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Correggere è reggere insieme: la lezione nascosta del feedback

La leadership oggi si misura sraramente guardando solo a titoli o ruoli gerarchici. Spesso, invece, si considera la capacità di ispirare, ascoltare e crescere insieme agli altri. È in quest’ottica che il feedback assume un valore strategico e umano fondamentale. Non è solo uno strumento di miglioramento individuale, ma il collante invisibile che tiene unito un gruppo, una squadra, un’organizzazione. Saper dare e ricevere feedback è una delle competenze più preziose per chi aspira a una leadership autentica e generativa.

Tuttavia, nella pratica quotidiana, il feedback è spesso frainteso. Viene percepito come giudizio, critica, o peggio, come un attacco personale. È questo il punto su cui occorre fermarsi a riflettere. Etimologicamente, "correggere" deriva dal latino cum-regere, cioè "reggere insieme". Un'espressione che racchiude una visione profondamente relazionale e cooperativa del miglioramento: non si tratta di indicare errori dall’alto di una cattedra, ma di sostenere insieme il peso e le sfide della quotidianità. Correggere non è un atto unilaterale, ma un gesto di cura, di responsabilità reciproca.

In un ambiente di lavoro sano, il feedback diventa un modo per costruire fiducia e trasparenza. Quando si dà un feedback autentico, si offre all’altro uno specchio che riflette non solo ciò che funziona, ma anche ciò che può essere migliorato. Per essere davvero efficace, deve essere specifico e osservabile, con l’obiettivo di aprire alla possibilità di dialogo e consapevolezza.

Ricevere feedback, d’altra parte, richiede apertura e umiltà. Significa riconoscere che il proprio punto di vista non è l’unico, che c’è sempre spazio per apprendere, anche (e soprattutto) quando è scomodo. Chi sa accogliere un feedback senza sentirsi attaccato dimostra grande forza interiore. È proprio in questo spazio di confronto che la leadership si fa adulta: quando chi guida si mette in discussione e diventa esempio di apprendimento continuo.

Imparare a darci correzioni a vicenda è un atto rivoluzionario nel mondo del lavoro e non solo. È la base per costruire relazioni professionali basate sulla fiducia, non sulla paura. È ciò che trasforma un gruppo di individui in una comunità di apprendimento. È il modo con cui si reggono insieme le pressioni, le urgenze, le decisioni complesse che ogni giorno bussano alla porta.

La leadership non è questione di controllo, ma di co-evoluzione. Chi sa correggere con rispetto, e chi sa ricevere un feedback senza chiudersi, costruisce spazi di crescita dove tutti possono migliorare. Perché la vera forza di una squadra non è l’assenza di errori, ma la presenza di relazioni che sanno reggere, insieme, il peso del cambiamento.

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