Valore e sostenibilità: le due leve di Consip guidata da Valeria Vaccaro (ex EMMAP)

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Da qualche settimana Valeria Vaccaro, alumna EMMAP, è stata nominata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze presidentessa del Consip, la società che si occupa di gestire gli acquisti di beni e servizi delle amministrazioni pubbliche e di cui il MEF è socio unico.

La nomina rappresenta il culmine di una lunga carriera nel settore pubblico: già funzionaria presso il Ministero del Commercio Estero; poi dirigente presso l’Ufficio Legislativo del Ministero delle finanze e del Ministero del Tesoro; Direttrice dell’ufficio di gabinetto del MEF; Dirigente generale con funzioni di coordinamento nell’ambito del Dipartimento dell’amministrazione generale, del personale e dei servizi; Direttore della direzione del personale del MEF.

Laureata con lode in Giurisprudenza, nel 2017 ottiene la graduation al nostro Executive Master in Management delle Amministrazioni Pubbliche (EMMAP), esperienza che le ha permesso di consolidare le sue competenze manageriali.

Nel corso di una articolata intervista a cura di Veronica Vecchi e Manuela Brusoni, disponibile integralmente su E&MPlus, Valeria Vaccaro ha raccontato le future strategie del Consip per migliorare l’azione di spesa della PA e generare valore pubblico. Il procurement pubblico rappresenta infatti una voce di spesa molto importante di ogni Paese (in Italia la spesa pubblica in beni, lavori e servizi ammonta a circa il 15 per cento del PIL) e dovrà sempre più veicolare una domanda evoluta, consapevole e a public value crescente. Impiegare bene tali risorse implica non solo selezionare le priorità e le progettualità, ma anche modificare le logiche e gli strumenti d’acquisto, da sempre considerati terreno minato dalla maggior parte del personale della PA.

“Da sempre sono convinta che il benessere della collettività vada posto al centro delle politiche pubbliche. Consip è nata con l’obiettivo di generare risparmi di spesa. Credo tuttavia che questo sia il tempo di intensificare gli sforzi per far evolvere il suo ruolo da quello di strumento di supporto alla revisione della spesa ad agente abilitante la creazione di valore”.

Negli ultimi anni gli acquisti sono stati oggetto di numerosi provvedimenti, in primis la centralizzazione come strumento di spending review. Se, da un lato, tale approccio ha permesso di creare economie di specializzazione e maggior controllo della spesa, dall’altro non ha sempre consentito di valorizzare appieno la capacità del mercato di individuare risposte maggiormente innovative a fabbisogni divenuti più diversificati e complessi, soprattutto quando associato a una cultura largamente focalizzata sul procedimento amministrativo e sul risparmio fine a se stesso.

I prossimi mesi saranno fondamentali per definire una nuova postura del procurement, che non può non implicare un rafforzamento delle capacità di management, nel pubblico e nel privato, per favorire un maggiore trust tra PA e mercato, pilastro fondamentale per un profondo cambiamento di rotta.

Quanto al ruolo di Consip sul terreno della sostenibilità e della parità di genere: “Tutti noi abbiamo il dovere di abilitare e promuovere sempre più acquisti e servizi pubblici sostenibili e forme di procurement gender-responsive. Su quest’ultimo punto, l’Italia è ancora molto, troppo indietro rispetto ad altri Paesi europei, e i dati sulla disoccupazione femminile durante la pandemia sono allarmanti”.

Leggi l’intervista completa su E&MPlus 





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