L’intelligenza artificiale e il futuro del management: tra innovazione, responsabilità e ingegno umano

Al Bocconi Homecoming 2025, il dibattito sull’intelligenza artificiale ha dato il via a una riflessione più ampia sulle modalità con cui plasmare il progresso senza perdere il “tocco umano”.

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L’intelligenza artificiale non è più una frontiera: è una forza viva che sta trasformando il modo in cui lavoriamo, apprendiamo e prendiamo decisioni. Durante l’evento Bocconi Homecoming 2025, tre sessioni hanno offerto una visione intersettoriale di questa trasformazione, dalle aziende con le loro policies alla sanità e all’agire manageriale, evidenziando un tema comune: la necessità di governare la tecnologia senza perdere la prospettiva umana.

 

AI e business: c’è ancora spazio per l’intelligenza umana?

 

Nel panel “Future Talk | AI and Business: Is There Still Room for the Human?”, Diego Piacentini, investitore, consulente ed ex dirigente di Apple e Amazon, si è unito a Gianmario Verona, Full Professor di Innovation Management e Presidente della Fondazione Human Technopole, per esplorare i profondi cambiamenti che l’intelligenza artificiale sta apportando in ogni settore.

Piacentini ha definito questo momento “l’età dell’oro della tecnologia”, in cui l’intelligenza artificiale agisce trasversalmente ai vari settori comprimendo decenni di innovazione in pochi mesi. Tuttavia, entrambi i relatori hanno convenuto che il progresso deve essere guidato dalla creatività umana, dall’etica e dalle policies. Come ha osservato Verona, “la sfida non è solo tecnologica, ma anche organizzativa: l’innovazione deve partire dall’alto”. Piacentini ha aggiunto che il ruolo dell’Europa in questo nuovo panorama dipende dalla sua capacità di allineare la regolamentazione al progresso “per agire insieme, o rischiare la frammentazione”.

 

AI per la salute: accelerare l’innovazione e la competitività

 

Nella sessione intitolata “Future Talk | AI for Health”, Monica Otto, Associate Professor of Practice in the Government, Health and Not-for-Profit Area & Director of Executive Education in Health, Government and Non-Profit, e Riccardo Zecchina, Full Professor del Dipartimento Computing Sciences, hanno discusso di come l’AI stia rivoluzionando l’assistenza sanitaria, dalla diagnosi alla scoperta di nuovi farmaci.

Otto ha descritto l’AI come un motore per l’industria tecnologica sanitaria europea e uno strumento per rendere i sistemi più sostenibili ed efficienti, in particolare in un contesto altamente regolamentato in cui il processo decisionale è distribuito su più livelli di governance. Zecchina ha sottolineato come i progressi dell’AI, dal deep learning ai modelli generativi, stiano già migliorando la diagnosi precoce e la ricerca scientifica, avvertendo però che l’Europa deve sviluppare una strategia condivisa “per la salute e per l’AI stessa”.

Una menzione speciale è andata a Elio Borgonovi, Fondatore del CERGAS (Centre for Research on Health and Social Care Management), Professore emerito di Economia e Management della Pubblica Amministrazione ed ex Dean di SDA Bocconi, la cui presenza tra il pubblico ha ricordato che se oggi la Scuola svolge un ruolo di primo piano nel settore sanitario, è anche grazie alle basi che lui ha contribuito a gettare.

 

L’AI nei processi di decision-making: un nuovo paradigma di leadership

 

A conclusione della serie di conferenze sull’AI, Alfonso Gambardella, Full Professor del Dipartimento Management and Technology, ha tenuto una masterclass dedicata al modo in cui l’intelligenza artificiale sta trasformando il processo decisionale nelle organizzazioni, dalla gestione delle prestazioni allo sviluppo dei talenti.

L’intelligenza artificiale, ha spiegato, non sostituisce il giudizio umano, ma lo amplifica. Offrendo una nuova profondità analitica e accuratezza predittiva, consente ai manager di agire in modo più rapido ed efficace, ma il suo vero valore risiede nel liberare tempo ed energia per la creatività, l’empatia e la strategia. Nelle parole di Gambardella: “L’intelligenza artificiale farà parte di ogni decisione, ma non può decidere ciò che conta davvero: questo rimane il ruolo dei leader”.

 

L’intelligenza umana, ancora al centro

 

Se c’è stata un’idea che ha accomunato tutte e tre le sessioni, è stata quella che il progresso inizia e finisce con le persone. L’intelligenza artificiale può accelerare la scoperta, ottimizzare i processi e trasformare le organizzazioni, ma solo quando è guidata dalla creatività, dall’empatia e dalla responsabilità umana. In SDA Bocconi, questo equilibrio definisce il significato stesso di innovazione: la tecnologia come alleata, non come sostituta, e la leadership come capacità di trasformare la conoscenza in purpose. Perché, in fin dei conti, è l’intelligenza umana che dà direzione a ogni algoritmo e significato a ogni progresso tecnologico.

 

SDA Bocconi School of Management 

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