Una trentina di partecipanti in rappresentanza di una ventina di nazioni, con un’esperienza lavorativa media di 25 anni e posizioni di assoluto prestigio. Il profilo della classe dell’ottava edizione del DBA (Doctorate in Business Administration), evidenzia immediatamente l’eccezionalità del programma.
L’obiettivo principale di chi lo frequenta è acquisire le competenze necessarie a “trasformarsi da utilizzatori esperti a creatori di conoscenza,” spiega la Direttrice, Giada Di Stefano.
La Poster Evening di mercoledì 21 maggio è stata una tappa importante di questo percorso. I partecipanti hanno presentato le domande di ricerca e i progetti che stanno scaturendo dall’analisi della letteratura di riferimento, che viene condotta nel corso del primo anno, con l’aiuto di un supervisor, membro della faculty. La modalità, tipica dei congressi scientifici, è stata la poster session: i progetti sono stati graficamente riassunto in altrettanti poster e gli ideatori ne hanno discusso con i docenti SDA Bocconi. L’esercizio costringe a essere chiari, sintetici e pronti a rispondere a ogni obiezione o curiosità.
Tra una grande varietà di temi e di metodologie, quest’anno salta all’occhio la forte attenzione alla network analysis (l’analisi delle reti soprattutto informali che legano le persone di un’organizzazione).
Silviu-Eugeniu Popovici attira l’attenzione di molti utilizzando, nel suo poster, la rappresentazione grafica del network dei cardinali che hanno partecipato al recente conclave, realizzato da tre studiosi del NI Lab di SDA Bocconi School of Management (Beppe Soda, Alessandro Iorio e Leonardo Rizzo). La loro analisi attribuiva a Robert Francis Prevost la posizione più alta in termini di status (numero e prestigio delle relazioni), evidenziandolo come un serio candidato al papato e ha così portato all’attenzione del grande pubblico la potenza di questi strumenti di analisi. Popovici vuole applicare questo genere di analisi alle imprese in fase di cambiamento.
Ma Leju vorrebbe invece individuare quali qualità e conformazioni di network rendono più performanti gli expatriates. Vuole analizzare la struttura delle reti sociali degli expatriates e degli impiegati locali appartenenti a uno stesso team e vedere se a questa differenza corrispondono performance diverse e se siano possibili forme di incentivazione che ne migliorino le prestazioni.
Anche Antonio De Raho pensa che la network analysis possa aiutare le imprese. Il suo interesse particolare: il ruolo degli information broker (figure particolari che, in un network, riempiono quelli che sono definiti vuoti strutturali, facendo da punto di contatto tra cluster diversi di persone) nelle imprese più complesse. L’ipotesi è che siano tanto più necessari quanto più un’impresa è burocratizzata, ovvero ricca di processi che rischiano di trasformarsi in rigidità.
Non mancano, naturalmente, altri interessi. Almeno due candidate vogliono studiare temi legati al genere. Nicole Ann Leonardelli vuole studiare strategie e meccanismi psicologici che spingano le donne ad affrontare con più facilità processi competitivi, dal momento che questa ritrosia può trasformarsi in un ostacolo alla crescita professionale. Bethanie Castelnuovo si chiede come le imprese possano contribuire al raggiungimento del Sustainable Development Goal 5 delle Nazioni Unite: la parità di genere. L’obiettivo: individuare quali forme di reporting legato al genere siano correlate alle performance migliori sul tema e delineare uno schema che spinga le aziende a comunicare in modo trasparente.
Le generazioni e il posto di lavoro focalizzano il diverso interesse di Dina El Koussa, che vuole indagare le conseguenze dell’invecchiamento dei lavoratori, e di Henri Fares, che vuole invece analizzare valori e caratteristiche della Generazione Z per sviluppare un framework che ne favorisca l’inserimento nell’ambiente di lavoro.
Anche quest’anno, le tecnologie attirano l’attenzione di molti. Tra gli altri, Aiman Sadeq analizza l’utilizzo del machine learning in finanza, spingendosi indietro fino alla metà del secolo scorso, quando i concetti che ne regolano il funzionamento erano delineati, ma la capacità computazionale non consentiva di sfruttarne le potenzialità. Il lavoro si focalizzerà poi sugli sviluppi degli ultimi 10 anni, al fine di utilizzare i nuovi strumenti per ideare programmi di formazione di alfabetizzazione finanziaria. Tarciana Caricio Carlucci esplora il potenziale dell’intelligenza artificiale per migliorare il processo di innovazione nelle life sciences, mentre Alessandra Benedetti valuta quali siano le condizioni necessarie a catalizzare la formazione di un ecosistema industriale nei settori pesanti.
La leadership finisce sotto la lente da diversi punti di vista. Quello di Youra Choi è decisamente originale: quali fattori fanno sì che i leader prendano decisioni sbagliate, innescando il declino di un’azienda? Ed esistono caratteristiche del processo di decision-making che evidenzino i primi segni del declino?
Quando i leader sono quelli di un’azienda familiare, il processo di successione è sempre delicato. Per questo motivo, Lina El Tannir vuole sviluppare un framework che consenta di individuare le posizioni più adatte ai diversi membri della next gen a seconda di caratteristiche personali, considerazioni aziendali e dinamiche familiari.
L’immersione dei partecipanti DBA nelle metodologie di ricerca è proseguita, la sera successiva, con la Research Evening, nel corso della quale due professori di Management dell’Università Bocconi, Tracy Anderson e Garrett Brady, hanno raccontato le loro ricerche incentrate, nel primo caso, sui percorsi di carriera e, nel secondo, sulla leadership.