduce il tempo dedicato alla riflessione, alla contemplazione e al processo decisionale. La sovrastimolazione porta a una "lettura superficiale, un pensiero frettoloso e distratto e un apprendimento superficiale." I circuiti neurali coinvolti nell'interazione e nella comunicazione umana diventano anch'essi più deboli. Alcuni ricercatori, a tal proposito, sostengono anche che "l'uso di Internet, cellulari e altre tecnologie digitali ci renderà più impazienti, impulsivi, smemorati e persino più narcisisti."

Il dibattito sull'impatto delle tecnologie digitali non è solo teorico. Esperimenti condotti in contesti educativi mostrano che le tecnologie digitali incoraggiano lo sviluppo di un pensiero frammentato, dove risposte rapide e brevi sono da privilegiare rispetto a ragionamenti articolati e dettagliati​​.

La crescente pervasività della tecnologia necessita di una maggior responsabilizzazione, da parte di tutti e in primis di quelli che vengono definiti Digital Immigrants (i.e. tutti coloro nati quando il computer non era ancora personale, il cellulare non esisteva e la migliore via d’accesso all'informazione era una biblioteca ben fornita).

Qual è la riposta che diamo in prima persona a questa impellente domanda: stiamo educando le nuove generazioni a pensare in modo critico e indipendente?

Infatti, mentre la tecnologia può offrire strumenti potenti per l'apprendimento e l'accesso alle informazioni, è vitale che l'educazione delle nuove generazioni includa un forte enfasi sullo sviluppo di un pensiero indipendente e critico. Solo così le nuove generazioni diventeranno un domani leader pensanti e responsabili in un mondo complesso e tecnologicamente avanzato.

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