Politici, aziende private, ricercatori e istituzioni si sono riuniti per parlare delle questioni più urgenti nel settore dell’economia spaziale

Conferenza annuale dello Space Economy Evolution Lab: in Europa, c’è un urgente bisogno di politiche e normative sui dati

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L’economia spaziale è in espansione, così come i dati che ne derivano. Moltissime aziende vogliono investire sulle nuove tecnologie per generare, gestire ed elaborare tutti questi dati. La domanda è: come dovrebbe essere regolamentata la commercializzazione dei dati spaziali? In Europa, l’esigenza di una politica dei dati efficace sta crescendo.
Questo è stato il tema al centro della conferenza annuale dello Space Economy Evolution Lab (SEE Lab) di SDA Bocconi. L’incertezza che circonda la commercializzazione dei dati spaziali, in particolare in Europa, pone l’intero settore di fronte ad alcune sfide inedite. Per discuterne, la conferenza ha riunito i principali stakeholder dell’industria spaziale, tra cui aziende private, ricercatori, responsabili politici e istituzioni finanziarie.
Tra gli argomenti trattati, la direzione che i decisori politici dovrebbero seguire per strutturare un nuovo regolamento sui dati spaziali in Europa, le aree critiche da migliorare nella politica, nella sicurezza e nella regolamentazione dei dati europei, le tutele che devono essere garantite.
Paolo Cillo, SDA Associate Dean for Research, ha sottolineato il ruolo del laboratorio nel supportare le aziende private e le istituzioni del settore, citando l’aumento d’interesse per questioni come i detriti spaziali e la sostenibilità. A sua volta Simonetta Di Pippo, Direttrice del SEE Lab, ha evidenziato l’impegno del SEE Lab nel supportare i suoi membri attraverso la condivisione delle conoscenze, l’orientamento strategico e le opportunità di networking, e infine ha sottolineato il grande sforzo che tutti gli attori coinvolti dovrebbero sostenere per porre l’Italia al centro dell’industria spaziale.
È intervenuto anche Luigi Ruggerone, Senior Director dell’Intesa Sanpaolo Innovation Center, che ha parlato degli interessi economici e strategici inerenti il settore spaziale, un’industria che gioca un ruolo significativo anche nella difesa, nella creazione di nuovi posti di lavoro e nell’economia circolare. Infatti, esiste un’importante ricaduta tecnologica su altri settori industriali e, per questo, è necessario unire le forze per ottenere nuovi finanziamenti e acquisire le tecnologie più avanzate.
Durante la conferenza, inoltre, i professori Di Pippo e Giovanni Sylos Labini hanno esposto i risultati dello studio congiunto “SME4IRIDE”, da cui emerge che le piccole e medie imprese italiane sono allineate con le tendenze globali e sono pronte a sfruttare i satelliti IRIDE per espandere il loro portafoglio di prodotti e servizi. Tuttavia, sono state sollevate alcune preoccupazioni sull’accesso ai finanziamenti e sulla necessità di investire nello sviluppo di nuove competenze da parte dei professionisti del settore.
Era presente anche Rodrigo Da Costa, Direttore esecutivo dell’Agenzia dell’Unione Europea per il Programma Spaziale (EUSPA). Da Costa ha raccontato i vari programmi in essere, tra cui EGNOS, Galileo, Copernicus e GOVSATCOM, che favoriscono l’implementazione delle infrastrutture spaziali, migliorano le capacità di sicurezza e di difesa e stimolano lo sviluppo del mercato, la comunicazione e l’innovazione. Andrea Bersan della HawkEye 360, con sede negli Stati Uniti, ha proposto una prospettiva extraeuropea, sottolineando la grande attenzione che le aziende spaziali statunitensi dedicano alla sicurezza nazionale e alla difesa.
A seguire, Ornella Bombaci di Thales Alenia Space ha sottolineato l’importanza di costruire veicoli spaziali per la commercializzazione dei dati e l’osservazione della Terra, evidenziando la necessità di poter usufruire di informazioni in tempo reale e migliorare le interazioni con altri settori per massimizzare il valore legato alla produzione di satelliti, mentre Marco Brancati di Telespazio ha rimarcato l’importanza di implementare politiche efficaci sui dati e la necessità di poter contare su informazioni affidabili da trasmettere agli operatori satellitari.
E non poteva mancare anche un focus sul ruolo dell’IA. Marina Geymont di Capgemini ha sottolineato l’applicazione strategica dell’IA e l’integrazione dei dati provenienti da varie fonti per aumentare il valore dei big data. Per le aziende private, d’altra parte, la concorrenza di mercato è una delle sfide più importanti. In quest’ottica, Marco Molina di Sitael vede nella capacità delle imprese di distinguersi un nodo fondamentale, così come la loro possibilità di creare nuovi modelli di business attraverso l’unione dei dati “terrestri” con quelli provenienti da asset spaziali.
Altri ospiti, poi, si sono soffermati sulla necessità di avere strumenti politici efficaci per la commercializzazione dei dati, come Fabio Nichele di Tyvak, o sul ruolo delle aziende che si occupano di logistica e infrastrutture spaziali, come D-Orbit che sta fornendo soluzioni satellite-as-a-service per il progetto IRIDE. Il VP Business Development dell’azienda Stefano Antonetti ha spiegato che D-Orbit nasce per fornire le infrastrutture lasciando piena libertà ai clienti per quanto riguarda l’utilizzo dei dati e delle informazioni. Angelo Fontana ha evidenziato il ruolo di AVIO come fornitore di razzi lanciatori di satelliti, sottolineando il numero sempre crescente di dispositivi che verranno mandati in orbita nel prossimo decennio. In questo senso, ci sono grandi aspettative soprattutto rispetto ai nuovi satelliti LEO, dispositivi di ultima generazione che forniranno un supporto decisivo alla realizzazione del Programma europeo per una connettività sicura.
Il SEE Lab ha presentato infine la Knowledge Space Investment Platform (KSIP), che ha l’obiettivo di generare nuove conoscenze ed espandere la comunità dei soggetti coinvolti nell’industria spaziale. Il SEE Lab ha avuto il piacere di annunciare il primo affiliato: Intesa Sanpaolo. Il programma di ricerca mira a responsabilizzare gli investitori fornendo analisi approfondite e raccomandazioni strategiche che consentano di prendere decisioni di investimento sempre più oculate. Inoltre, il programma consente agli investitori di partecipare attivamente alla selezione dei temi di ricerca, garantendo il corretto allineamento tra ricerca scientifica e sviluppo industriale.
A chiudere la conferenza, la professoressa Di Pippo ha sottolineato l’enorme divario tecnologico tra Europa e Stati Uniti. Nonostante lo scetticismo iniziale che la accompagnò durante una visita a SpaceX nel 2011, la Direttrice ha portato il progetto di Elon Musk come esempio virtuoso di innovazione e avanguardia industriale. Per dimostrare l’importanza delle tecnologie più avanzate, inoltre, ha condiviso un aneddoto relativo al periodo in cui era Direttrice dell’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari dello spazio extra-atmosferico. Fu sua la decisione di attivare una fornitura rapida di immagini ad alta risoluzione da parte di Maxar, così da velocizzare i tempi e ottenere informazioni immediate sulle catastrofi naturali. Precedentemente, invece, il rallentamento dovuto a una tecnologia poco efficace vanificava gli sforzi con cui si cercava di predire e arginare i fenomeni naturali più pericolosi. Colmare il divario tecnologico è un passo fondamentale per affrontare efficacemente le sfide che ci attendono nel prossimo futuro.

 

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